Cesena-Bucarest, 1989: tre allegri ragazzi in viaggio nella Storia

In Cinema

Al suo secondo film, Antonio Pisu racconta in “EST- Dittatura Last Minute” la fine del regime di Ceausescu vista negli occhi di tre ragazzi di Cesena in vacanza. L’incontro con gente che soffre la fame e la paura, con famiglie spiate e smembrate dal potere, trasformerà questa avventura in un percorso di formazione, e nell’incontro con un mondo lontano che ha bisogno di aiuto

All’ultima Mostra del cinema di Venezia Oliver Stone, autore sempre in bilico tra fiction e interviste-documento (Putin, Castro, Chavez) e che ha sempre privilegiato la realtà come base della sua poetica e origine dei suoi personaggi forti, ha elogiato Est-Dittatura Last Minute, passato in apertura alle Notti Veneziane – Isola degli Autori. é l’opera seconda (dopo Nobili bugie) di Antonio Pisu, ultimo arrivato dalla dinastia di attori fondata dal nonno Mario e continuata dal padre Raffaele, forte anche di Paolo Rossi Pisu, fratello di Antonio e attore e produttore di questo film con la società bolognese Genoma. Un apprezzamento significativo per l’autorevolezza di Stone, ma in qualche modo anche curioso. Perché se è vero che Est viene da un’esperienza di vita vera (raccontata in un memoir da Maurizio Paganelli e Andrea Riceputi), molte delle caratteristiche del film si allontanano, da un contesto iniziale di realismo, in direzione del romanzo di formazione per immagini e della più classica commedia all’italiana. Proprio quella di Sordi e Manfredi, Risi e Monicelli. 

Ma cominciamo dal plot, che si colloca nell’Ottobre 1989, un mese prima della caduta del Muro di Berlino e già in pieno sommovimento post-comunista dell’Europa dell’Est: Pago, Bibi e Rice, tre amici 24enni partono da Cesena per la più classica (allora) delle vacanze nell’Europa dell’Est, con calze e slip femminili in abbondanza in valigia a scopo di spasso sessuale. Ma che la Storia stia cambiando l’hanno capito pure loro, e il viaggio ha anche uno scopo “istruttivo”, la scoperta di un’Europa diversa prima che finisca. Certo però, in partenza, ben poco si immaginano delle vicende drammatiche e di forte impatto umano in cui si troveranno protagonisti. Se la prima tappa del viaggio è Budapest (come da manuale del dongiovanni in trasferta “comunista”) sarà però in una poverissima e malinconica Bucarest che il loro tragitto esperienziale prenderà peso (anche filmico), colore drammatico e sentimentale, e senza alcun romanzo d’amore. 

Tutto ruota intorno all’incontro con Emil, fuoriuscito dalla Romania di Ceausescu che chiede lai ragazzi di consegnare una valigia alla sua famiglia rimasta nella capitale. Nonostante la contrarietà di Rice, che con la sua cinepresa è il filmaker del viaggio, il bagaglio ignoto e pericoloso entrerà nella loro auto, e sarà fonte di pericoli e trame della Securitate, alle sue ultime, lugubri imprese spionistiche. Riusciranno a consegnarla ma la vita della famiglia di Emil sarà travolta da una serie di delazioni e persecuzioni che la metterà in ginocchio. Mentre per loro, in fondo, tutto questo darà il via ad un’avventura emozionante e pericolosa, da ricordare e raccontare. In Est succedono tante cose che oggi possono sembrare al limite della credibilità, ma accadevano davvero in quei luoghi, grazie all’ingenuità dei ventenni occidentali di allora. Fino a un doppio happy end, per il popolo rumeno nel suo insieme e per la famiglia di Emil, che si riunirà raggiungendo la libertà promessa dal ritornello dell’hit di allora di Al Bano e Romina, che risuona nel film insieme a pezzi storici di Franco Battiato.

Se è evidente che lo sfondo storico e il tema della memoria sono i pilastri del film, è altrettanto chiaro che per i tre protagonisti (tutti attori esordienti da Lodo Guenzi, frontman del gruppo musicale Lo Stato Sociale a Matteo Gatta e Jacopo Costantini), sempre al centro del film nonostante il peso di diversi protagonisti (tutti bravi) rumeni, questa avventura porterà un cambiamento nel loro approccio col mondo. Che si rivelerà assai più largo, ben oltre i confini di Cesena e del tifo per la squadra di calcio, delle loro ragazze più o meno innamorate, di una provincia ben poco attenta a quello che accade “là fuori”. Saranno attoniti testimoni delle continue code dei cittadini rumeni per poche e scadenti cose da mangiare, a di tante altre conseguenze di una dittatura che avvelenò la vita di un popolo e di tante famiglie, i cui legami sono interrotti dalla perfidia della Storia. Ma anche della voglia di riscatto e gioia che ha animato persone, popolazioni intere.

Il film è sorretto da una buona ricostruzione d’ambiente  (scenografie di Paola Zamagni, Iuliana Vilsan, Alexandra Takacs, costumi di Magda Accolti Gil e Luminita Mihai) e da un’ottima fotografia di Adrian Silisteanu, già operatore per i film di Adrian Sitaru Fixeur e Illegittimo, tra i titoli più interessanti della new wave rumena. E finisce per prevalere la classica atmosfera da “italiani brava gente”, forte dell’approccio sensibile dei nostri connazionali verso le vittime dignitose di un mondo sconosciuto in cui sofferenza e paura la fanno da padrone. Un vero topos della commedia anni 60-70. Man mano che il film prosegue, prende quota nei ragazzi una coscienza, e una recitazione conseguente, che se non abbandona del tutto la scherzosità di superficie, le affianca una sobria e attiva partecipazione alle disgrazie altrui. Come nella bella sequenza del mercatino in piazza, dove i tre regalano le loro scorte alimentari e i vestiti a una massa indifferenziata di uomini e donne, anche brutti e in età, che visibilmente ne sono bisognosi e attratti. Facendoli felici. E nei protagonisti cresce la consapevolezza che questa vacanza attraversa uno dei più grandi rivolgimenti sociali e politici del 900, testimoniato nel film da molti interessanti video d’epoca, materiale d’archivio delle Teche Rai, di Cinecittà-Luce e di altre fonti. Dal 5/2 il film si può noleggiare su Sky Prima fila, Amazon Prime Video, Apple TV, Infinity, Chili, Rakuten, Google Play, CG entertainment, Vativision, #iorestoinsala

EST Dittatura Last Minute di Antonio Pisu, con Lodo Guenzi, Matteo Gatta, Jacopo Costantini, Paolo Rossi Pisu, Ana Ciontea, Ioana Flora, Eva Isis Popovici, Liviu Cheloiu

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