I 50 anni di Julia Roberts, fiore d’acciaio del cinema americano

In Cinema, Weekend

Il film, non indimenticabile, era Mystic Pizza, ma il sorriso a 32 denti, quello, da allora non si dimentica. Julia Roberts compie mezzo secolo e ci sta molto simpatica: perché è brava, fa un po’ come le pare e può essere, allegramente, fidanzata, prostituta e pure un po’ stronza

C’era un tempo che le bocche andavan piccine. Fateci caso. Senza andare indietro fino all’800 e oltre, non c’è film degli anni ’20 o giù di lì in cui le attrici più amate non avessero delle boccucce infinitesimali, all’epoca considerate la quintessenza dell’erotismo. Pensate a Lilian Gish, Clara Bow o Mary Pickford. Due labbruzzi fin quasi troppo sottili, il rossetto a volte messo solo al centro solo per rimpicciolirle ancor di più, manco fossero tutte geishe giapponesi. Poi con gli anni ci furono bocche voluttuose, labbra piene, bronci e dentini come perle. Ma sempre con dimensione contenute, rispettose, attente.

Nessuno era quindi preparato a quello che successe un giorno all’inizio di quegli anni ’90, anni che così poco sembrava portassero al mondo. In un fotogramma di un piccolo film dal titolo inutile e melenso come Mystic Pizza, apparve un volto corrucciato che improvvisamente si apre in un sorriso. E fu la fine, o l’inizio di tutto. Arrivarono quei 32 denti, quella bocca enorme, sproporzionata quasi, che in breve tempo chiusero la partita a ogni boccuccia e misero Julia Roberts sulla cima dell’Olimpo, dalla quale ci sta ancora guardando, noi miseri mortali.

Come è stato possibile che un volto dalle caratteristiche così bizzarre oltre alla bocca, quelle strane sopracciglia a parentesi tonda e il naso che punta all’insù, potessero fondersi e risultare nella quintessenza della “faccia da schermo”? Mistero. Eppure su quel volto la Roberts ci ha costruito un impero che l’ha portata a essere per anni l’attrice più pagata di Hollywood e al primo posto delle classifiche delle persone più belle del mondo.

Questa dea oggi compie 50 anni. Perché ahimè, anche le dee invecchiano. Ma meglio di tutti noi. La Roberts ha chiaramente fatto un patto con Giove o chi per esso e nonostante sia evidente a tutti che non si sia rifatta, forse giusto un po’ di vitamine qui e là e ottime creme per il viso, le regge ancora tutto, che con grazia e letizia resta su a sfidare la gravità. Dice che sono i baci del marito e dei figli.

Il fortunato baciatore si chiama Danny Moder, fa l’operatore cinematografico e si sono incontrati in uno dei film peggiori che Julia abbia mai girato, The Mexican, con Brad Pitt.

I figli sono due gemelli maschio e femmina dai soliti nomi improbabili che piacciono tanto alle star, Hazel Patricia e Phinnaeus Walter. Qualche anno dopo è arrivato un altro ragazzino, Henry. Parliamo di un matrimonio solido, vissuto lontano dal delirio hollywoodiano, allevato con cura in un ranch nel New Mexico. Molto diverso dal primo, quello con il cantautore country Lyle Lovett, l’uomo dalla faccia strana e dalla pettinatura ancor più strana. È durato pochi mesi, 21 per l’esattezza e rimane ancora inspiegabile ai più.

Per non parlare del povero Kiefer Sutherland, lasciato tre giorni prima del matrimonio. O Benjamin Bratt, colui che l’ha aiutata a salire le scale del palco degli Academy Awards il giorno che ha conquistato il suo unico Oscar (per Erin Brockovic) su quattro nomination: tradito e mollato per il suo attuale marito.

Uno dei film più conosciuti della Roberts è Se Scappi Ti Sposo con Richard Gere: una storia emblematica, con lei che pianta tutti sull’altare. Pare che per anni la Roberts abbia fatto lo stesso con tutte le sue storie, concluse in men che non si dica, dopo breve e discontinua frequentazione. Ma che c’entra, non è che tutti si debbano votare al sacro vincolo! Lei di certo non lo fa e a pensarci bene ci piace un po’ anche per questo.

E viene anche il sospetto che in alcune scene dei suoi film più famosi, quando fa un po’ la stronza, in fondo non stia recitando poi tanto. Pensate a quando torna a sbeffeggiare le commesse del negozio snob in Pretty Woman o quando in Erin Brockovich prende per il culo l’assistente dell’avvocato di grido, millantando di aver ottenuto delle firme importanti grazie a servizietti di alta oralità. Secondo me non ci fa tanto: ci è.

Insomma, Julia “una nessuno centomila”. L’eterna ingenua fidanzata d’America, la prostituta, la madre hippy e volgarotta, la “party pooper” cioè la guastafeste al matrimonio del suo migliore amico, la dolce Campanellino e l’odiosa Matrigna di Biancaneve. Di certo con i suoi film ha portato nelle casse delle potenti case di produzioni hollywoodiane più di due miliardi e mezzo di dollari fra una cosa e l’altro. Una gallina dalle uova d’oro. Se si pensa che per Pretty Woman prese solo 300mila dollari.

Adesso però ha il privilegio di fare un po’ come le pare. Si presenta sul tappeto rosso di Cannes a piedi nudi, vive a migliaia di chilometri dalle ville di Beverly Hills che tanto piacciono ai suoi colleghi, smette di fare film per periodi così lunghi che ogni tanto la stampa si chiede se sia ancora viva. Per non parlare di quando arriva in Italia per girare pubblicità di vario genere, dal caffè alle calze.

Ma la notizia importante è che le calze ancora non sono contenitive e il caffè glielo porta a letto un uomo carino. A 50 anni queste sono da considerarsi grandissimo privilegi.

A noi non resta che augurarle di recitare ancora in tanti film di rango e se possibile vincere almeno un altro Oscar. In fondo non è per niente una cattiva attrice. E visto che la prima volta è stata capace di restare sul palcoscenico dello Shrine Auditorium quasi cinque minuti per ringraziare anche le cugine di quarto grado, arrivando persino a zittire il povero direttore dell’orchestra che voleva darci un taglio, non possiamo che sperare di assistere a un altro momento in cui Roberts le canta a qualcuno. In fondo uno dei suoi primi film non s’intitolava Fiori d’Acciaio? E allora fate un applauso a Julia Roberts, il fiore d’acciaio del cinema americano.

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