CRT, tra tendenza e trasformazioni

In Teatro

Il CRT spicca il volo: nella nuova stagione si inseguono e si intrecciano le tendenze più audaci in fatto di sperimentazione. Grandi nomi in ballo: Castellucci e Societas, Sonia Bergamasco, Alessandro Sciarroni, Roger Bernat…

Ve lo avevamo già detto a marzo: il CRT – Teatro dell’arte di Milano, sotto la nuova direzione artistica di Umberto Angelini, è pronto a spiccare il volo.

Non che prima restasse chiuso nei ranghi, anzi: adesso, però, l’obiettivo è importante. Ergersi a faro incontestabile dei grandi nomi della sperimentazione scenica contemporanea. Formulata in questa maniera, sembra una prosopopea dalle gambe troppo corte. Chi, al di là delle grandi istituzioni, non vorrebbe esserlo?

A questa domanda, però, si trova facilmente una risposta. Dove? Nella mission del CRT, sbandierata orgogliosamente nella home page del sito: un luogo d’incontro creativo tra le arti dal vivo, uno spazio per le nuove espressioni artistiche e per elaborare nuovi format di relazione tra artisti e pubblico.

Un focus di rilievo: diventare un punto di riferimento per i giovani. Scatenando idee, lanciando suggestioni, incantando con una proposta di notevole diversificazione. E assecondando la tendenza. La stagione 2017/18 parte proprio adesso, in questi giorni: dal 13 giugno al 23 luglio (non continuativi) Strasse, la compagnia di Francesca De Isabella e Sara Leghissa, mette in scena Drive_IN #Barona. (foto tratta da www.triennale.org) 

Un progetto interessante per un solo spettatore alla volta. Per ogni data prenderà vita in un luogo diverso: una performance che ingloba percezioni cinematografiche e sceniche, sfruttando l’aura magnetica delle varie anime di Milano e, soprattutto, quel concetto di contaminazione che per il teatro è ormai imprescindibile.

E sono molti altri i nomi interessanti a emanare sperimentazione nel corso della stagione: da Silvia Costa (14-24 settembre) con un’installazione sonora ispirata a Descrizione di un quadro di Heiner Müller, alle Storie Milanesi sulla città segreta interpretate da  Gianni Biondillo, e musicate dal produttore Painè Cuadrelli (11 ottobre), senza trascurare il tris composto dal premio UBU Daria DeFlorian e il sodale Antonio Tagliarini abbinati all’olandese Lotte van den Berg, tra le registe più feconde e significative del panorama europeo. I tre mettono in scena una Milano che non ti aspetti in Cinéma Imaginaire:  la performance, concepita per uno spettatore alla volta, « è un invito a vivere la città in modo non ordinario, a cercare nuove prospettive».

E poi c’è lui. Dal 3 al 5 aprile Romeo Castellucci, con la compagnia Societas, ritorna al CRT dopo il successo del Cesare a pezzi, macellato e sublimato del 2016: per il 2018 il confronto prende radici nella musica. Schwanengesang D774, questo il nome dello spettacolo – ideato per Avignone -, si ispira a un Lieder di Schubert. Il titolo vuol dire «canto del cigno»: due donne sul palco, la soprano Kerstin Avemo e l’attrice Valérie Dréville, reinterpreteranno il Lieder, ora con il filtro dell’allegria, ora con quello dell’angoscia. Su tutto, la sconvolgente (e consueta) presa di posizione politica, estetica e radicalissima di Castellucci e della sua compagnia.

E non c’è solo lui: la tedesca Kami Manns (22-27 maggio con Terror, da von Schirach, compendio di dubbi in cui sarà il pubblico a decidere il finale dello spettacolo), le straordinarie coreografie di Olivier Dubois (Les Mémoires d’un seigneur, 17-18 marzo),  Panorama  dei Motus (2-7 maggio),  Sonia Bergamasco di nuovo alla regia dopo il successo di Louise e Renée al Piccolo, questa volta con L’uomo seme da Violette Ailhaud (16-21 gennaio).

Se di tendenza si vuole andare, il CRT per questa stagione si gode anche i suoi record: a Milano fa arrivare per la prima volta Philippe Quesne, tra gli artisti visivi più apprezzati al mondo, che con L’Effet de Serge (27-28 maggio) celebra l’incanto delle piccole cose e la gioia della condivisione.

E, sempre per restare nel tema dei grandi nomi esteri, c’è spazio anche per  Nessuna conversazione degna di rilievo, che il catalano Roger Bernat porta sulla scena dal 24 al 28 ottobre: il pubblico si confronta con una metamorfosi di documenti e intercettazioni che la polizia ha raccolto in una città spagnola, dove alcuni abitanti si sono fidelizzati allo Stato Islamico. Quali prospettive seguire? Verso quali traiettorie orientarsi?

E poi ancora il performer Alessandro Sciarroni con ben tre spettacoli (Joseph Kids a fine novembre e Folk-s will you still love me tomorrow e Chroma, dal 14 al 17 dicembre), una ouble con i burattini di Daniele Cortesi (sotto Natale),  il premio UBU Virgilio Sieni con Pulcinella Quartet (7-8 aprile), cocktail di tamurriata e gestualità, e poi i coltissimi di CollettivO CineticO con Sylphidarium (14, 15 novembre).

Sono tanti, forse troppi. Del resto con la tendenza e la trasformazione funziona così: se la vuoi, ti devi impegnare ad annusarla, a plasmarla, a contaminarla. CRT è avido, bulimico, alla ricerca di attenzioni. E fa bene: in un periodo in cui il teatro è alla ricerca di abbonati, CRT è alla ricerca di pubblico.

(immagine di sfondo tratta da www.triennale.org) 

(video di L’effet de Serge di proprietà di MontrealFTA) 

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