Fear Inoculum dei Tool, ma non solo. Ecco i migliori album dell’estate

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Tra le nostre discutibilissime (ma mica tanto) preferenze anche “i,i” di Bon Iver, “We are not your kind” degli Slipknot e poi… leggete e scriveteci le vostre

Ora che anche il calendario ci conferma che il crescente grigiore degli ultimi giorni non era altro che il segno dell’imminente autunno, possiamo soltanto guardare ai mesi scorsi con un pizzico di nostalgia. Ma, a differenza delle splendide vacanze che vivono soltanto nella memoria (nostra e dei nostri telefoni cellulari che ne custodiscono le foto), per fortuna c’è ancora qualcosa di quest’estate che ci possiamo portare con noi anche in autunno. Che cosa? Molto semplice: i dischi strepitosi che sono usciti nei mesi di luglio e agosto 2019. Ecco una nostra selezione degli album che ci sono piaciuti di più.

TOOL – Fear Inoculum

Dopo tredici anni di attesa le aspettative erano inevitabilmente altissime. Fear Inoculum era sicuramente uno dei dischi più attesi della storia della musica, circondato da misteri e leggende e chiacchierato nel corso degli anni a livelli che forse solo Chinese Democracy dei Guns ‘n’ Roses aveva raggiunto. Ma, a differenza del flop pazzesco di Axl e compagni, i Tool con questo disco si confermano una delle band più influenti della musica rock e metal degli ultimi trent’anni. 10 canzoni (di cui 3 interludi e un solo di batteria), per una durata totale di oltre 85 minuti. Un singolo, la title track, che è diventato immediatamente la canzone più lunga ad entrare nella Billboard 100. E un album che, sempre nella classifica Billboard, ha addirittura scalzato Taylor Swift dalla posizione numero uno.
Fear Inoculum non è un disco semplice, anzi anche i fan più accaniti probabilmente al primo ascolto avranno storto il naso. Ma fidatevi, dedicate a questo disco più e più ascolti e non ve ne pentirete.

BON IVER – i,i 

Che un disco, nel 2019, venga annunciato sui social non è certo una novità. Ma che  venga pubblicato traccia dopo traccia, una all’ora, sui canali digitali, addirittura con un brano pubblicato soltanto su Reddit in una community di fan della band è un unicum. Protagonista Justin Vernon, che sceglie questa modalità per il quarto disco di Bon Iver, i,i. Come sempre la band ci regala un disco notevole, perfetto sequel di 22, A Million, grazie alla loro capacità unica di utilizzare la musica elettronica per creare quasi musica da camera. Intensità minimale, possiamo definirla così, ma qualsiasi nome gli diamo, una cosa è certa: Bon Iver è sempre una garanzia.

SLIPKNOT – We are not your kind 

Altra band che difficilmente delude quando decide di pubblicare nuova musica, gli Slipknot saranno in Italia l’11 febbraio per il tour mondiale di supporto a We Are Not Your Kind, sesto disco della band americana. Diventati a tutti gli effetti un’istituzione nel mondo della musica metal americana, con Corey Taylor che addirittura è diventato un’icona social e protagonista di una serie di meme. Nonostante alcuni problemi personali (il percussionista Chris Fehn è stato cacciato dalla band dopo aver fatto causa agli altri membri per presunti mancati pagamenti di alcune royalties; l’identità del suo rimpiazzo, Tortilla Man, è uno dei grandi misteri di questo 2019), la band non si è fatta influenzare e il disco è intenso dal primo all’ultimo minuto. Jim Root e Mick Thompson regalano come sempre grandi riff per gli amanti del pogo, mentre Corey Taylor bilancia una voce inevitabilmente meno aggressiva rispetto agli esordi con testi impegnati sia che parli di politica sia che decida di esporsi politicamente.

OF MONSTERS AND MEN – Fever Dream

Quando un gruppo giovane e poco conosciuto azzecca il singolo della vita e viene catapultato nelle orecchie di ascoltatori di mezzo mondo, non è mai facile sfuggire al rischio di essere una cosiddetta One Hit Wonder e scrivere nuovi pezzi senza snaturarsi. Gli Of Monsters And Man lo sanno bene: il gruppo islandese, che aveva raggiunto la notorietà con Little Talks nel 2011, aveva faticato – con un secondo disco davvero poco significativo nel 2015. Ora però tornano dopo quattro anni di pausa, con un disco che dimostra una crescita più che positiva per la band nordica. Non è un caso che, durante la fase di scrittura del disco, la cantante del gruppo (non farò finta di saperne scrivere il nome, scusatemi) ha dichiarato di aver lavorato molto al computer invece che sulla chitarra. Ed è proprio questa nuova impronta più elettronica a rendere Fever Dream un disco davvero interessante.

WILLOW – Willow

Sì, stiamo mettendo in questa classifica il disco della figlia di Will Smith. E no, non siamo pazzi. Il disco è bellissimo. Ipnotico a tratti. La voce di Willow ricorda quella di grandi donne della musica alternative contemporanea, da Feist a Chelsea Wolfe (che tra l’altro ha pubblicato l’ennesimo album da non perdere ma – ahinoi – a inizio settembre, quindi fuori dalla nostra classifica). A 18 anni la figlia d’arte ha una maturità lirica e musicale da fare invidia. In un momento storico in cui la sedicenne Billie Eilish viene creata ad arte con singoli come Bad Guy (leggetevi il testo la prossima volta che la sentite in radio), fa quasi impressione vedere una coetanea scrivere canzoni così. Del resto, il talento scorre a fiumi nella famiglia Smith.

E voi, quali nuovi dischi avete scoperto quest’estate?

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