Happy Accidents. La terapia di Amore Intensiva di Daniel Gonzàlez.

In Arte

Ha inaugurato su appuntamento nei giorni scorsi, ed è aperta al pubblico sempre su appuntamento fino al 12 febbraio prossimo, Happy Accidents, la personale dell’artista argentino Daniel Gonzàlez, classe 1963, alla galleria Mimmo Scognamiglio Artecontemporanea di Milano, che racconta il lavoro realizzato dall’artista durante il lockdown. Opere coloratissime, di grande forza e consapevole ottimismo, piene di rimandi e narrazioni. Un mondo intenso, brillante e gioiosamente evocativo di una possibile rinascita simbolica.

We don’t make mistake. We have happy accidents. Così diceva il mitico Bob Ross per spiegare “La gioia di dipingere” nelle sue lezioni televisive. Con voce suadente e rumori di fondo dall’effetto ipnotico, Bob Ross ci trasportava nel flusso della pittura con un approccio meditativo e benefico, un modo per aprirsi al futuro centrandosi nel presente con ottimismo e consapevolezza.

Esattamente come fa Daniel Gonzàlez nella sua mostra intitolata, non a caso, proprio Happy Accidents, incidenti felici. Perché l’errore non esiste mentre esiste la gioia della scoperta, come dichiarato già dai manifesti della mostra, pezzi unici ricavati dal taglio della carta sporca di colore che proteggeva il pavimento del suo studio.

Da sinistra: Mantra, 2020, mylar, colla e metallo; Mucchi di voglia, 2020, Terapia di Amore Intensiva, 2020, Rainbow drops, 2020, acrilico e serigrafia su tela. Courtesy Mimmo Scognamiglio Artecontemporanea

Daniel Gonzàlez, artista argentino da lunghi anni in Italia ma nomade nel mondo intero, poliedrico ma non eclettico, perché sempre poeticamente coerente, ci ha mostrato in questi anni opere forti e affascinanti, dai contenuti anche politici e sociali, sempre nel contrasto tra l’intensità del racconto e l’eleganza della forma.

Ora, per colpa o merito del lockdown, Gonzàlez è tornato alla sua passione originaria, la pittura, a cui si rivolge dopo quindici anni di assenza ma carico dell’esperienza della sua ricerca artistica. Nei lunghi giorni di chiusura passati nel suo studio a dipingere, serigrafare, incollare, sporcare, accendere candele e inanellare fettucce colorate, Gonzàlez ha centrato il suo mondo in quel luogo, espandendolo nel tempo e nello spazio. E qui ha lasciato che il flusso si animasse e portasse a una rinascita simbolica, in cui inconscio ed esperienza fisica si abbracciano.

William Blake Disco Gate, acrilico e serigrafia su tela, 2020. Courtesy Mimmo Scognamiglio Artecontemporanea

Nascono così le opere di questa mostra, che appare subito come una ventata di ottimismo ma di un ottimismo consapevole, passato per il dramma e per la vita per poi vestirsi di abiti colorati e leggeri. Come Arlecchino – demone coperto di pelli di lupo poi rivestito di pezze colorate per esorcismo antropologico – le opere di Gonzàlez trasudano forza esistenziale attraverso coloratissime forme postmoderne, cariche di citazioni sia formali che concettuali.

Sgargianti feticci Interstellari pendono all’ingresso della mostra, portandoci verso un muro di lucenti catene di stelle filanti, costruite come un mantra e allestite come un mandala. Una raffinatissima tela in paillettes mostra un’automobilina che aspetta di partire, in un’attesa raccontata dalla cera della candele colatele sopra.

God’s office, 2020, acrilico e serigrafia su tela. Courtesy Mimmo Scognamiglio Artecontemporanea

Il resto è pittura. Una base di pennellate esplosive in colori fluo accomuna tutte le tele esposte, su cui – per sovrapposizione di acrilici, aerografo, collage, momenti informali, dettagli realistici e inserti testuali – succede di tutto.

L’osservazione empatica del limitato mondo circostante si fonde con la visione poetica e interiore, come nelle gocce di pioggia che, sospese su un’esplosione di rosa, fluttuano immobili e bidimensionali cariche di arcobaleno.

Break Dancer, 2020, acrilico su tela. Courtesy Mimmo Scognamiglio Artecontemporanea

Nel lisergico William Blake Disco Gate, dove luccicanti lustrini invitano ad aprire le porte della conoscenza per entrare nell’oscura festa in corso. Nei Mucchi di Voglia che salgono dal fondo fucsia in forma di succosi torsoli di mela. Nello splendente Ufficio di Dio, dove un cielo alla Rothko risplende in un alone arancio fluo, sotto al neon dipinto che di Dio afferma, previo appuntamento, la presenza. E ancora, nello struggente Break Dancer della nipotina d’oltremanica e nei talismani di tutto il mondo che si uniscono nel comune esorcismo per una Terapia di Amore Intensiva. Quella di cui tutti, oggi, avremmo un gran bisogno e di cui, per qualche momento, ci fanno godere gli Happy accidents di Daniel Gonzàlez.

Daniel Gonzàlez, Happy Accidents, progetto espositivo di Mariano Pichler, Mimmo Scognamiglio Artecontemporanea, Milano, fino al 12 febbraio 2021

Immagine di copertina: Terapia di Amore Intensiva, particolare, 2020, acrilico e serigrafia su tela. Courtesy Mimmo Scognamiglio Artecontemporanea