Fondazione Prada ha una Love Story con Francesco Vezzoli

In Arte

Francesco Vezzoli, classe 1971 made in Brescia, è fra gli artisti italiani più riconosciuti sul panorama internazionale e proprio durante il delicato periodo che il Paese si trova ad affrontare mette a segno un progetto artistico decisamente contemporaneo: in un momento storico in cui siamo stati tutti affacciati a balconi e finestre di schermi online, Vezzoli ci propone su Instagram, dal 4 maggio, il suo nuovo lavoro. Partner in crime: Fondazione Prada.

Francesco Vezzoli è noto anche per le sue lacrime oro o rosso sangue, lavorate a uncinetto e finemente applicate su grandi icone famose del cinema, ma il terreno espressivo che meglio lo identifica rimane la videoarte.

L’artista mixa citazioni del cinema colto con popstar e celebrità della televisione mainstream, per “decostruire lo strumento della promozione”, con lo scopo di restituire attraverso le sue opere “lo specchio dell’effimero mediatico”, quel concetto e non-luogo a cui attingiamo quotidianamente da ogni dispositivo.

L’ironia e il gioco psicologico sono costanti tanto sottili quanto squisitamente raffinate nell’iconologia di Vezzoli e intessono, esattamente come faceva con filo e uncinetto, una rete di connessioni mentali, espressioni flebili e labili fra ascese e declini nel mondo delle celebrità, restituendone opere dense di sensibilità e profondità, che alternano verità e finzione attraverso stilemi di comunicazione e promozione tipici dagli anni ’90.

Un esempio su tutti: alla 52° edizione della Biennale di Venezia, Vezzoli rappresentò l’Italia con brevi installazioni video in cui Sharon Stone e Bernard-Henri Lévy si contendevano la presidenza degli Stati Uniti d’America in una finta campagna elettorale, in Democracy ; o, ancora, in Greed, Natalie Portman e Michelle Williams si contendevano un profumo.

Questa volta è un’attenta indagine sulle emozioni a governare l’intero progetto Love Stories. A sentimental Survey by Francesco Vezzoli curato da Eva Fabbris, per Fondazione Prada. Lo scopo è esplorare le sfere emotive, amorose e psicologiche di un bacino d’utenza vastissimo, virtuale e connesso, attraverso il linguaggio  dei social.

Love Stories – A Sentimental Survey by Francesco Vezzoli

Come funziona? Basta un click di preferenza in un sondaggio a due opzioni sulle stories di Fondazione Prada per rispondere alle 50 domande preparate dall’artista. Ogni giorno viene proposta un’immagine iconica, tratta dalla storia dell’arte o dall’immaginario pop dei rotocalchi (ma in ogni caso incorniciata come un quadro da museo), accompagnata da un breve testo che, riducendo la realtà ad opzioni binarie, costruisce sottotesti interpretativi e cortocircuiti visivi nella sinergia di testo e immagini. Chi risponde diventa così parte integrante del progetto, come in un gigantesco e sconfinato happening, story dopo story.

Se a primo acchito può sembrare un escamotage furbo organizzare un evento artistico sulla piattaforma social che ha tradotto più di altre la nostra quarantena, in realtà si tratta di una ricerca molto complessa: si sperimenta un nuovo mezzo di condivisione di idee, visioni e impressioni sull’amore, sul corpo, sul significato di identità, solitudine, appartenenza. Un nuovo territorio che diventa sempre più spesso estensione delle nostre routine, dell’esigenza di renderci manifesti al mondo, attraverso le complesse sfere dell’estetica.

I risultati raccolti creeranno l’opera d’arte finale; i dati dei sondaggi di ogni fine settimana, andranno a formare nuclei tematico liberamente ispirato alle musiche che accompagnano le stories: brani da opere liriche di compositori italiani del calibro di Bellini, Puccini, Rossini, Verdi ma anche dal Don Giovanni di Mozart, in omaggio a Pasolini, che aveva usato un brano da quell’opera in “Comizi d’amore”.

Del resto, come poteva non tornare Pasolini? Fondazione Prada e Francesco Vezzoli nel 2004 furono legati assieme proprio dall’opera Comizi di non-amore per la mostra Trilogia della morte, in cui Vezzoli aveva reinventato la tradizione del documentario e del cinéma-vérité, effettuando contaminazioni visive proprio su Comizi d’amore (1965) di Pier Paolo Pasolini e su L’amore in Italia (1978) di Luigi Comencini con i canoni televisivi del reality show.

Love Stories – A Sentimental Survey by Francesco Vezzoli

Per Francesco Vezzoli la vera opera d’arte sarà la reazione: non solo quella di chi interagisce con i sondaggi, ma anche quella degli addetti ai lavori, di chi crede che non sia accettabile realizzare un progetto artistico alla stregua di una strategia digital.

Vero è che l’arte deve necessariamente parlare la lingua del proprio tempo. Lo ha sempre fatto, a ogni costo. Lo ha fatto con l’arrivo della fotografia dalla metà dell’Ottocento, lo ha fatto con il cinema, ed è giusto indagare oggi anche nuovi mezzi comunicativi, con la complicità di Fondazione Prada, che traduce al meglio l’internazionalità dell’arte, quella senza confini, che si tratti di superare canoni estetici e crearne nuovi, come pure di entrare casa per casa, account per account dentro agli stati d’animo dei fruitori e portare l’arte nei rari posti a oggi frequentabili: se stessi.

Curiosità finale? Francesco Vezzoli non ha un account Instagram e non si fa selfies!

Di fatto, ha ammesso di non sentirsi a proprio agio nell’utilizzare per se stesso un medium in cui le parole sono pressoché assenti e le immagini semplificate a “postabili”.

Tutto ciò rende ancora più divertente l’indagine antropologica e partecipativa che verrà fuori a fine progetto. Dopotutto, si ceda il palco agli attori, mica ai registi.


Love Stories. A sentimental Survey by Francesco Vezzoli, dal 4 maggio sulla pagina Instagram di Fondazione Prada.

Immagine di copertina: © Ugo Dalla Porta

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