La musica che gira intorno/ 27

In Musica

L’indiavolato universo sonoro dei Klezmatics, Gesualdo da Venosa eseguito dal grande direttore d’orchestra belga Philippe Herreweghe, il rap di un giovane talento di nome Lazza. Queste e altre le nostre proposte musicali

Lazza – Overture/ Maleducati/ MOB
E adesso abbiamo anche il rapper diplomato in pianoforte al conservatorio. Dopo il mixtape K1 del 2014, con un intervento di Emis Killa, il milanese Lazza, classe 1994, replica con l’album Zzala (***1/2). Sprazzi pianistici, rime e suoni crudi, con Dj Slait e Low Kidd alla produzione e pochissimi e scelti ospiti (Salmo e Netro). Che dire? Invidiabile la sicurezza e la perizia tecnica, un po’ meno la narrazione “di genere”: tra famiglie sull’orlo di una crisi di nervi, vite moderatamente spericolate e (misoginia a parte) il mantra ragazza non metterti con me che ci perdi. Già ascoltato, verrebbe da dire, con il sospetto che in Italia si faccia rap come si scrivono gialli: perché è un investimento sicuro, perché si rischia poco, perché c’è il binario tracciato. Ma Lazza è giovane e ha talento, se vuole si farà.

Antonio Faraò – Europe/ News from/ Rough
Chi si rivede, la fusion. Antonio Faraò, pianista jazz romano di caratura internazionale, abbandona la strada maestra del jazz e, in Eklektic (***1/2), si diverte a giocare la carta appunto dell’eclettismo e ad alternare piano e tastiere. Così c’è spazio per certe atmosfere anni ’90 tra funky e dance (Europe, con Marcus Miller e Manu Katche già dei Weather Report), per uno hip-hop jazzato (News from con Snoop Dogg, campione del gangsta rap), per una rievocazione tra medianica e ruffiana della gloriosa Mahavisnu Orchestra (Rough, con il chitarrista manouche Bireli Lagrene e con Didier Lockwood al violino). Divertente, non del tutto convincente.



Kendrick Lamar – LOYALTY. / HUMBLE./ LUST./ XXX.
A trent’anni, il californiano Kendrick Lamar è il più talentuoso tra i rapper in circolazione. Nel 2015 il suo terzo album, To pimp a butterfly, era stato accolto da acclamazioni critiche e da un record di vendite e di streaming. Il nuovo lavoro, DAMN. (****), tutte maiuscole con il punto finale l’album e i 14 brani che lo compongono, non ripete il miracolo e fa anzi un piccolo passo indietro, ma non è necessario essere innovativi a tutti i costi. La scelta di campo è chiara: niente “trap” e suoni alla moda, molte drum machine anni ’90 e una sintonia di fondo con l’old school e il gangsta rap. La questione razziale, la religiosità, l’umiltà e un alter ego che si dedica alla arti marziali fra i temi. Ospiti di lusso Rihanna in LOYALTY. e gli U2 in XXX.



Lula Pena – Ojos, si quereis vivir/ Ausencia/ A diosa (No potho reposare)/ Come wander with me
Una cantante di nicchia in quella nicchia che è il Portogallo. Annoverata tra le nuove interpreti del fado (ma lei lo chiama “phado”), la lisboeta Lula Pena, classe 1974, fa altro. Opera un trance musicale, armata di sola chitarra, pescando nell’ “open source dell’inconscio collettivo”. Che per lei è, oltre alla musica portoghese, anche blues e Messico, Grecia e Sardegna, trovatori e surrealisti, flamenco e colonne sonore dimenticate. Uno splendido campionario dei suoi vagabondaggi è Archivo pittoresco (****), che tra le altre cose trasfigura un classico sardo, No potho reposare, apparentandolo a un samba ieratico, e ripesca da Ai confini della realtà, serie tv di culto di fine anni ’50, l’insolita e fascinosa Come wander with me.



