Nemesi, il ritorno di Walter Hill

In Cinema

Tra interni fatiscenti, gangster reietti e contorte vette di una scienza criminale, il regista di “Warriors” e “Drive” fa decisamente centro: perché il suo “Nemesi”, che segna un ritorno graditissimo alla regia, a 75 anni, che forse non era più logico neppure sperare, ci riporta a quelle atmosfere dark, a quel ritmo efficacissimo d’azione che l’hanno reso famoso. E raccontando una serie complessa di vendette, in un film a cerchi concentrici ricco di personaggi sfuggenti, dimostra come sempre di saper alternare humour e violenza, alto e basso, attori di serie A e plot di genere. Mai scontato, però

Il titolo originale dell’ultimo film di Walter Hill, che in Italia esce come Nemesi, è in realtà più preciso: (Re)Assignment, nel senso di “riassegnazione di genere”. Vi sembra un po’ oscuro? La cosa è piuttosto facile da chiarire: stiamo parlando di cambio di sesso tramite operazione chirurgica. Non si tratta però di un percorso di cambiamento di identità, magari drammatico, ma comunque frutto di una libera scelta personale. Tutt’altro. A cambiare sesso tramite bisturi è Frank (Michelle Rodriguez), un sicario feroce e molto macho, che un bel giorno ammazza senza troppi pensieri la persona sbagliata, un giocatore sfortunato e troppo indebitato che purtroppo ha una sorella di nome Rachel (Sigourney Weaver). Ovvero la dottoressa Rachel Jane, come viene chiamata in segno di deferenza anche nella clinica psichiatrica dove è rinchiusa, con tanto di camicia di forza, che è stata una brillante chirurga estetica e pur di vendicare la morte dell’adorato (seppur scapestrato) fratellino si rivela capace di tutto, perfino di trasformare in donna un uomo totalmente incapace anche solo di comprendere come si vive dentro un corpo femminile.

Forse conviene non raccontare altro della trama, a questo punto, per non sciupare la sorpresa. La visione di questo film, bizzarro e sorprendente, si dipana infatti attraverso una serie di cornici concentriche dove fanno capolino i personaggi più disparati, da un mite psichiatra interpretato da Tony Shalhoub all’eccentrico gangster incarnato da Anthony LaPaglia, alla bionda e sensuale infermiera con il volto di Caitlin Gerard. E, da una cornice all’altra, succede davvero di tutto, perché di vendetta non ce n’è una sola!

Walter Hill, produttore, sceneggiatore e regista, autore di alcuni film che hanno segnato il nostro immaginario fra gli anni Ottanta e i Novanta, a partire dagli indimenticabili I guerrieri della notte e I cavalieri dalle lunghe ombre fino a Driver e Strade di fuoco, da un po’ di anni a questa parte sembrava incline a godersi una meritata pensione, lontano dai pericoli e dagli stress di un set cinematografico. Il suo ritorno su grande schermo ci ha quindi colto di sorpresa. Non ci aspettavamo di rivedere gli interni squallidi e i personaggi fetenti che popolavano il suo cinema di tanti anni fa, e neppure quella folta schiera di derelitti, reietti ed emarginati che ha sempre saputo descrivere senza scivolare nel buonismo paternalistico, ma evitando allo stesso tempo il sensazionalismo più becero.

Nei suoi film migliori, e quest’ultimo appartiene alla schiera, Walter Hill ha sempre saputo mantenere una sincera e molto umana curiosità nei confronti di ogni tipo di devianza, trasformando questo sguardo in cinema: non sempre grande cinema, ma quasi sempre cinema vivo, vitale, trascinante, capace di prendersi tutti i rischi del caso e affrontare a muso duro critica e pubblico, senza paura (nemmeno del ridicolo). Nemesi è un film che mescola cinico humour e violenza efferata, citazioni colte e colpi bassi, cinema di serie B e attori di serie A, coraggio da vendere e un ritmo che incalza e avvolge. Come una ragnatela da cui non sai più come liberarti: anzi, da cui non ti vuoi liberare!

Nemesi, di Walter Hill, con Sigourney Weaver, Michelle Rodriguez, Tony Shalhoub, Anthony LaPaglia, Caitlin Gerard

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