Un noir, un poliziesco, un thriller vecchio stile. Intrigante e assurdo

In Cinema

Erick Zonca fa di Vincent Cassel in “Black Tide” un poliziotto disfatto tutto capelli unti e impermeabile largo, barba incolta e occhiaie scavate. Così ben difficile sarà per lui venire a capo della scomparsa di un ragazzo parigino (nel romanzo da cui il film è tratto l’azione è a Tel Aviv) che la madre disperata (Sandrine Kiberlain) denuncia al commissariato. Il resto è mistero e degrado, umano, fisico e morale

Tratto dal bestseller The missing file dello scrittore israeliano Dror Mishani, il film Black Tide di Érick Zonca adatta il libro, spostando l’azione dalla periferia di Tel Aviv ai sobborghi parigini, ma mantiene intatto l’intreccio originale fitto di dubbi, sospetti, paure e inganni che coinvolgono inevitabilmente lo spettatore in un crescendo di tensione. Un ragazzo è scomparso, non sappiamo né come né perché, vediamo solo la madre (Sandrine Kiberlain) disperata al comando di polizia in cerca di qualche risposta dall’improbabile comandante François Visconti (Vincent Cassel), che, malandato sia fuori che dentro, dà il via a delle claudicanti indagini.

Il personaggio, così come l’intera opera, si inserisce perfettamente nei canoni del genere francese polar: tra poliziesco e noir affianca atmosfere cupe e torbidi delitti iscritti nel territorio umano delle passioni e delle ossessioni, mescolando malinconia e violenza. E Parigi qui non è certo la città romantica e sognante che siamo soliti ritrovare nei film, così come Vincent Cassel non è il solito charmant a cui siamo abituati dai ruoli da bello impossibile à la Mon roi di Maïwenn: ricorda più l’avvocato interpretato da John Turturro nella serie crime The night of, tutto capelli unti e impermeabile largo, barba incolta e occhiaie scavate.

Tutto è squallido, sporco, marcio, come il fleuve noir del titolo originale del film che scorre metaforicamente durante tutta la vicenda macchiando ogni personaggio. In effetti in questo universo sembra che nessuno sia senza peccato, a partire dal comandante Visconti, padre sconfitto dal whisky e forse dalla disillusione data dal suo lavoro di poliziotto, fino alla madre che chiude gli occhi davanti all’orrore che si è insinuato nella sua famiglia e lo asseconda, in virtù di una qualche logica dell’amore. Si passa anche accanto a personaggi secondari molto intriganti come il vicino di casa Yann Bellaile (Romain Duris), che si interessa morbosamente al caso del ragazzo scomparso e tradisce fin da subito una strana e ostentata pazzia nel suo sguardo.

In un quadro tanto compromesso è difficile rintracciare un colpevole, e ancor più difficile sembra ritrovare un po’ di empatia coi personaggi e la storia: infatti il realismo è sacrificato sull’altare del rispetto del genere, che suona però anacronistico e superato, coi suoi stilemi e tòpoi di vecchio stampo. L’abbondanza di argomenti appare poi esagerata rispetto all’approfondimento che ne viene fatto, e alla fine del film si ha l’impressione di aver guardato dalla finestra una tempesta (con fulmine finale) ben riparati al caldo della propria casa. Dispiace soprattutto che alcune sotto-trame sembrino gettate un po’ alla rinfusa, una su tutte quella del rapporto del comandante Visconti col figlio adolescente Deny, portata avanti fino a metà film e poi abbandonata del tutto quando l’intreccio principale prende il volo.

Eppure Black Tide, girato con inquadrature lunghe, volutamente traballanti, e una fotografia dai colori cupi curata da Paolo Carnera (che ha lavorato anche per Stefano Sollima in Suburra e ACAB, rispetta pienamente il primo compito del genere: intrattenere e incuriosire lo spettatore fino alla risoluzione del caso. Infatti, seppur con un ritmo lento, non certo da thriller adrenalinico, senza sparatorie o inseguimenti mozzafiato, la storia riesce comunque a tenere col fiato sospeso, grazie al forte mistero che ne è alla base. Mistero: ovvero quando lo spettatore sa meno rispetto ai personaggi del film Infatti il regista ci attira furbamente fino in fondo prima di svelarci che fine ha fatto il ragazzo scomparso. Ma guai a parlare di suspense, non vorremmo far arrabbiare Alfred Hitchcock!

Black Tide di Érick Zonca con  Vincent Cassel, Romain Duris, Sandrine Kiberlain, Élodie Bouchez, Charles Berling, Sadek, Christophe Tek, Lauréna Thellier 

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