Stagioni teatrali / Giro dell’oca da Shakespeare agli Oblivion

In Teatro

Manifatture Teatrali Milanesi, che riunisce in un unico organismo le sale Litta, Leonardo e Cavallerizza, si presenta al pubblico nella stagione 2016/2017: tante sorprese e spazio anche al musical…

Si presenta in maniera variegata e composita la stagione teatrale delle Manifatture Teatrali Milanesi, l’organismo che nel capoluogo lombardo collega idealmente tre sale della città (quelle del Teatro Leonardo, del Teatro Litta e della Cavallerizza) in un unico filamento scenico, che si sviluppa in un palinsesto che, per quanto riguarda la programmazione 2016-2017, riserva nomi interessanti e drammaturgie differenti a confronto.

Degna di nota è l’attenzione che Manifatture riserva ai grandi classici del teatro internazionale. Salta subito all’occhio, infatti, il Giulio Cesare (al Litta dal 9 al 15 novembre) di William Shakespeare riletto dalla regia attenta di una delle nuove promesse della scena italiana oggi: Antonio Oliva, che dirige Mino Manni (e cast in via di definizione) nella tragedia dedicata al console glorioso, il grande “assente” per antonomasia nella rielaborazione del Bardo.

Alla Cavallerizza, dal 14 al 20 novembre, Beyond Vanja si ispira al dramma cechoviano – autore che il teatro italiano oggi continua ad amare molto nelle sue numerose possibilità di interpretazioni – attraverso l’ispirazione di Francesco Leschiera, che impronta la sua messa in scena su una mollezza e una inquietudine tutta russa, pronte a sposare in armonia il pensiero del medico di Taganrog.

Roberto Latini rilegge una rilettura (e non è un gioco di parole…): il suo Amleto + Die Fortinbrasmachine (Teatro Litta dal 24-29 gennaio) è quello che Heiner Muller aveva “meccanizzato” a partire dal testo di Shakespeare (pure lui non manca mai!). Interpreta… Roberto Latini. Ed è proprio il caro William a ritornare con uno dei suoi testi più amati: Romeo e Giulietta fa capolino dal 23 marzo al 2 aprile al Teatro Leonardo che Corrado D’Elia dirige con gli attori della sua compagnia. E ancora, per restare in tema classici, sfilano anche Goldoni (La bottega del caffè, dal 26 aprile al 7 maggio, al Leonardo per regia di Valeria Cavalli) e Melville (con Corrado D’Elia alla regia di Moby Dick, 5-17 giugno al Litta).

Chiusa la parentesi “classici”, è tempo di rivolgersi ancora a grandi nomi della poesia e della letteratura contemporanee. È proprio questo secondo filone a rappresentare uno dei momenti più significativi nella programmazione di Manifatture. Scopriamo perché. Antonio Syxty, regista da sempre vicino alla storia del Litta, mette in scena Blackout (27 giugno – 8 luglio), il “poema” di Nanni Balestrini, voce milanese della neoavanguardia. Valeria Cavalli, direttrice artistica di Quelli di Grock, scrive e dirige (insieme a Claudio Intropido, insieme a lei con-direttore della fortunata compagnia) Fuori Misura (al Leonardo dal 4 al 9 aprile), un testo che parte da un contesto fortemente intriso di contemporaneità, un monologo che intreccia la storia personale e frustrante del protagonista (un precario alle prese con la prima supplenza nella scuola media che ha frequentato da piccolo) alle opere di… Giacomo Leopardi.

Rilievo anche al musical (31 gennaio-19 febbraio), grazie agli Oblivion: tra mash-up e duetti sulle note delle canzoni italiane e internazionali più amate dal pubblico in quasi delirio (ri)arriva Human Jukebox, con il gruppo ormai in semi-stabilità al Leonardo.

La scrittrice statunitense Joyce Carol Oates, invece, è fonte di ispirazione per l’attrice e regista Guenda Goria alle prese (7-19 febbraio, Litta) con l’atto unico Nel buio dell’America, atto unico che guarda alle contraddizioni degli States nei primi Anni Novanta – con un interessante parallelismo all’Italia di oggi.

E spazio anche ad Alessandro Baricco (il cui Novecento va in scena per la regia di Corrado d’Elia tra la fine di dicembre e il 15 gennaio), l’icona Giovanni Testori, di cui rivive la Cleopatràs (La Cavallerizza, 13-18 dicembre, regia di Mino Manni) di rigurgito dantesco pieno di frattaglie, senza gioielli ma con tanta sporcizia. E spazio anche alle glaciali architetture sui sessi delle Montagne russe di Eric Assous (05-14 maggio, Cavallerizza), con regia di Fabrizio Visconti e Rossella Rapisarda e Antonio Rosti nei panni di una donna e di un uomo di fronte a un appuntamento che diventerà qualcosa di elegantemente perfido.

I nomi, i titoli e le suggestioni non mancano; e Manifatture Teatrali, organismo in continua crescita, non smette di sorprendere. La carne al fuoco è molta, a noi adesso capire come mangiarla meglio.

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