Elpris, Sebastian Bieniek e animali alieni

In Musica

Abbiamo fatto due chiacchiere con gli Elpris per parlare di “Animali Alieni”, delle opere di Sebastian Bieniek e della direzione che sta prendendo la musica indipendente italiana

Matias Iobbi (voce), Sebastiano Pagliuca (chitarra, pensieri e parole), Giandomenico Cicchetti (violino), Federico Cippitelli (organetto), Francesco Coacci (basso, voce), Luca Chiurchiù (batteria) si conoscono da molti anni. Nel 2011 si incontrano tra i banchi dell’università di Macerata e insieme decidono di creare il progetto Elpris, portando ognuno il proprio bagaglio di esperienze, passioni, gusti e stili musicali, dando così vita a una band che si muove sinuosa tra il rock, il pop e il folk, con un occhio sempre rivolto verso il cantautorato e la musica popolare, ma con sfumature melodiche che ondeggiano tra il passato e il moderno. Uniscono nella stessa traccia chitarra elettrica, basso, batteria, violino e organetto e riescono a fare in modo che nessuno risulti superfluo.

Ritengo impossibile far rientrare gli Elpris dentro una categoria musicale ben definita, perché ascoltando le melodie si capisce che non sono proprio capaci di stare dentro ai limiti delle definizioni. La musica creata da questi sei ragazzi è di un genere difficile da definire, ma se dovessimo dargli un nome potremmo dire che si tratta di un rock folk cantautorale. E come al solito le categorie musicali si rivelano inutili per capire di cosa stiamo parlando.

Decido di chiedere direttamente alla band, sperando che mi diano loro una soluzione: «Se vi dico organetto a cosa pensate?» «A Il favoloso mondo di Amélie!» mi risponde Luca, batterista della band. «E se vi dico violino?» «Vino, castagne e baffi». Le risposte non aiutano con la definizione, ma servono forse a definire un ambiente dentro al quale poter immaginare la band per capire di cosa stiamo parlando. L’atmosfera sembra quella da sagra di paese e un po’ mi sembra di vederli, lì sul palco circondati dalla bellezza del territorio marchigiano che portano in giro note, castagne e vino (e baffi?).

E così, ridendo con queste immagini in mente, ho iniziato di nuovo l’ascolto delle loro canzoni partendo da Siringhe (o di una vita), che apre proprio con il violino e poi aggiunge gradualmente tutti gli altri strumenti; è il singolo di esordio dell’album Elpris e racconta la solitudine che si vive anche quando ci si trova in mezzo alla moltitudine; il protagonista della canzone fa riferimento al suicidio perché sopraffatto dall’inedia e dall’apatia, svuotato da ogni emozione per mancanza di rapporti umani.

Vorrei provare una siringa d’aria in endovena, perché non so più che cazzo fare! Vorrei provare una siringa d’aria in endovena, dicono che non sia niente male!

Anche per quanto riguarda i temi trattati Elpris è un album complesso, molto vario e pieno di riflessioni non scontate. Ci sono malinconia, bisogno, nostalgia (Megalopoli), ironia, dipendenza (Fumare blu), ma c’è anche la leggerezza di Poppeggiando (e sì, il doppio senso credo proprio che sia voluto).

Del lavoro degli Elpris merita però una citazione a parte l’ultimo singolo, Animali Alieni, a mio parere la loro canzone più completa e definita; Sebastiano racconta così il momento della nascita della canzone:

Sono le 11 di sera, mi alzo dal divano e appoggio la chitarra […]. Canticchio in testa l’ultima melodia, la plasmo, ritorno sul divano. […] Sono felice e ho una strana ebbrezza in corpo e mi saltano alla mente cose folli… i sogni. “La canteremo insieme a Patti Smith”, “La presentazione la facciamo allo stadio” “Il video deve contenere le opere di Sebastian Bieniek”.

Non ci sono stati né stadi, né Patti Smith alla fine, ma il video con Sebastian Bieniek lo hanno fatto veramente, con la regia di Gianluca Grandinetti (che ha lavorato anche per artisti del calibro di Ben Harper, Fabri Fibra e Marracash). «Ho contattato Sebastian» spiega Sebastiano «perché affascinato dalle sue doublefaced. La canzone racconta la fine di un amore, una storia morbosa e dalla “doppia faccia” inconscia. La falsità era il sentimento a cui volevo dare un volto».

Credo che le opere di Bieniek siano in grado di rappresentare a livello estetico quello che il testo di Animali alieni vuole comunicare dal punto di vista musicale. Questo tipo di opere – che creano un’illusione ottica attraverso il disegno di un volto su un altro – si incastrano con la canzone e, inserite nel contesto di palazzo Buonaccorsi di Macerata, che è stato scelto come location del video, creano uno strano ma stimolante contrasto tra arte antica e arte contemporanea, proprio come la musica della tradizione e moderna si incontrano e si fondono nelle melodie degli Elpris.

 

Concludo con due domande di rito e mi risponde Francesco.

Dove sta andando la musica indipendente italiana?
La musica indipendente italiana si sta standardizzando secondo me. Sembra che dopo il grande boom di Calcutta, l’artista indie debba essere ‘disagiato’; voce sguaiata, testi tendenzialmente tristi, suoni un po’ sgangherati. Si sta creando una Diesgiowave (per usare il nome di una nota pagina Facebook). Si è persa un po’ la vena cantautorale con testi un po’ più elaborati. Questa ovviamente è una mia impressione!.

[Per fortuna non tutti gli artisti emergenti italiani sono compresi in questa descrizione].

Ci consigli qualche artista/band emergente che secondo te dovremmo tenere d’occhio?
Ultimamente sto ascoltando tantissimo Colombre, il progetto solista di Giovanni Imparato dei Chewingum. Un disco molto bello, spensierato nella musica e dolceamaro nei testi. Oltre a lui vi consiglio gli Amycanbe e il duo composto da Carl Brave e Franco 126.

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