La prima volta di Eleanor Coppola on the road sulle strade di Francia

In Cinema

La consorte del regista del “Padrino”, autrice di un libro e di un documentario, già celebri, sul periglioso set di “Apocalypse now”, debutta nel cinema di fiction con un film semi-autobiografico, “Parigi può attendere”. Dove ricostruisce qualcosa di strano che le è accaduto una decina d’anni, fa quando, stanca d’aspettare il marito, viaggiò da Cannes a Parigi su un’auto guidata da un socio di Francis. Gentile, intraprendente, amabilmente inaffidabile come tutti i francesi (visti dagli americani)

Eleanor Coppola, da sempre moglie di Francis “il Padrino”, ha firmato uno dei più famosi diari di bordo della realizzazione di film della storia, Appunti dietro la cinepresa di Apocalypse Now, ha vinto un Emmy Award, gli oscar tv americani, per la produzione e direzione del documentario Hearts of Darkness: A Filmmaker’s Apocalypse (1991), in italiano Viaggio all’inferno, ma finora non aveva al suo attivo un’opera di fiction da regista/sceneggiatrice.

Il suo debutto avviene adesso con Parigi può attendere, film on the road in transito da Cannes alla capitale francese, preferibilmente su deliziose strade secondarie, e con molti detour: una commedia un po’ screwball, un po’ sentimentale, in bilico tra turismo gastro-artistico d’alta classe e moderate lamentazioni anti-hollywoodiane, che poi, in fondo, da quell’industria e da quelle frequentazioni viene lei, il suo personaggio, il marito-produttore, l’altro uomo della storia, e forse anche il pubblico che andrà a vedere il suo film.

Eleanor, cosa che forse non avrà riempito così tanto di gioia il celebre marito – che ha comunque fortemente sostenuto il film in termini professionali ed economici – ha più volte ribadito che il materiale dello script è tutto suo, nel senso che è abbastanza autobiografico, e si rifà a un episodio di una decina d’anni fa, anche meno. Quando, un po’ per malattia sua e un po’ per gli impegni dell’inafferrabile consorte (cui dà volto, nel film, con humour, Alec Baldwin), dopo averlo accompagnato al festival sulla Croisette se ne tornò nella loro bellissima casa parigina a bordo di un’auto guidata da uno storico partner d’affari di Francis. Che le rese il viaggio assai piacevole, in molti sensi.

 

In verità nel film, racconto di due giornate in cui Anne (la deliziosa Diane Lane) è sottoposta a un tour de force chilometrico, culturale e alimentare quasi inumano, Jacques (Arnaud Viard), il socio-amico del consorte Michael, per quanto sembri sempre sul punto di profferirle amorose proposte, non arriva mai a portarle fino in fondo. Per fedeltà e un po’ timore del potente Michael, perché lei, alla fine, mai lo asseconda fino in fondo su quella strada (quanto a lumache, funghi e champagne, invece non sembra avere resistenze) e forse perché così è andata a Eleonor, nella realtà.

Jacques è simpatico, scanzonato, riconosce un piatto d’autore e un ottimo bicchiere di vino. E una donna di classe dall’aspetto incantevole. Facile quindi che le sette ore necessarie al tragitto si trasformino in più giorni (comunque sempre troppo pochi per arrivare dopo Michael, disperso nell’Europa dell’Est, for business), che in sua compagnia scorrono lieti tra gesti minuti e piccoli paesaggi capaci di risvegliare la gioia di vivere di Anne, da tempo forse un po’ spenta tra party californiani e viaggi al seguito di contanto consorte.

Di questo piccolo film, che forse vorrebbe dipingere un ambiente in cui convivono più business e noia quotidiana che creatività, si apprezzano di più l’eleganza dei vestiti della primattrice, lo splendore di alcune location, l’appeal di svariate portate; e la verve di Viard che fa “il francese come lo vedono gli americani”, capace di cogliere i gusti della vita ma forse anche un po’ inaffidabile, e in tanti modi, come ripete, forse non così scherzosamente come vuol far credere, al telefono, il marito lontano e vagamente interrogativo.

Un piccolo divertissement che certo non apre scorci fondamentali di conoscenza sulla lunga vita della numerosa famiglia Coppola, in cui si sono alternati trionfi e disastri, umani, artistici ed economici, mirabili invenzioni e anche tragedie. Ma, chiaramente, non era quello il punto.

Parigi può attendere, di Eleanor Coppola, con Diane Lane, Alec Baldwin, Arnaud Viard, Cédric Monnet

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