Il Piccolo Teatro inaugura la stagione “Complemento di relazione”, un invito al dialogo tra persone, linguaggi e comunità. Il cartellone intreccia teatro, arte, scienza e moda, con una forte presenza nei quartieri milanesi. Tra i protagonisti: Deflorian, Enia, Nguyen, Guanciale, Rezza Mastrella, FC Bergman e molti altri. Torna il festival internazionale “Presente Indicativo” con 36 spettacoli da tutto il mondo
La nuova stagione del Piccolo Teatro, ricca e internazionale, ma anche profondamente radicata nel luogo in cui è nata il 14 maggio 1947 (attenzione ai compleanni, gli 80 sono un bel traguardo), si chiama Complemento di relazione, ed è semplicemente la sintesi per significare, secondo il direttore Claudio Longhi, un modo per riprodurre gli infiniti rapporti intersoggettivi che sono propri del teatro.
Non solo tra due persone, tra il palco e la platea, rapporti interumani che rendono
l’uomo di oggi protagonista, come parte di una specie, protagonista di un sistema di relazioni di cui il teatro è al centro.
La dialettica tra Io e Tu, dice Longhi, che poi si trasforma in quella tra noi e voi, egli ed ella: nel mezzo di questa dialettica c’è il teatro, un vuoto che aspetta di essere riempito da un testo, da una regìa, dagli attori. Un teatro che, come ha detto il suo presidente Piergaetano Marchetti, è sempre più esposto ai richiami della sua città, radicato nelle molte agorà, in suggestivi scorci metropolitani: le recite, gli incontri, i dibattiti nei
quartieri, nelle scuole, nelle librerie, «un focolaio di cultura diffusa», il Teatro dietro l’angolo, andando oltre la scena.
Piazza e specchio, ed è questa prodigiosa molteplicità che il teatro continua a voler parlare, come nel dialogo iniziato da Paolo Grassi: «Il Piccolo fa rete», dice il direttore generale Lanfranco Li Cauli, non solo con la Scala, Brera e la Triennale, ma anche con le voci che della propria materia fanno arte e cultura, come la moda e il design, mentre il Piccolo si prepara anche a fare da partner culturale, il primo, alle prossime Olimpiadi Milano Cortina 2026.
Quindi un grande lavoro di grammatica e sintassi tra vecchio e nuovo mondo, tra uomini e scena, secondo diverse estetiche e poetiche, alla ricerca sempre di nuove voci residenti di artisti associati cui il Piccolo offre la possibilità di un’adeguata preparazione e tra questi ci sono Deflorian, Enia, FC Bergman, Guanciale, la Nguyen, Twarkowski e grandi scienziati tra cui Amalia Ercoli Finzi, consapevoli che il tema, dal Galileo di Strehler a Infinities di Ronconi, è nel Dna del teatro.
Poi ci sarà, 14-30 maggio 26, puntuale alla scadenza biennale, il Festival Presente Indicativo con grandi produzioni internazionali. In cartellone ci sono 21 titoli tra produzioni (13) e 8 coproduzioni, tra cui 4 prime assolute e ben 36 spettacoli ospiti, tra cui eccelle, per le Olimpiadi, il ritorno del beniamino Slava’s snow show, che allo Strehler è ormai di casa da oltre 10 anni.
Non potendo citare tutto (andate sul sito del piccoloteatro.org), ci sono eventi però da ricordare, primo tra tutti l’allestimento di una riduzione teatrale di Miracolo a Milano con Lino Guanciale, con la regìa dello stesso Longhi, memoria viva del famoso film che De Sica girò a Milano, su soggetto di Zavattini, nel ’50, con la famosa scena finale in Piazza Duomo.
Realismo magico e cavalcata utopica che viene dopo “Ladri di biciclette” e finisce con la cavalcata nello spazio degli spazzini, sequenza che ha influenzato non poco anche Spielberg col suo ET, mentre quella elaborata sequenza fu un miracolo di sapienza poetico artigianale cui allora parteciparono anche Dario Fo e Alik Cavaliere, studente di Brera. Se il film che poeticizzava la povertà, vinse a Cannes, vedremo la drammaturgia di Paolo di Paolo come affronta la necessità di un nuovo Miracolo a Milano, nell’anno che festeggia il 70mo dell’Opera da tre soldi.
Ci sarà un blocco shakespeariano con il Re Lear di Lavia e il Riccardo III di Latella, ma anche un Goldoni off limits come il Sior Todaro brontolon con Branciaroli, ma poi torna anche Emma Dante per raccontare nell’Angelio del focolare, il rituale di un femminicidio e, dopo la Trilogia della città di K., Fanny & Alexander con Federica Fracassi tornano
all’ungherese Agoha Kristof con L’analfabeta. E da ricordare un classico di Pinter, Ritorno a casa con Massimo Popolizio anche regista e l’atteso Escaped alone di Caryl Churchill con quattro signore che attendono apocalissi in salotto.
La famiglia è sempre un grande complemento di relazione, ed è anche un modo per raccontare la propria vita: Alessandro Bandini in Per sempre, dà voce alla struggente storia d’amore tra Giovanni Testori (il cui magnifico Edipus sarà ripreso da Sandro Lombardi) e Alain Toubas, mentre l’ultranovantenne Umberto Orsini racconterà e raccoglierà i fili della sua prosperosa carriera in Prima del temporale, mentre un monologo su Donald, quel Donald, ce lo promette Stefano Massini.
E ancora le feste per l’anniversario del Collettivo il Sotterraneo, Scommegna e Matia Fabris insieme nell’adattamento di Io resto qui di Marco Balzamo e Silvio Orlando affronta il suo primo Pirandello, Il berretto a sonagli.
Da notare il passaggio ormai acquisito dall’Elfo al Piccolo del geniale duo Rezza Mastrella con una novità e molto atteso è il testo già premiato di Davide Carnevali Variazioni sul modello di Kraepelin, prodotto dal Piccolo: il nome sul titolo è quello del medico che ha scoperto e battezzato l’Alzheimer.
Il più giovane deb della stagione sarà Niccolò Fettarappa, classe ’96, artista socio con un titolo che è già una dichiarazione di intenti: Orgasmo. Prosa dispiaciuta sulla fine del sesso, riflessione ironica. caustica e surreale sullo stop del desiderio nell’epoca post Covid.