Un Cabaret povero ma da recuperare

In Teatro

Cabaret: il classico di Joe Masteroff – ispirato a Isherwood – torna in scena grazie alla Compagnia della Rancia. Strepitosa Giulia Ottonello nei panni di Sally Bowles

Quello di Cabaret è un telaio dai fittissimi orditi. Un musical dalla biologia derivativa, resuscitato da Joe Masteroff – con strepitose musiche della premiata ditta Kander & Ebb – a partire dal dramma I’m a Camera di John Van Druten, a sua volta riduzione del capolavoro di Christopher Isherwood Addio a Berlino. Dal debutto a Broadway per la regia di Harold Prince (nel novembre ’66) numerose sono state le edizioni dello spettacolo portate in scena nei teatri di tutto il mondo, tanti gli interpreti che si sono misurati con la coralità di un’opera eccitante, incontrollata, ampiamente storicistica. In mezzo, le geometrie di Bob Fosse, che nel 1972 dirige una magistrale versione cinematografica magnificata dal carisma di Liza Minnelli e dall’incredibile talento di Joel Grey – i tre signori, non a caso, vinsero un Oscar a testa.

Il Kit Kat Club rivive, nel 2015, nell’allestimento della Compagnia della Rancia – il terzo, dopo quelli del 1993 e del 2007 – diretto da Saverio Marconi. La grottesca vicenda di un locale di quart’ordine immerso nelle ambiguità di una Germania prossima al nazismo diventa l’anomala chiave di lettura scelta dal regista, che decide di essiccare ogni patina per piazzare sulla scena un dramma autoironico e “povero”. Pochi oggetti, nessun orpello: c’è una pigra indolenza che caratterizza l’impianto strutturale dell’edizione 2015, quell’indolenza che in fondo favorisce l’ascesa della distruzione e dell’imbarbarimento. Con un finale marcescente, duro – forse troppo, ma di innegabile pertinenza e incisività. È un’intuizione felice, quella di Marconi, che si declina in una resa d’impatto e ricca di spunti. Una maggiore “sporcizia” nelle scelte vocali ed espressive degli interpreti, forse, avrebbe aiutato le intenzioni del regista: a ogni modo, il talento degli stessi è in grado di sopperire alle piccole lacune che, vivaddio, uno spettacolo può sempre presentare. Le meravigliose canzoni di John Kander e Fred Ebb, purtroppo, sono sacrificate in nome della traduzione italiana, che in questo caso è tuttavia assolutamente dignitosa.

E poi ci sono Sally Bowles, e il Maestro di Cerimonie: due ruoli sgradevoli, larger than life, trans-generazionali. Decine e decine gli attori che li hanno interpretati, legittimamente fagocitati dalla forme radicali con cui si sono da sempre imposti al pubblico. Lei è una girandola ora sbiadita, ora variopinta di sentimenti, un lunatico scrigno di vivacità e dolori; lui è carne a-sessuata d’intrattenimento, testimone del tempo che fu e di quello (funesto) che verrà. Marconi azzecca le scelte: Giampiero Ingrassia è un Emcee non androgino – come fu Joel Grey – e nemmeno queer – come fu l’eccezionale Alan Cumming. È la perfetta incarnazione di ciò che vuole il suo regista: un uomo di spettacolo di bassa lega che ha intuito quali saranno i drammi che incontrerà la sua Germania, ma che preferisce distrarre stancamente con musica e balletti. Giulia Ottonello, già memorabile “musa” per Marconi in Cantando sotto la pioggia, Cats e Frankenstein Jr., è una perfetta Sally Bowles: vulcanica nei momenti brillanti e febbrile, vibrante in quelli drammatici, coniuga un talento interpretativo notevole a una voce potente, accordata e sgraziata a seconda delle proprie volontà. Una primattrice in grado di essere diversa, sfaccettata e animata da molteplici smottamenti in ogni momento dello spettacolo: e non è facile. Se in Italia il nostro star system funzionasse a dovere, sarebbe già una diva.

 

Cabaret, di Joe Masteroff, regia di Saverio Marconi, con Giampiero Ingrassia e Giulia Ottonello.  Date (Lombardia e principali città italiane) : Pavia (Teatro Fraschini, 31 dic. 2015-01 gen. 2016), Vigevano (Teatro Cagnoni, 19-20 gennaio 2016), Genova (Politeama Genovese, 21-23 gen. 2016), Torino (Teatro Alfieri, 26-31 gennaio 2016), Firenze (Teatro Verdi, 4-6 marzo 2016), Como (Teatro Sociale, 17 marzo 2016), Novara (Teatro Coccia, 19-20 marzo 2016), Bologna (Teatro Duse, 01-03 aprile 2016)

Calendario completo: http://www.musical.it/index.php?action=index&p=304&s=694

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