Praga sonora, la musica nuova della città magica

In Musica

Nella città dei festival musicali, patria di Smetana, Janáček, e Dvořák, l’avanguardia occupa un posto di primaria importanza. Elettroacustica, sound art, rock: i nomi da seguire e i locali da frequentare

Praga è crocevia, terra di passaggio e riferimento culturale. Un luogo di sincretismo, la città in cui Mozart ha debuttato con il suo Don Giovanni; la città che, nel cinquecento, ha ospitato gli ultimi anni dell’appassionata ricerca dell’astrologo danese Tycho Brahe; la città che ha dato i natali a Franz Kafka, probabilmente il più celebre scrittore ceco, che tuttavia scriveva i suoi libri in lingua tedesca. Saranno le influenze slovacche, polacche, ungheresi, tedesche, austriache e vietnamite a dare proprio quel fascino peculiare alla Boemia.

La storia recente della Repubblica Ceca ha visto grandi mutamenti sociali intercalarsi, spesso in modo violento e radicale. Nell’arco di un secolo, Praga si è trasformata da elegante centro culturale dell’impero austroungarico ad avamposto sovietico, da culla di intellettuali illuminati negli anni sessanta a trappola delle illusioni capitaliste e libertarie degli anni novanta.

Oggi, a uno sguardo superficiale, il centro storico di Praga sembra monopolio dei turisti di tutto il mondo, arrivano in grandi quantità dalla Corea, dalla Russia, dagli Stati Uniti e un po’ da tutta Europa. Ma bisogna andare oltre, nelle articolazioni più sorprendenti di questa città, che seduce come la fresca brezza d’estate.

La città ospita molti eventi culturali. Alcune fra le istituzioni culturali più di rilievo sono l’elegantissimo Teatro Nazionale (Národní Divadlo) e il meraviglioso Rudolfinum che, oltre a essere la sede dell’orchestra filarmonica ceca, ospita nel sottotetto un’interessante galleria di arte contemporanea.

Questi sono i luoghi dei grandi compositori cechi del passato, quali Bedřich Smetana, Leoš Janáček, Antonín Dvořák e Bohuslav Martinů, che nella loro vitale ricerca di un senso musicale distintivo, hanno spesso attinto al folklore. Una tradizione connotata da quell’idea di sincretismo di cui si accennava più sopra.

Il folklore è liquido e vivente, muta ogni giorno, non sarebbe saggio darne un’indicazione circostanziata, perciò basterà porsi con un’ascolto particolare, per le vie di Praga, e andare alla ricerca degli zingari virtuosi, degli ebrei drammatici o delle languide polifonie slave, le cui cantanti portano sempre un fazzoletto colorato sulla testa.

L’unico modo per fotografare lo stato dell’arte è partecipare ai suoi numerosi festival musicali. A Praga i festival sono numerosi e di qualità, anche questo esprime il benessere del mercato culturale e del sostegno delle istituzioni in Repubblica Ceca.
L’inizio dell’estate è celebrata dal festival openair più grande della città, ha una lunga tradizione e si chiama United Islands Of PragueIn primavera invece si può prendere parte al più elegante Pražské Jaro, una mecca per la musica classica, presenta un repertorio vasto e raccoglie degli interpreti illustri.

A proposito di interpreti illustri, vorrei citare due fra i compositori della generazione più giovane, a mio avviso molto interessanti: Miroslav Srnka, di cui l’ultima produzione South Pole ha debuttato all’inizio di luglio alla Bayerische Sstaatsoper e Petr Bakla che ha articolato un pensiero interessante circa il concetto di melodia. 

Ma proviamo ad andare oltre le istituzioni “eleganti e meravigliose” e addentriamoci nella più fresca scena underground praghese. Qui arriva il nodo del discorso, la Mitteleuropa, dalle repubbliche baltiche, giù fino ai Balcani, passando per Praga, nasconde un substrato musicale d’avanguardia che oggi ancora non si conosce in Italia. Altroché Amsterdam, Berlino e Londra, ascoltiamo la musica nuova di Danzica, Riga, Budapest, Lubiana e Praga!

In maggio si è svolto il festival biennale Vs. Interpretation. Principalmente fra Studio Alta, Alfred ve Dvoře e la galleria Školská 2. Quest’ultima, in particolare, presenta una programmazione dedicata alla sound art, la cui cura è affidata a Petr Vrba, trombettista e sperimentatore elettroacustico, nonché conduttore del programma radiofonico notturno 13 SYROVÝCH, su Radio1.
Altri musicisti dell’avanguardia praghese sono Tomas Prochazka aka Federsel, membro, insieme a Petr Ferenc, della compagnia teatrale Handa Gote. La sua band B4 ha recentemente registrato un tributo al gruppo rock The Plastic People of the Universe, il principale rappresentante della cultura underground della capitale cecoslovacca fiorita tra il 1969 ed il 1989.
Il mezzo di comunicazione più diffuso tra questi musicisti è l’autoproduzione, come spesso accade nell’ambito dell’underground. A maggior ragione, vale la pena di indicare alcuni riferimenti: Meteorismo labelPolí5God Records Klang Und Krach.

Interpreti di questa scena sono i musicisti più giovani, quali Tomáš Míka (banjo), Pavel Zlámal (ance), Lucie Vitkova (fisarmonica), Vojtech Prochazka (pianoforte), nomi di cui si sentirà parlare in futuro, ora giovani promesse, coinvolti in vari progetti attivi a Praga.

 

Per concludere, se passate da Praga ecco alcuni club o, più in generale, luoghi dov’è possibile ascoltare la nuova musica della scena baltica

Punctum Krásovka http://punctum.cz

Grid https://www.facebook.com/gridprague

Café V Lese (Wakushoppu) http://www.cafevlese.cz

Potrvá http://www.potrva.cz/cs/

Klub FAMU https://www.facebook.com/klubfamu/

VILA Štvanice http://www.vilastvanice.cz

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