Noel Gallagher: nostalgia e avant-garde

In Musica

Dallo studio di registrazione al palco: abbiamo messo due esperienze musicali a confronto per capire come cambia la musica in due contesti diversi

Chiara   È tutta la settimana che ascolto Chasing Yesterday di Noel Gallagher. Avevo un sacco di aspettative per questo disco, il che è sempre un problema! Più ci penso più mi sembra pieno di potenziale ma rovinato in produzione, anche se rimangono alcuni pezzi gioiello. Tu l’hai appena visto in concerto giusto? Come ti è sembrato?

Silvia – Sì, io sono stata sabato sera al Fabrique e anche lì le aspettative erano moltissime, un po’ perché era la prima data dei Noel Gallagher’s High Flying Birds in Italia per questo tour e un po’ perché non avendo voluto vedere la scaletta prima del concerto non sapevo davvero cosa aspettarmi. Credevo che avrebbe puntato ancora molto sulle canzoni degli Oasis come nel tour che promuoveva il primo album, invece non l’ha fatto e ha sorpreso tutti mostrando che le canzoni del suo nuovo lavoro sono fatte apposta per essere ascoltate live. Sono rimasta davvero colpita dal concerto.

C Ne ero sicura! Infatti le canzoni di per sé funzionano. Ad esempio, The Dying of the Light ha un cuore di melodia intensa e testo intimo, ma nel disco viene coperta da troppi strati di strumentazione – scommetto che in versione acustica sarebbe meravigliosa. Una canzone che invece su disco è riuscitissima è Riverman. Funziona dal vivo? Ma soprattutto, il sax c’era?

 S – Sì, per la prima parte del concerto la band era accompagnata anche da sax, tromba e trombone ed è stata davvero una bella idea, molto riuscita. Ma nonostante questo Riverman non rende molto live, l’ho trovata anzi un po’ noiosa, anche se sull’album non lo è per niente. Probabilmente è stato per colpa della scaletta; Noel ha scaldato subito l’atmosfera iniziando con Do the damage, poi Stranded on the Wrong Beach e Everybody’s On the Run del primo album, la splendida Fade away degli Oasis, poi Heat Of The Moment e Lock All The Doors, tutte canzoni con un ritmo sostenuto. Quando ha iniziato Riverman sembrava quasi spenta rispetto alle altre e non ha dato l’effetto sperato.

C – Che peccato! Riverman mi sembrava promettente proprio perché è un pezzo che da Noel Gallagher non ci si aspettava, dalle atmosfere desertiche con tocchi jazz. Questo disco è caratterizzato da sperimentazioni anche azzardate. L’altro pezzo che vanta la presenza del sassofono nel disco, The Right Stuff, mi sembra meno riuscito. Lo stile anni ’70 rimane, ma la parte canora risulta un po’ blanda. Guardando invece i lati positivi, The Ballad of the Mighty I mi ha lasciata senza parole – sarà il tocco magico di Johnny Marr alla chitarra, ma questa canzone è un piccolo gioiello, un pop pieno di basso rombante che ha tutta la personalità di Noel racchiusa in cinque minuti. Quale pezzo ti ha colpito di più dal vivo?

 S –  Del nuovo album You Know We Can’t Go Back – che Noel ha dedicato a sua moglie – è stata sicuramente una delle canzoni migliori della serata. Poi appena ha finito di cantare che non si poteva tornare indietro ha attaccato con Champagne Supernova, uno dei pilastri del repertorio degli Oasis; la sua solita ironia insomma! Ma un salto nel passato fa sempre piacere e il pubblico ha apprezzato moltissimo le vecchie canzoni, anche se questa volta sono state poche, solo cinque su venti in scaletta. 

C – Champagne Supernova, wow! Adesso sono ancora più arrabbiata per essermi persa il concerto! Sono d’accordo comunque che il ripescaggio degli Oasis sia cosa buona e giusta. The Girl with the X-Ray Eyes del nuovo album è musicalmente molto simile a The Masterplan degli Oasis, tra l’altro, ma questo non è necessariamente negativo, anzi. Si può discutere se questa pratica sia più postmoderna o più pigra, ma quando funziona funziona. Il pezzo è una novità nel vocabolario stilistico di Noel, perché combina la dolcezza della ballata alle chitarre distorte stile psichedelico. Tutte cose che si apprezzano ancora di più in un live, infatti dal tuo racconto si capisce che questo disco va ascoltato dal vivo più che su disco. Come ti sembra che se la stia cavando, dopo due album solisti, il Noel Gallagher versione frontman?

S – Ha sicuramente ancora molto da imparare, come frontman non è al livello del fratello e probabilmente non lo sarà mai, lo ha detto lui stesso, ma si vede che sta provando a migliorarsi. Rispetto al tour precedente coinvolge di più il pubblico, scherza con i ragazzi delle prime file. Poi ha detto lui stesso che non si va a un suo concerto per vedere lui, ma per sentire le sue canzoni e cantarle insieme. E questo è proprio lo spirito con cui noi del pubblico abbiamo vissuto la serata.

Noel Gallagher’s High Flying Birds, Chasing Yesterday, Sour Mash 2015

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