Scritto, diretto e interpretato da Cherien Dabis “Tutto quello che resta di te” racconta le tappe della vita di una famiglia cacciata dalla casa e dal suo giardino alla nascita dello stato di Israele. Che dal 1948 all’88 vive la dolorosa odissea di un’esistenza passata nei campi assegnati ai profughi, fino al dramma della morte di un figlio ucciso dai proiettili della polizia. La decisione di salvare la vita di un ragazzo di Haifa, frutto di un grande travaglio morale e politico, dimostrerà alla coppia protagonista l’importanza del prevalere di comportamenti civili, anche all’interno di un’inarrestabile catastrofe collettiva
Si può dire che in qualche modo due film convivano e dialoghino tra loro in Tutto quello che resta di te, terzo film per il cinema della 48enne Cherien Dabis, regista, attrice e sceneggiatrice palestinese, da molto tempo esule con la sua famiglia dal paese dove è nata, e al lavoro con successo nello show business americano, tv soprattutto. Ma il suo film di debutto, Amreeka, nel 2009 è stato premiato a Cannes. Il primo filone è il racconto dei dolori e delle peregrinazioni di una famiglia che nel 1948, alla nascita dello stato d’Israele, viene subito cacciata dalla sua casa e dal bellissimo aranceto che la circonda: stanno nel territorio conquistato con le armi dai nuovi padroni della Palestina, non c’è più posto per loro. E non ce ne sarà nemmeno dopo. Anche i protagonisti maschili del film sono una famiglia, di attori, che parte da Mohammed Bakri, storico interprete di quel cinema da molti decenni, che stavolta fa il “patriarca”, ai figli Adam e Saleh, protagonisti del film.
Trent’anni dopo Sharif è diventato nonno e perde qualche colpo. Il figlio è il nuovo personaggio centrale, con la moglie e i più giovani di casa, degli episodi collocati nel 78 e nell’88. E finirà travolto dalla tragedia della morte di uno dei ragazzi: durante la prima Intifada, poco più che adolescente partecipa agli scontri in città e viene ucciso da un proiettile sparato dalla polizia. Qui prende corpo il secondo filone , più circoscritto come tempi rispetto al racconto storico-rievocativo, ma forse più originale e toccante. Alla morte del ragazzo i genitori decidono di donare il suo cuore, e nell’ospedale di Haifa dove senza successo è stato operato, a trarne beneficio sarà un coetaneo israeliano. La scelta costerà loro un grande travaglio etico ed emotivo, perché alla fine la decisione, che va a favore di un’altra vita, premia un giovane “nemico”. Che, si scoprirà nell’episodio finale ambientato nel 2022 (prima dell’esplodere del nuovo, spaventoso conflitto che tutt’ora insanguina Gaza e Cisgiordania) per altre ragioni di salute mai entrerà a far parte dell’esercito israeliano. E i due genitori, che da tempo vivono in Canada, ormai ottantenni, si riconfermano la giustezza di quella scelta di grande spessore umano. In un finale poetico, affacciato sul mare di Haifa dove vanno a rivedere la terra dove sono nati, se non pacificato almeno consapevole, civile, condivisibile.
Ha detto la regista spiegando la scelta del suo script: “La post-memoria è definita come l’esperienza di vedere la propria realtà quotidiana offuscata dal ricordo di un passato molto più significativo, quello vissuto dai propri genitori. Cosa succede quando il passato non è ancora passato? Come si guarisce da un trauma in corso, che non è stato riconosciuto, che viene cancellato dalla coscienza del mondo? Ho riflettuto su queste domande in gran parte della mia vita. Ora voglio dedicarmi all’esplorazione delle risposte”. Aggiungendo, com’è evidente al di là dell’intento didattico del racconto, che il suo film non ha principalmente un approccio politico. È profondamente personale, intimo, parla di tre generazioni, dei rapporti tra nonno, padre e figlio, dell’eredità del trauma tramandato a ciascuno di loro. È un dramma intenso ma che lascia spazio anche alla gioia, all’amore e all’umorismo. E alla saggezza, all’equilibrio delle donne, che sono in primo piano anche quando non sembra: a cominciare dall’autrice Cherien Dabis, che è anche un’ottima interprete.
Tutto quello che resta di te, di e con Cherien Dabis e con Saleh Bakri, Adam Bakri, Maria Zreik, Mohammad Bakri, Muhammad Abed Elrahman, Hayat Abu Samra