Gay, figli e unioni civili: un sondaggio formato cinema

In Cinema, Weekend

“Oggi insieme domani anche” è un film di montaggio realizzato da Antonietta De Lillo che mette insieme una trentina di contributi creativi: l’Italia d’oggi, delle interviste e delle storie, e quella di ieri, con filmati d’epoca pubblici e privati, per capire l’amore tra diritti, società e relazioni sentimentali

È uscito a Milano, Napoli, Roma, Trieste, e la regista Antonietta De Lillo lo seguirà in proiezioni singole a Bologna, Firenze, Torino, Catania e in altre città Oggi insieme domani anche, un interessante esperimento di “cinema partecipato”.

Il film, di cui la De Lillo si può considerare una sorta di direttore artistico, mette insieme in un montaggio complesso, forse a volte anche un po’ complicato, l’apporto creativo di una trentina di autori di mini-storie e interviste che facendo largo uso di materiali di repertorio, pubblici e privati, anche d’epoca (molto belli), rilanciano i temi dell’amore e del rapporto di coppia.

Si raccontano famiglie tradizionali, resistenti, eterne (anche nella vedovanza), etero e gay, con e senza prole, con figli di origine “classica” o nati con la procreazione assistita; ma anche unioni spaccate, che hanno prodotto ex coniugi in rapporti buoni o pessimi, risposati o tuttora astiosi, anche oltre gli 80anni, coi vecchi partner. Temi di gran attualità, in questi giorni freschi di legge sulle unioni civili e di dibattiti sempre aperti sull’omogenitorialità, la stepchild adoction, il matrimonio gay.

Rimandando al sito della MarechiaroFilm che ha prodotto e distribuisce il film, per l’elenco degli autori e dei componenti del comitato artistico che ha affiancato De Lillo nel lavoro, e per le date delle proiezioni, di Oggi insieme domani anche, applaudito dal pubblico dell’ultimo Torino Film Festival, che ha contribuito a far vincere un Nastro d’Argento alla brava regista napoletana per il suo percorso nel cinema del reale, c’è da aggiungere che interessante sarebbe metterlo a confronto con alcuni suoi illustri o comunque indicativi predecessori: dal pasoliniano Comizi d’amore, cui in qualche modo si ispira, al dimenticato Scusi, lei è favorevole o contrario?, che con le armi della commedia all’italiana e Alberto Sordi sceneggiatore-regista-protagonista, metteva in campo temi quasi più scabrosi, che per l’Italia di metà anni Sessanta, di quelli che dividono il nostro paese oggi. E si potrebbero citare molti altri film.

De Lillo e i suoi autori sanno dosare tenerezza sentimentale e spunti di polemica vera (la violenza sulle donne, la povertà che non ti permette di avere figli, il razzismo sulla diversità), la quasi divertente dichiarazione d’intenti di un signore che dice “picchiare le donne mai, forse uno schiaffo, ma è un una tantum, e poi me lo può dare anche lei a me” e il rassegnato bilancio di altri: “Si comincia a non star più bene insieme per una somma di fattori, che prima non credevi che esistessero, poi un giorno esci di casa il mattino presto e torni la sera sempre più tardi”, o “Io ho un unico “tatuaggio”, l’ho fatto su quelle carte in Comune, quel giorno, e da allora sono rimasto tatuato per tutta la vita”. Parla la scrittrice Luisa Adorno e un’ignota cartomante che ammette “Inseguo l’amore, inseguo l’amore, ma poi, se arriva l’amore, che faccio?” Tra un inno alla solitudine “Si dev’essere individualisti se si vuol raggiungere determinati obiettivi” e un endorsement per la passione e i suoi benefici effetti “L’amore si impara, è una battaglia continua contro il proprio egoismo”.

Ci portano nello stretto presente la love story della signora colombiana nata su Facebook: “Il ragazzo viene, per me. Avevo paura ma mi sentivo felicissima, esta interesado, davero” e il pessimismo di chi dice “Su internet non c’è amore né sesso, è solo un passatempo per non sentirci soli come siamo”. La blogger porno-romantica viene accusata di metter in piazza i panni sporchi di amici e conoscenti per stupire i fan, la sposa di un signore nero, già migrante, mette a fuoco il razzismo strisciante delle sue conoscenti: “Alcune mie amiche iniziarono ad allontanarsi, avevano paura che lui mi obbligasse a mettere il burka”.

La chiusa è dedicata, era quasi inevitabile, a nozze e figli di gay, visti in colorate manifestazioni di protesta o nel tinello di casa menre chiedono ai figli: “Ma voi lo sapete che cos’è un gay? Se si sposano babbo e papà voi che fate?” “Faremo i paggetti”, rispondono i pargoli, quasi con affettuosa sufficienza. Si parla di surroga sempre esistita (“nel 7-800 le signore ricche che non potevano avere figli andavano in campagna e dopo nove mesi tornavano, miracolo!, con bambini meravigliosi”) e ci si canta, tra donne agée ancora innamorate, La vie en rose. Chiede lei: “Ti ricordi quando mi hai conosciuta?” Risponde l’altra: “Quando una persona entra nella tua anima, hai l’impressione di averla conosciuta da sempre”. Sincera poesia o abile scappatoia?

Oggi insieme domani anche, film collettivo coordinato e diretto da Antonietta De Lillo