Chinamen, così cinese, così milanese

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Se dico via Paolo Sarpi, a cosa pensi? La risposta al Mudec in una mostra e non solo (il progetto comprende anche un fumetto, un documentario ed eventi) dal titolo Chinamen che racconta, attraverso archivi familiari e pubblici ed una ricerca partecipata, i 100 anni della comunità cinese a Milano

L’immigrazione cinese a Milano e in Italia, i suoi usi e costumi  hanno un’aura spesso nebulosa, imprecisa e sono avvolti in leggende metropolitane che talvolta si tingono di misterioso. Nonostante si sia ormai giunti alla quinta generazione di cinesi in Italia,  nonostante siano, per numero, la quarta popolazione immigrata ( e circa 27mila a Milano)  ed abbiano una presenza stabile e consolidata, di loro si sa ancora troppo poco. Ormai la cultura cinese è parte del nostro tessuto urbano e delle nostre abitudini giornaliere, ma quanto sappiamo della silenziosa e operosa popolazione della Terra di Mezzo?

Per esempio, sapevate che i primi cinesi, ingaggiati quali agenti di commercio da una società  franco-nippo-cinese, sono arrivati a Milano – parliamo degli anni  Venti –  con valigie piene di perle? Che, grazie al gusto esotico che incuriosiva, moltissimi di loro convolarono a felici nozze con le bellissime milanesi dell’epoca? E ancora, sapevate che durante il ventennio fascista subirono rastrellamenti? Che vennero deportati nei campi di concentramento italiani in Abruzzo e Calabria, che a Milano il primo ristorante cinese si chiamava La Pagoda ed ebbe – erano gli anni Sessanta – un enorme successo per la raffinatezza dei gusti delicati ed esotici? Che ancora, grazie a loro, scriviamo con penne dagli inchiostri di mille colori?

 Studio TolliniRitratto di famiglia. Immigrato cinese con moglie e figlie, 1950. Archivio di Etnografiae Storia Sociale della RegioneLombardia.
Studio Tollini, Ritratto di famiglia. Immigrato cinese con moglie e figlie, 1950. Archivio di Etnografia e Storia Sociale della Regione Lombardia.

Chinamen, a ingresso gratuito presso il Mudec dal 15 marzo al 17 aprile, espone in modo chiaro e semplice il processo di integrazione centenario della comunità cinese nella città di Milano, attraverso stralci di giornali, fotografie di famiglia e oggetti che percorrono le origini e le vicissitudini della migrazione cinese, incoraggiata dal 1906 con gli scambi commerciali dell’Europa con l’Oriente.

Si offre uno spunto di riflessione insolito, laterale e didattico su un tassello urbano sociale ancora poco noto, in cui emergono aspetti come la paura di una popolazione nuova, durante il periodo fascista che arriverà a diffidare alle donne italiane di unirsi con “la razza gialla”, ma anche di apertura, curiosità e promozione della cultura e cucina cinese durante gli anni ’60 e che oggi fa largamente parte anche dei nostri gusti.

La mostra punta quindi a sottolineare attraverso documenti storici ed effetti personali, come la comunità sino-milanese abbia, silenziosamente ma attivamente, partecipato alle tappe più significative della nostra storia, dalle Esposizioni Universali a cominciare da quella del 1906 primo approdo dei cinesi a Milano, alla seconda Guerra Mondiale,  agli anni del boom economico fino all’imprenditoria degli anni ’80, quando il flusso migratorio – in mostra documentato dalle immagini di Armando Rotoletti – riprende in maniera prepotente. Il percorso espositivo, dal carattere storiografico, agli occhi di un fruitore un po’ pigro o di fretta potrebbe risultare un po’ incerto, tuttavia a vantaggio di una comprensione più immediata, il visitatore è accolto da un documentario all’ingresso, che ripercorre in modo chiaro e per tutte le età, grazie alla scelta di renderlo ad animazione, i punti più salienti del processo di inserimento e i successi sociali della comunità cinese nel Bel Paese, nonché il radicamento nella zona di Porta Volta, la grande Chinatown di Milano.

A cura di Daniele Brigadoi Cologna (Università degli Studi dell’Insubria) e Matteo Demonte, Chinamen è  frutto di una ricerca partecipata condotta dal sinologo in collaborazione con giovani studenti negli archivi famigliari e in quelli pubblici, e dell’indagine iconografica di Matteo Demonte negli archivi privati delle antiche famiglie italo-cinesi di Milano. La mostra è anche l’ultimo step del programma culturale “Milano Città Mondo #02 Cina” organizzato dall’Ufficio Reti e Cooperazione Culturale del Comune di Milano e dal Mudec, in collaborazione con l’Istituto Confucio dell’Università degli Studi di Milano e con il Forum della Città Mondo: oltre alla mostra, Chinamen è anche un fumetto  edito da BeccoGiallo di Ciaj Rocchi e Matteo Demonte, come si è detto un documentario degli stessi autori, e un insieme di eventi che hanno avuto luogo a Chinatown e non solo.

Immagine di copertina: Fumetto, Venditore di perle © Chinamen, Rocchi-Demonte

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