FAR Music Festival torna a casa: si riaprono le porte di Villa Arconati

In Musica

Contaminazione” è il titolo dato quest’anno alla tradizionale manifestazione di Bollate, che ritrova la sua collocazione nei giardini della villa. Si incroceranno proposte artistiche diverse per provenienza geografica, culturale, di genere. Portatori sani di musiche, letture ed eventi scenici saranno tra gli altri Laurie Anderson e Angelique Kidjo, i Bowland e Ascanio Celestini

Il Festival di Villa Arconati ha raggiunto un traguardo importante. Per la sua trentunesima edizione vengono riaperte le porte dell’interno dei giardini della Villa lato Sud, che erano rimase chiuse per anni a causa di dovuti lavori di ristrutturazione. Un ritorno che ha spinto a cercare una proposta artistica nuova, senza tralasciare mai il bisogno di ricerca nella qualità.

Il tema centrale del Festival di quest’anno è la contaminazione. L’idea nasce da molteplici spunti, in primo luogo la contaminazione della città, soprattutto la città metropolitana di Milano i cui confini sono sempre più liquidi, di cui fanno parte Bollate e la sua frazione Castellazzo. In secondo luogo la contaminazione artistica: una grande varietà di proposte – dal reading, al jazz fino ad arrivare all’elettronica – in cui le scelte, nella loro diversità, risultano perfettamente bilanciate.

Uno speciale evento, fuori dalla programmazione ufficiale del Festival, il 22 giugno è stato la testimonianza della collaborazione di Bollate con il Festival di Villa Arconati. Al Cantun Sciatin la Artchipel Orchestra e l’Orchestra di via Padova, dirette da Ferdinando Faraò, hanno eseguito la Batik, African Suite.

Sette saranno le “serate-evento” che formeranno la trentunesima edizione, con scelte diverse tra loro e che mirano a soddisfare la richiesta di un pubblico sempre più esigente. Apre stasera 26 giugno Guido Catalano con il suo Tu che non sei romantica summer tour. Lo scrittore e poeta torinese propone un reading in solitaria in cui l’ironia si mescola con parole e poesia fortemente caratterizzati da un insolito romanticismo. Una storia unica, una storia di magia, guerra, paura ma anche sguardi, carezze e, ovviamente, amore.

Totalmente diversa sarà l’atmosfera che ci regalerà l’artista che si esibirà il 5 luglio. Raffinata ed elegantemente eclettica compositrice e musicista dell’avanguardia elettronica, Laurie Anderson sarà presenta al FAR grazie a una collaborazione con TERRAFORMA Festival. Un esempio, tra altri, di come l’unione di più realtà sia utile e necessaria per offrire qualità e innovazione. La Anderson, moglie di Lou Reed, presenta per la prima volta in Italia The language of future, una performance che mescola narrazione, musica (violino elettrico e orchestra digitale) e proiezioni video interattivi. Un appuntamento imperdibile per chi non vuole perdersi la performance di un’artista tra le più interessanti dello scenario contemporaneo, che tra le altre cose è anche vincitrice di un Grammy Award nella categoria musica da camera/small ensemble per l’album Landfall.

Storie comiche ferroviarie si chiama lo spettacolo di Ascanio Celestini. L’attore/narratore si esibirà l’8 luglio in uno spettacolo che si presenta sotto forma di storia narrata, in cui l’attore-autore diventa un filtro tra gli spettatori e i protagonisti della messa in scena. Celestini racconterà le storie nate nel luoghi più disparati del mondo, mettendole in fila come i vagoni di un treno, portandoci in uno strano giro del mondo esplorando il lato più divertente dell’umano. Non c’è posto per il politicamente corretto, ma proprio per questo la catarsi è garantita. Come suggerisce il comico romano la comicità e le barzellette «danno la possibilità di prendere il peggio di noi e del mondo e di appropriarcene per smontarlo e conoscerlo».

Il 9 luglio la Villa verrà invasa dall’energia di una delle band emergenti del momento. Quarti classificati all’ultima edizione di X Factor, i Bowland sono pronti a sorprendere il pubblico con la loro sonorità. Il progetto nasce nel 2015, i tre ragazzi di origini iraniane decidono di lasciare Teheran per trasferirsi a Firenze. E’ qui che Lei Low, Pejman e Saeed iniziano il loro percorso artistico. La proposta musicale trova posto nel filone dell’elettronica, da loro definita più volte “artigianale”, in quanto utilizzano spesso strumenti – convenzionali e non – per aggiungere sonorità intriganti, il tutto bilanciato dall’eterea voce della frontman Lei Low.

E’ il momento di una delle voci femminili più importanti del panorama jazzistico odierno, grazie alla collaborazione con il Bollate Jazz Meeting. A scaldare la serata del 17 luglio ci penserà la classe, l’eleganza e l’anima soul di Dee Dee Bridgewater. La moglie del trombettista Cecil Bridgewater si è imposta come interprete nella Francia degli anni Ottanta, con un repertorio che spazia tra standard e tendenze recenti. In particolare ha saputo reinterpretare in maniera magistrale la splendida Billie Holiday, di cui il 17 luglio ricorre l’anniversario della scomparsa, avvenuta nel 1959. L’ultimo lavoro discografico della Bridgewater è dedicato alla sua terra, il Memphis Tennessee, in cui ha raccolto alcune versioni di classici standard come I can’t stand the rain, Hound dog e Try a little tenderness.

Immergendoci nella calda estate, il 23 luglio ci sentiremo trasportati nella magia esotica di Angelique Kidjo. Da molti definita come l’erede di Miriam Makeba, la cantante del Benin è sicuramente una delle artiste più influenti del panorama africano. Lo scorso anno ha sperimentato dando una nuova anima all’album cult dei Talking Heads Remain in light, a cui ha regalato un’inconsueta sfumatura afro. Nell’aprile 2019 è uscito l’album Celia, suo tributo alla nota cantante cubana Celia Cruz. Saranno questi due lavori a garantire il miglior modo per concludere l’esperienza del festival.