Fiò, un artista diviso tra Arlecchino e la Vanoni

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Il Teatro Studio omaggia Fiorenzo Carpi e il suo miracolo (musicale) a Milano. Compagni di strada: Giorgio Strehler e la cantante milanese

Indifferente alle luci della ribalta, Fiorenzo Carpi era “di quei che parlen no”. Di natura schiva e gentile, oggi viene ricordato più spesso per le parole dei suoi celeberrimi collaboratori – da Fo a Strehler – che per la sua musica. “Il mio teatro è tenuto insieme dalle tue note” diceva Strehler, ma è una fallacia affidarsi all’autorevolezza altrui per sostenere l’importanza della sua opera, che tutto è fuorché un semplice accompagnamento alle messe in scena del fondatore del Piccolo Teatro.

Certo, più di cento sono le composizioni di scena fatte per Strehler ma poi c’è il cabaret, le meravigliose canzoni della mala scritte per la Vanoni, il riadattamento della musica del balletto Excelsior per la storica produzione di Filippo Crivelli, ovviamente il Pinocchio televisivo di Comencini e perfino un’opera commissionata dalla Scala (La porta divisoria, dalla kafkiana Metamorfosi), purtroppo rimasta incompiuta: forse per pigrizia, forse perché troppo seriosa per lo stile franco e semplice del compositore.

https://www.youtube.com/watch?v=s_TdwJ76weQ

Lo scorso 24 Gennaio al Teatro Studio Melato è stata allestito un omaggio a “Fiò”, Ma mi. Serata di parole e musica di Fiorenzo Carpi, in occasione dell’uscita della prima monografia a lui dedicata (edita da Skira, scritta da Stella Casiraghi e Giulio Luciani). E dopo una mezz’ora di aneddoti sulla sua giovinezza sotto le bombe nessuno ha più resistito e sono partite a ruota libera tutte le canzoni che il pubblico – per lo più d’altri tempi – si aspettava. Tra gli interpreti alcuni bravi, alcuni meno, ma tutti decisamente coinvolti: Giancarlo Dettori, Alberto Patrucco, Sara Zanobbio, Giulia Lazzarini e la splendida Rosalina Neri, ormai …enne.

Io, milanese, non conoscevo le canzoni di Carpi: appartengo a una generazione che si spinge al massimo fino a Gaber, e che pensa che O mia bela Madunina sia l’unico capolavoro delle menti musicali di questa città. E invece i milanesi hanno la musica nel sangue.

E se si ascoltano Ma mi, Sentii come la vosa la sirena, Hanno ammazzato il Mario, Un giovedì alle cinque, La brutta città si avvertono uno slancio e una sensualità commoventi. E viene il sospetto che l’austera Milano non sia altro che un’anziana e dignitosa signora che in vena di confidenze potrebbe raccontarci storie di antiche passioni musicali.

Ma mi Serata di parole e musica di Fiorenzo Carpi al Teatro Studio Melato

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