Emidio Clementi/ Corrado Nuccini – Quattro quartetti
Scommessa vertiginosa, sonorizzare Thomas Stearns Eliot, poeta tra i più alti e ardui del nostro Novecento. La affrontano con Quattro quartetti (****), vincendo, Emidio Clementi (Massimo Volume e molto altro), qui anche voce recitante, e Corrado Nuccini (Giardini di Mirò). Sonorità post-rock di aspra dolcezza, fra trip-hop, spoken word e techno-dub.

Klezmatics – Zol shoyn kumen di geule
Il klezmer, la musica degli ebrei aschenaziti dell’Europa orientale, è un universo sonoro carico di magia che commuove e diverte, che fa piangere e ballare. In qualche modo imparentato con le musiche balcaniche, soprattutto quelle rumene, fatte conoscere da Bela Bartok, in America ha conosciuto un ritorno di fiamma a partire dagli anni ’70, dopo avere irrobustito il jazz con i suoi strumentisti (Benny Goodman, per dirne uno). I Masada di John Zorn, Don Byron con le musiche di Mickey Katz, la Chicago Klezmer Ensemble, la Klezmer Conservatory Band (e in Italia almeno Moni Ovadia, Lee Colbert e Gabriele Coen) hanno riportato in auge questa musica di violini e ottoni, di fisarmoniche e clarinetti. I Klezmatics di New York, attivi dal 1986 con un klezmer contaminato di sonorita jazz e contemporanee (loro avevano coniato il termine “rhythm & jews”), sono i portabandiera di questa musica. E la propongono con tutta la sua carica vitale nel magnifico Apikorsim (****1/2), da ascoltare e riascoltare.

Ibibio Sound Machine – Give me a reason/ The pot is on fire/ Guide you (Edu Kpeme)/ Cry
Esuberante, eccitante e combinatorio, Uyai (****, nell’idioma nigeriano ibibio significa “bellezza”) è il secondo album dell’ottetto Ibibio Sound Machine, guidato dalla cantante e compositrice Eno Williams, nata a Londra e cresciuta a Lagos. Tematiche non banali (le ragazze rapite dagli integralisti di Boko Haram, il potere, la bellezza e l’energia femminile) per una musica solare e festosa. Che mischia highlife nigeriano dei ’70, makossa del Camerun, sonorità zairote e jazz sudafricano con new wave, rock, techno e disco. Della partita il tastierista del Ghana Emmanuel Rentzos (era negli Osibisa, gruppo pioniere del rock brit-africano) e il percussionista brasiliano Anselmo Netto, lo si ascolti in The pot is on fire. Una felice scoperta.


Carlo Boccadoro dirige Stravinskij, Galante e Part
Su Facebook, il 20 aprile, c’era un post divertente del bravissimo Carlo Boccadoro: «Squilla il telefono: “Buongiorno, qui è la Universal Edition di Vienna. Sappiamo che lei eseguirà Greater antiphons di Arvo Part con l’Orchestra dei Pomeriggi Musicali il prossimo 27 aprile. Le comunichiamo che il Maestro Part vorrebbe assistere alle prove e sarà presente a Milano per il primo concerto. Il Maestro ha già sentito parlare di lei e vorrebbe lavorare alle prove per fare ancora qualche revisione della partitura”. Ora svengo». Tutto questo per dire che il 27 aprile al Teatro Dal Verme (replica il 29) Carlo Boccadoro dirige l’orchestra dei Pomeriggi Musicali, pianisti Luca Schieppati e Andrea Rebaudengo. In programma Stravinskij (Otto piccole miniature e Danses concertantes), Galante (Concerto per due pianoforti e orchestra) e, per l’appunto, Arvo Part (Greater antiphons). Da non perdere.

