Formula cinema: così scatta a 300 all’ora la triade Pitt-Kosinski-Bruckheimer

In Cinema

Intramontabile sorriso da bello e dannato, look bohémien quanto basta, finto disinteresse per il mondo a celare un cuore grande così, Brad è al centro di “F1”, un nuovo e riuscito film sull’automobilismo. Occasione per riconfermare la love story tra cinema e sport, capace di rinnovarsi costantemente. A lui tocca il ruolo del veterano dato per finito che si rimette in gioco scoprendosi mentore, sostenuto dall’amico Javier Bardem, mentre il giovane asso della velocità Damson Idris si rivela talentoso ma arrogante. Una storia semplice e ruffiana, una realizzazione spettacolare, un montaggio adrenalinico

Gentlemen, start your engines. A dodici anni di distanza dal sorprendentemente ben riuscito Rush di Ron Howard, che esplorava in forma un po’ romanzata la storica rivalità tra la leggenda del volante Niki Lauda e il suo rivale-meteora James Hunt, il mondo della Formula 1 ritorna sul grande schermo. Questa volta è il turno di Brad Pitt e del suo F1 – Il film: da sempre appassionato di automobilismo, il sex symbol sessantaduenne è innegabilmente il motore principale della pellicola diretta da Joseph Kosinski e prodotta da Apple Tv+. Intramontabile sorrisetto da bello e dannato, look bohémien quanto basta, e il solito finto disinteresse per il mondo a celare un cuore grande così.

Nulla di nuovo, insomma, così come già sentiti sono trama e personaggi, ricuciti praticamente sulla stessa misura e modello del precedente blockbuster di Kosinski e soci, ovvero quel Top Gun – Maverick con Tom Cruise che, oltre al mito anni ’80 del classico originale, aveva rispolverato per l’ennesima volta l’immagine dell’altro eterno Peter Pan cinematografico per eccellenza. Tutto cambia, e tutto resta com’è: c’è il veterano Pitt, “cowboy” moderno dato per finito ma pronto a rimettersi in gioco (anche se controvoglia) e riscoprirsi nel ruolo di mentore; c’è il vecchio amico Javier Bardem che lo ingaggia e si batte per lui, conoscendone il valore, pur avendo tutti contro; c’è il giovane asso della velocità Damson Idris, talentuoso ma arrogante, che alla fine della storia imparerà il gioco di squadra; c’è la bella e forte Kerry Condon che ha lottato per emergere, e che ora ha una personalità capace di tenere testa al protagonista solitario quanto basta per conquistarne il cuore.

D’altra parte, per capire che aria tirasse bastava dare un’occhiata all’elenco completo del team creativo, trasferito in blocco da cloche e portaerei a volanti e circuiti: oltre alla regia, difatti, riecco Jerry Bruckheimer (che a Hollywood è sinonimo di blockbuster) alla produzione, lo sceneggiatore Ehren Kruger, il direttore della fotografia Claudio Miranda (fedelissimo di Kosinski) e naturalmente l’immancabile Hans Zimmer alle musiche originali. Squadra che vince non si cambia, e anche questa volta F1 – Il film pare avere tutte le carte in regola per aggiudicarsi i favori di pubblico e critica più mainstream, affiancando a una storia semplice e ruffiana quanto basta una realizzazione spettacolare, un montaggio adrenalinico e una cura dell’immagine che sembra davvero non aver badato a spese, grazie anche alla pioggia di ovvi sponsor e product placement ben riconoscibili in ogni inquadratura.

Anche questa non è una sorpresa: se Oliver Stone, ai tempi del suo Any Given Sunday, aveva creato un’intera lega di football americano fittizia per evitare problemi di licenze, Kosinski sceglie addirittura di girare durante veri gran prix, arrivando ad allestire un finto garage tra i team di Mercedes (anche consulente tecnico del film) e Ferrari, al punto che i cultori della materia si divertiranno un mondo a riconoscere i numerosissimi cammeo dei loro beniamini, o i riferimenti a episodi reali avvenuti durante le corse. Ma non solo: per quanto rielaborato in chiave hollywoodiana, F1 – Il film è anche un dietro le quinte affascinante e patinato del mondo della Formula 1, che non eccede mai nel tecnicismo ma mette tutto e tutti al posto giusto, in nome del più americano dei “there’s no I in team”. Le ormai consuete due ore e mezza di proiezione viaggiano davvero velocissime, controbilanciando l’usato garantito della retorica a stelle e strisce un po’ scontata con almeno un paio di sequenze (tra cui quella bellissima, dell’ultima gara in soggettiva) da applausi a scena aperta.

Qualora ce ne fosse ancora bisogno, il film della triade Pitt-Kosinski-Bruckheimer è la conferma di una love story, quella tra cinema e sport, capace non solo di resistere al passare del tempo, ma addirittura di rinnovarsi costantemente pur rimanendo sempre fedele a se stessa. Perché, se è vero che la scelta di raccontare una disciplina prossima alla fantascienza come quella delle corse automobilistiche facilita di certo il lavoro sul piano della spettacolarità, in tempi di intelligenze artificiali e simili, F1 – Il film non rinuncia alla morale più importante, esattamente come Top Gun – Maverick. Quando conta sul serio, dietro al volante come alla macchina da presa, non sono l’aereo o l’auto a fare la differenza, ma il pilota, il suo istinto, la sua passione.

F1 – Il film di Joseph Kosinski, con Brad Pitt, Javier Bardem, Damson Idris, Kerry Condon, Callie Cooke, Kim Bodnia, Tobias Menzies

(Visited 1 times, 1 visits today)