Il cacciatore bianco e la bella combattente sepolta nella neve

In Cinema

Taylor Sheridan fa centro col secondo film, “I segreti di Wind River”, thriller nerissimo dagli echi visivi western, ambientato tra i ghiacci del Wyoming dove i nativi indiani abitano impervie montagne. Un orrendo omicidio porta lì da Las Vegas una brava detective dell’Fbi, che darà la caccia all’assassino in coppia col bravo protagonista. Calandoci negli abissi dell’umana abiezione e facendoci commuovere

Una figura sottile vestita di azzurro corre ostinata nella notte, arranca nel gelo dell’inverno, nella paura che penetra nelle vene e ti schianta il cuore. Corre fino all’ultimo respiro e anche oltre, perché era una combattente, una che non si arrendeva. Così la definisce in I segreti di Wind River il cacciatore bianco Cory Lambert (Jeremy Renner), che la ritrova semisepolta nella neve: è un uomo solitario che conosceva bene quella ragazza dal sorriso luminoso, figlia di un amico, un vicino di casa, ammesso che abbia un senso questa espressione applicata alla gente che vive fra le montagne del Wyoming, dentro e fuori quelle che una volta venivano chiamate riserve indiane (ora si parla di nativi americani e “autorità tribali”, ma non per questo sono diventate posti migliori dove vivere).

Per tanti motivi Cory non potrà esimersi dal partecipare alla caccia all’assassino di quella ragazza, e lo farà insieme a una giovane agente dell’FBI (Elizabeth Olsen) catapultata direttamente da Las Vegas in mezzo alle bufere di neve, senza alcuna preparazione e nemmeno una giacca adeguatamente imbottita per ripararsi dal freddo.

Taylor Sheridan è alla seconda prova come regista, dopo un modesto horror realizzato nel 2011, Vile, e un’onorevole carriera come attore televisivo (magari ve lo ricordate nei panni dello sceriffo onesto, destinato a morte precoce, nella serie tv Sons of Anarchy). Già apprezzato sceneggiatore di Sicario (meritato successo mondiale firmato da Denis Villeneuve) e di Hell or High Water (piccolo noir/ western passato inosservato, che vi consigliamo di recuperare), ha deciso di mettersi dietro la macchina da presa per concludere in prima persona quella che nelle sue intenzioni doveva essere un’ideale trilogia della moderna frontiera americana.

Una scelta vincente la sua, perché il risultato (applaudito e premiato, fra l’altro, all’ultimo festival di Cannes) è un film che si iscrive a pieno titolo nel genere thriller ma già dalla seconda scena si rivela capace di superare i limiti del puro e semplice prodotto di genere, scegliendo con spavalda sicurezza di esplorare il tema della frontiera per metterci sotto gli occhi un paesaggio innevato, talmente uniforme da rendere impossibile tracciare linee, individuare confini. E non solo in senso fisico, materiale. Un thriller nerissimo e claustrofobico, dove a farla da padrona è una luce abbagliante, un bianco talmente luminoso da rendere ciechi.

I segreti di Wind River è potente, ruvido, drammatico, capace di esplorare fino in fondo gli abissi dell’umana abiezione e anche di accostarsi alle vittime con la sensibilità di uno sguardo profondamente (vorrei dire, sorprendentemente) empatico. E quando parliamo di vittime non sono solo i cadaveri, ma anche coloro che ancora si muovono e respirano, magari persino indagano ma si portano appresso ferite così profonde da non lasciare speranza. Perché ci sono squarci in fondo all’anima che nessuna giustizia umana potrai mai riparare, con verità che semplicemente non servono a nulla.

Non è certo la prima volta che il cinema ci racconta una storia noir di disperazione e violenza senza redenzione, di vite ai margini, di frontiere tagliano come lame e sangue che inzuppa il terreno fino a renderlo viscido e velenoso, come una discarica a cielo aperto di illusioni e detriti, esistenze perdute e fughe impossibili. Ma Wind River lo fa in modo un po’ diverso dal solito, ibridando gli stilemi classici del noir d’epoca coi cieli inquieti del western contemporaneo, e procedendo con un passo lento, sinuoso, un ritmo quasi solenne. Sheridan, regista/sceneggiatore, si prende tutto il suo tempo, non pare aver fretta, e non sbaglia una scena, riuscendo a coinvolgerci, spiazzarci, e soprattutto commuoverci. Anche più di quanto vorremmo.

I segreti di Wind River, di Taylor Sheridan, con Jeremy Renner, Elizabeth Olsen, Julia Jones, Jon Bernthal, Kelsey Asbille, Janes Kordan, Norman Lehnert, Gil Birmingham