Philippe Herreweghe – Se la mia morte brami/ O dolce mio tesoro/ Moro, lasso! Al mio duolo di Gesualdo da Venosa
“Principe dei musici” nonché principe di sangue (era della nobile famiglia napoletana dei Gesualdo e fu principe di Venosa, conte di Conza e signore di Gesualdo), nipote di santi (sua madre era Geronima Borromeo, sorella di san Carlo) e parente di cardinali, uxoricida (a 24 anni, nel 1590, assassinò la prima moglie Maria d’Avalos sorpresa a letto con l’amante Fabrizio Carafa) e imparentato con i signori di Ferrara (la seconda moglie fu Isabella d’Este), Carlo Gesualdo passato alla storia come Gesualdo da Venosa (1566-1613) fu, in poche parole, un Caino e un genio. Il massimo compositore di madrigali a cavallo tra il Rinascimento e l’età barocca, il maestro della polifonia che piegò ad ardimenti mai visti prima di lui, il compositore sublime venerato da Igor Stravinskij e Salvatore Sciarrino. Rilegge il sesto libro dei madrigali, composto nel 1596 (l’album è O dolce mio tesoro. Madrigali a cinque voci, ****1/2), il grande direttore belga Philippe Herreweghe, con il mirabile ensemble da lui fondato, il Collegium Vocale Gent, già celebre per l’incisione delle Cantate di Bach con Nikolaus Harnoncourt e Gustav Leonhardt. Io lo ascolto da una settimana e lo ascolterei per un anno.


Zampogneria – Calypso
La zampogna come magnifica ossessione. Uno strumento antico che ha resistito ai tempi e che è suonato in tutta Europa, dalla Galizia alla Scozia. Zampogne, sordelline, pive, ciaramelle e cornamuse Marco Tommasi, Marco Iamele e Giorgio Pinai le studiano e le suonano. Le costruiscono anche, assieme alla Liuteria di Montecassino che le vende online. Da questa passione è nato il sorprendente Fiumerapido (****), che intreccia composizioni originali e musica tradizionale, sacra o da ballo. Nel disco Tommasi suona la zampogna, Iamele la sordellina (una piccola zampogna in uso nelle corti europee sino al XVII secolo) e Pinai il cromorno. Li affiancano il francese Eric Montbel, la galiziana Susana Selvane e l’inglese David Shepherd, violinista dei Blowzabella.

IL RECUPERO
Lee Hazlewood – The night before / No train to Stockholm/ These boots are made for walking/ Some velvet morning
Storia singolare quella di Lee Hazlewood (1929-2007), soldato in Corea, dj negli anni ’50, autore per Duane Eddy (Peter Gunn, l’avrebbero ripresa anche i Blues Brothers) e per Nancy Sinatra (These boots are made for walkin’, Some velvet morning poi diventata inno psichedelico nel 1969 con la versione dei Vanilla Fudge) nonché produttore per figlia e padre (Somethin’ stupid). Dagli anni ’70 Hazlewood espatria: l’America non gli piace più, è contrario alla guerra in Vietnam, così porta la sua”cowboy psychedelia”, detta anche dai detrattori “saccharine underground”, in Svezia. È appunto svedese, e colonna sonora di una serie tv locale, questo Cowboy in Sweden (***1/2) di fresca ristampa, in cui il suo canto assomiglia in maniera impressionante, il paragone non suoni irriverente, all’allora esordiente Leonard Cohen. Tra gli ’80 e oggi, Lee Hazlewwod sarebbe stato rivalutato soprattutto dal rock alternativo: Primal Scream, Jesus & Mary Chain, Nick Cave, Einsturzende Neubaten, Beck. Anche gli italiani Baustelle gli hanno reso omaggio: Panico, nell’ album del 2008 Amen, è dedicata a lui.


L’AGGIUNTA
Roberto Bonati/ Bjergsted Jazz Ensemble – Nor sea, nor land, nor salty waves
Due settimane fa scrivevo che della collaborazione fra il parmense Roberto Bonati e i norvegesi della Bjergsted Jazz Ensemble non c’era documentazione su YouTube. Avevo torto, la documentazione c’era, ve la giro.

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