Maometto, come non l’abbiamo mai incontrato. Parola di Kader Abdolah.

In Letteratura

Poeta, analfabeta, visionario, rivoluzionario: Kader Abdolah immagina la vita di Maometto il Profeta attraverso le voci di chi lo ha incontrato e conosciuto nel suo tempo. Restituisce parola all’incandescenza di un mondo sognato come prospero e vivo, nel quale le idee (e i libri) potessero viaggiare e contaminare di bellezza e valore la vita di un intero popolo. Quello di Kader Abdolah è un libro-ponte: la narrazione di un tempo, di un uomo, di una fede. Per conoscere, per incontrare, per apprendere: in sostanza, un luogo per capirsi meglio.

Coraggioso fino a sembrare temerario Kader Abdolah affronta questa volta una sfida che è un campo minato: raccontare la vera vita di Maometto con Il Messaggero – Vita di Muhammad il Profeta, appena uscito da Iperborea.
Per una volta, ma capita fin troppo spesso, uno sguardo alla biografia dell’autore ci aiuta a capire il suo percorso.
Nato in Iran, perseguitato prima dal regime dello scià e poi da quello di Khomeini, dal 1988 è rifugiato politico nei Paesi Bassi e scrive in olandese.
Da quando ha cominciato a scrivere nella ‘lingua della libertà’, la sua missione è quella di far conoscere le tradizioni, i pensieri, i modi di vivere e pensare dell’Oriente all’Occidente. Storie di immigrazione, di spaesamento, di memoria e di recupero. Una dimensione realistica e insieme di fantasia, immaginazione, conoscenza di sè e dell’altro, che a poco a poco induce a capirsi, a integrarsi.
Come simbolo del suo lavoro, del suo pensiero, Kader Abdolah aveva posto sulla copertina della prima edizione nel 2008 dei suoi due ultimi libri (Il messaggero. Un racconto e Il Corano. Una traduzione), un tulipano rosso semichiuso.
Sappiamo che il tulipano non è originario dei Paesi Bassi, ma che viene dall’Oriente. I Tulipani erano coltivati in Persia, nell’antica capitale Isfahan, e a Baghdad e dopo aver viaggiato per centinaia di anni erano arrivati in Olanda verso il 1570 e avevano ammaliato tutti. Per una storia di bellezza, di conoscenza, di contaminazione Il Tulipano è il simbolo perfetto.
L’ispirazione ad avvicinare i lettori occidentali al mondo presunto ma in fondo sconosciuto dell’Islam spinge Kader Abdolah a darci una sua versione del Corano e della vita di Maometto.
L’io narrante di questo “racconto” – parola che rimanda insieme alla fiaba e alla storia tramandata – è Zayd Ibn Thalith, il figlio adottivo di Muhammad e suo cronista, altre ego di Abdolah.


Zayd decide di mostrare al mondo l’uomo Muhammad, che ha scoperto raccogliendo sotto forma di sure i testi che diceva di aver ricevuto come messaggi divini e di raccogliere tutte le testimonianze di quelli che avevano conosciuto Muhammad prima, durante e dopo che era diventato il profeta. A raccontare sono familiari, amici, poeti, uomini d’affari, artigiani, domestici, scienziati. È una narrazione corale e vista dal basso: l’uomo Muhammad ne esce con molte sfaccettature, tra incertezze, delusioni, fanatismi, trionfi.
Nel corso dei secoli sono uscite molte biografie del profeta, questa di Kader Abdolah cerca di proporla all’immaginario occidentale, per includerla nel nostro patrimonio culturale, come il Tulipano simbolo di bellezza e amore tra oriente e occidente.

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