Una Princess di Nigeria, anima forte in un brutto mondo di maschi

In Cinema

L’opera seconda di Roberto De Paolis (dopo “Cuori puri”), rivelazione agli Orizzonti dell’ultima Mostra di Venezia, è un racconto quasi in presa diretta della vita di una prostituta nigeriana che vive alle porte di Roma. Indifesa e combattiva, vittima di clienti sprezzanti e violenti e insieme amazzone della guerra per la sopravvivenza quotidiana, trae forza e credibilità dalla prova dalla sua protagonista, Kevin Glory. Che recita per la prima volta e contribuisce a raccontare se stessa senza pietismo

E’ un’anima pura, per usare il titolo del suo film d’esordio, anche Princess, protagonista dell’opera seconda di Roberto De Paolis, in concorso con buoni esiti, anzi quasi una rivelazione della sezione Orizzonti dell’ultima Mostra di Venezia. Princess (Kevin Glory) ha 19 anni, è una prostituta nigeriana entrata illegalmente in Italia, che fa il suo spesso sgradevole e faticoso “lavoro” in un bosco-rifugio alla periferia di Roma, tra la città e il mare, incappando spesso in “clienti” sprezzanti, a volte violenti. Dai quali però sembra capace di difendersi, più con la forza del carattere che fisicamente è ovvio, e in generale sfoggiando una capacità fuori dal comune di rialzarsi ogni volta da terra (anche letteralmente) e ricominciare il giorno dopo. Perché, si potrebbe dire, “the life must go on”: e anche se in apparenza lei sembra sorretta solo dalla ricerca del denaro di cui ha bisogno, e di cui parla di continuo (ma non è anche l’unico terreno comune tra lei e i suoi clienti?), al fondo, in modo forse confuso e volutamente celato al mondo esterno, c’è anche qualcos’altro che si aspetta, e vorrebbe, dalla vita.

I suoi rapporti con le colleghe-rivali-amiche, tutte figlie dell’Africa povera che approda sulle nostre coste (almeno prima che arrivasse il governo Meloni) con la speranza, ahimè quasi sempre smentita dai fatti, di una vita e un futuro migliori, rimandano a un’idea di aiuto che non è davvero solidarietà, non dico sociale ma almeno relazionale. Finchè nella sua vita entra, con intenti salvifici, Corrado (Lino Musella, decisamente in parte, misurato ed efficace), personaggio curioso e solitario, in fondo come lei, che certamente è attratto dalla sua femminilità “altra” ma da subito vuole anche entrare in contatto con un mondo diverso, sapere di lei e del suo animo molto più di quanto si potrebbe immaginare, e di certo molto più degli altri uomini con cui è venuta a contatto.

Il romano De Paolis, anche produttore e fotografo, ha studiato cinema alla London Film School e nel 2017 col film d’esordio Cuori puri è approdato alla Quinzaine des Réalisateurs del Festival di Cannes. Ha costruito questo film, spiega, “fondendo il mio punto di vista con quello di alcune ragazze nigeriane vere vittime di tratta. Si è creato così uno spazio di lavoro nuovo, libero: insieme abbiamo percorso strade diverse e credo più autentiche rispetto alla rappresentazione, spesso pietistica, a cui siamo abituati quando si parla di immigrazione, clandestinità, prostituzione. La prostituzione di strada mi è sempre sembrato un mondo a parte, un mondo folle, assurdo, estremo, metafora perfetta di certe questioni umane. Pensare che due persone raggiungano la massima intimità fisica senza nemmeno sapere i reciproci nomi, mi sembra riporti tutto a un piano quasi primordiale, animale, istintivo. Con Glory Kevin abbiamo “scritto” insieme il suo personaggio provando le scene, parlando della sua vita, della strada. La libertà che ha avuto, di autorappresentarsi, è molto importante, forse era la prima volta che le veniva concessa, e da un team di lavoro composto tutto da italiani“. 

Princess è un curioso esempio di fiction, assai esibita nei suoi paradossi psicologici e reali, e nei tratti della sua protagonista, una sorta di amazzone moderna che combatte perfino con successo in un mondo duro e ostile: ma il racconto è agito, in primo luogo dai suoi personaggi (tre soli attori professionisti) con il massimo di quotidianità, e una vicinanza alla vita reale che rasenta il cinema-verità, nei tempi (anche quelli morti) delle relazioni e dei dialoghi e nella messa in scena. Del resto gran parte del cast racconta e interpreta la sua difficile vita. E per rendere possibile questo, molto lavoro ha dovuto fare il regista-sceneggiatore: “Le ragazze nigeriane erano fuori controllo, cambiavano tutto, noi tentavamo di non perdere terreno, io cercavo di adattare il resto del film a quello che facevano. Per me le riprese sono così, devono andare contro la sceneggiatura, distruggerla”. In qualche modo il film è anche un racconto di formazione: Princess, prima di ogni altra cosa, è una ragazza che, aggrappata al proprio candore, cerca di resistere alla ferocia del mondo”.

Princess, di Roberto De Paolis, con Sandra Osagie, Kevin Glory, Lino Musella, Maurizio Lombardi, Salvatore Striano

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