La sfida dell’agente Asger, “colpevole” in cerca di redenzione

In Cinema

“The Guilty”, opera prima del 31enne danese Gustav Möller, premiata al Sundance e passata anche ai festival di Rotterdam e Torino, è un thriller fatto di parole e di atmosfera. Chiuso nelle due stanze di un commissariato di Copenhagen, degradato per i suoi errori a centralinista, l’insofferente poliziotto affronta il caso di una donna che dice d’esser stata rapita. Ma la cosa si rivelerà più complicata

Asger Holm (Jakob Cedergren) è un agente di polizia in crisi. Ha fatto un errore e, in attesa del processo, è stato assegnato al centralino per le chiamate di emergenza. Deve rispondere al telefono, niente altro, e vive la sua condizione con un senso di enorme frustrazione, come una sorta di inaccettabile punizione. Insofferente e nervoso, guarda con disprezzo i colleghi che lo circondano e affronta ogni istante come fosse una questione di vita o di morte.

Proprio a lui capita la telefonata di una donna disperata, che racconta di essere stata rapita. Il suo compito potrebbe limitarsi a segnalare il pericolo e passare il caso a un’altra divisione, ma Asger non può farlo: il suo bisogno di redenzione, insieme alla sua incapacità di stare dentro le regole, lo condurranno a mettere in discussione tutto, buttandosi a corpo morto in una situazione che si rivelerà molto più complessa di quello che sembra. Perché, si sa, di buone intenzioni è sempre lastricata la via dell’inferno.

Premiata al Sundance e al Rotterdam Film Festival, Il colpevole – The Guilty, opera prima del 31enne danese Gustav Möller, è stata proiettata per la prima volta in Italia all’ultima edizione del Torino Film Festival e ha prontamente conquistato il pubblico. Un thriller fatto di parole e di atmosfera, che sicuramente si inserisce nella scia di Locke e di altri film del genere, ma riesce a conquistarsi senza fatica uno spazio nuovo e autonomo, raccontando una piccola storia sordida senza mai uscire dalle due stanzette del centralino di una stazione di polizia.

Siamo a Copenaghen, ma potremmo essere in qualunque altro posto. La città la vediamo soltanto attraverso la cartina che appare sul monitor, davanti agli occhi del telefonista. E l’azione è descritta per sottrazione, attraverso i dialoghi e i rumori. Il tutto in tempo reale. Un’esplorazione originale del tema della colpa e del suo contraltare, la verità, messa in scena con intelligenza e grande efficacia, costruendo abilmente una sceneggiatura labirintica e implacabile.

Il protagonista, Jakob Cedergren (volto principale della serie tv Omicidio a Sandhamn) è praticamente sconosciuto da noi, ma si rivela un’ottima sorpresa: capace di offrire una notevole prova d’attore e di reggere su di sé – senza la minima esitazione – il peso solitario di un film claustrofobico e appassionante, tesissimo e impietoso. Fino al finale, che non regala nessuna catarsi e pochissima consolazione, giusto qualche piccolissima luce nel lungo e faticoso percorso della conoscenza di sé stessi.

Il colpevole – The Guilty, di Gustav Möller, con Jakob Cedergren, Jessica Dinnage, Omar Shargawi, Johan Olsen, Jacob Lohmann.

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