Tornano i Roses, ancora più cattivi. Colman-Cumberbatch esaltano lo script

In Cinema

A 35 anni dall’originale, torna la vicenda di Theo e Ivy, prima coppia innamorata poi coniugi in guerra senza tregua. Stavolta la regia di Jay Roach e un finale cambiato, oltre agli ottimi protagonisti, mettono ancor più pepe nichilista nella vicenda. Smentendo il clichè dei remake deludenti e inutili, “I Roses” riesce a essere persuasivo e divertente, feroce e insieme sincero. Un film che riesce a farci ridere e a inquietarci, scavando nelle dinamiche matrimoniali con acume e spietato disincanto

In I Roses di Jay Roach, Theo (Benedict Cumberbatch) è un architetto di successo, Ivy (Olivia Colman) una cuoca creativa ma non ancora famosa, hanno due figli, un ménage collaudato e felice che sembra destinato a durare per sempre. In realtà, fino a quando le sorti professionali dei due protagonisti non si capovolgeranno. Theo vedrà crollare miseramente e in diretta social – il che di questi tempi è di certo ancor più drammatico – il museo marittimo che avrebbe dovuto rappresentare l’apice della sua magnifica carriera, proprio mentre Ivy inciampa finalmente nel sasso miracoloso che, come una lampada di Aladino, trasformerà il suo piccolo ristorante sulla spiaggia nel place to be dove tutti vogliono trascorrere una serata o anche solo farsi fotografare. Perché se i social hanno preso il sopravvento, l’importante non è esserci, ma poter fornire adeguate prove della propria esistenza.

Theo e Ivy forse si amano ancora, ma l’equilibrio su cui si fondava il loro matrimonio è andato in frantumi e (probabilmente) niente potrà mai sanare le ferite e ricostruire pesi e contrappesi in grado di creare una nuova e felice armonia. Il risultato è un divorzio che diventa guerra senza tregua, abisso senza redenzione. Una commedia al vetriolo con Colman e Cumberbatch protagonisti strepitosi. Ma se questo film è così magnificamente riuscito è merito soprattutto di una sceneggiatura cattiva e precisa, che parte dall’originale degli anni Ottanta e lo aggiorna senza paura di osare. I Roses diventa così qualcosa di diverso da un semplice remake del film del 1989 (La guerra dei Roses, con Kathleen Turner e Micheal Douglas diretti da Danny De Vito) tratto dal romanzo di Warren Adler, e non solo perché molti dettagli, finale compreso, sono stati modificati.

Quello che davvero è diverso è lo spirito che permea questo film, non semplicemente scorretto ma a tratti proprio nichilista. Fin dalla prima scena dei due coniugi in crisi dalla psicoanalista, che dopo averli un po’ ascoltati dichiara sconsolata di non essere minimamente in grado di aiutarli. Il resto è in fondo una semplice conseguenza. Il risultato è una commedia esplosiva e romantica, sentimentale e cinica, insomma, un magnifico ossimoro che riesce a parlare di amore in modo convincente e al tempo stesso raccontare le altalene emotive e i possibili ribaltamenti di ruoli che costellano un matrimonio. Anche il più riuscito. Spesso i remake sono in qualche modo deludenti, a volte perché semplicemente inutili, I Roses riesce a essere persuasivo e divertente, cattivo e al tempo stesso sincero. Insomma, un film che riesce a farci ridere e a inquietarci, scavando nelle dinamiche di coppia con ben più acume e spietato disincanto di quanto riuscisse a fare la pur pregevole ma patinata commedia diretta da De Vito.

I Roses, di Jay Roach, con Olivia Colman, Benedict Cumberbatch, Kate McKinnon, Andy Samberg, Ncuti Gatwa

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