Allargare lo sguardo. È quello a cui invita, implicitamente, il saggio di David Salomoni pubblicato con Laterza: storie di feudatarie, capitane di ventura, esperte dell’arte della guerra, popolane combattenti. Al di fuori dei confini della leggenda, una pagina tutta da studiare e da riscrivere: quella delle donne che difesero in prima persona terre, territori, città.
Non è solo un libro di storia, ma un’opera che invita a rivedere la Storia da una prospettiva diversa. In Leonesse. Le guerriere del Rinascimento, (pubblicato da Laterza) David Salomoni compie un’impresa rara e cruciale: racconta donne che hanno avuto ruoli attivi nella guerra e nella difesa dei propri territori, a partire da fatti storicamente documentati e attraverso una ricerca ricca e approfondita.
“Le donne sono sempre esistite”, conferma lo stesso Salomoni nel capitolo introduttivo, un’affermazione che nella sua semplicità ha qualcosa di rassicurante: tuttavia, la Storia per molto tempo è stata raccontata dagli uomini, e gli autori, inevitabilmente influenzati da misoginia e formazione tipiche del loro tempo, trovavano poco spazio per le donne nei loro resoconti storici; così le figure femminili si incontrano solitamente di sfuggita. Bellissime, silenziose, pie, ma raramente dinamiche.
Al contrario, Salomoni ci restituisce racconti di coraggio femminile, di forza d’animo oltre che fisica, e da questo nasce un’immagine tutta nuova della donna del Rinascimento: non più dimessa e decorativa, ma intraprendente e capace di pretendere (e ottenere) rispetto dai signorotti dei comuni, dai soldati della guardia, dai papi, dai mariti, dai nemici, forse i più colpiti e turbati di tutti dalla tempra di queste virago. Armate di sana intraprendenza, queste nuove eroine rinascimentali sfidano le aspettative del loro contorno sociale e politico per fare ciò che ritengono giusto, e che l’impresa sia vittoriosa o si abbia la peggio, non sfugge nemmeno agli storici dell’epoca l’incredibile valore di queste donne straordinarie, ardenti di un fuoco che stupisce (anche oggi) trovare in una signora del Rinascimento.

Ma una guerriera non si costruisce in un giorno.
Il libro sottolinea in un’ottica totalmente diversa un altro grande tema della storia delle donne: l’educazione femminile è stata nel corso dei secoli (e resta tuttora) un tema sociale caldo, ma in questo resoconto alla classica L’ Èducation Sentimentale che viene descritta per le donne rinascimentali, si sostituisce una cruda disciplina militaresca. È la dimostrazione, questa, che un cambiamento stava avvenendo nella condizione femminile: nel corso del Rinascimento la posizione sociale e politica delle donne, pur rimanendo in gran parte subordinata a quella degli uomini, ha cominciato a essere messa in discussione da alcune donne stesse e dalle loro famiglie, che spesso comprendevano la necessità di formare le figlie in un contesto di lotta per la difesa dei territori. Emergono figure paterne all’avanguardia che vedono nelle figlie la potenzialità di una monarca capace di proteggere il proprio regno, che deve essere preparata alla crudeltà di un mondo in cui la morte è ovunque, così come la guerra.
Colpiscono poi i tipi di donna tratteggiati da Salomoni; tra le pagine di Leonesse, le guerriere rinascimentali non sono il mero copia-incolla della Clorinda tassiana, l’incarnazione di un cavaliere in gonnella. Piuttosto compaiono, nei panni di guerriere, tipi femminili tra i più variegati: certe devotissime, come Matilde di Canossa, altre matrone ben consce del loro potere procreativo, tipo di cui è esempio lampante Caterina Sforza, poi mogli fedeli che speravano un giorno di poter indossare gli abiti d’arme, proprio come accadde a Cia Ordelaffi. Questa poliedricità di figure è preziosa, una rappresentazione del mondo femminile sfaccettata e complessa è ancora una rarità che non può che essere accolta a braccia aperte.
Leonesse è un lavoro che offre un contributo fondamentale alla storiografia femminile, mettendo in luce come le donne abbiano giocato un ruolo cruciale in un periodo storico che, erroneamente, è stato considerato appannaggio quasi esclusivo degli uomini. Salomoni ci invita a riflettere sulla necessità di ripensare il passato con occhi più aperti e più giusti, rendendo visibili le donne che hanno forgiato la storia con la stessa forza e determinazione.