Tris Prior e Katniss Everdeen: l’eroina dei millennials

In Cinema, Letteratura

Il genere crossover dello young adult attraverso due delle due più famose saghe millenial: Divergent e Hunger Games

Corri. Corri perché non hai tempo e quello che hai lo investi. Pranzo al salto, horror vacui e tendenza a riempire gli spazi, ne inventiamo di nuovi solo per il gusto di annerirli. Fiumi d’inchiostro per endovena, sangue blu e voglia di resistere.
Quando non esiste più nulla, cos’è che diventa tutto?

Quello della young adult è un genere letterario estremamente affascinante, abbraccia i ragazzi cresciuti tra le pagine di J.K. Rowling&Co. con lo scopo di tenerli per mano introducendoli tra romanzi via via più complessi. Nasce in America e prende piede molto velocemente, come se indossasse scarpe da running. Veronica Roth e Suzanne Collins, insieme a Stephenie Meyer, Lauren Kate e Cassandra Clare, sono esponenti della categoria che hanno visto (o vedranno) tradurre le proprie parole in dialoghi sul grande schermo.

Trattano di amori sbagliati, vampiri e licantropi in Twilight, angeli e demoni in Fallen e cacciatori d’ogni genere e sorta in Shadowhunters. Chi legge è naturalmente portato a vestire i panni da guerriera della ragazza protagonista e… sogna.

 

“Hai salvato una città, aiutaci a salvare il mondo” (Allegiant – Il film)

Beatrice Tris Prior, così come gran parte delle sue colleghe letterarie, è campionessa di una realtà distopica. Esiste in una Chicago post moderna in cui si è catalogati in base alle peculiarità del proprio carattere.

La verità campeggia sul tuo viso? Candido.
Mani al cielo durante una faida? Pacifico.
Ti inerpichi tra sinonimi e contrari? Erudito.

Tris è vissuta tra gli abneganti ma è una divergente: le sue caratteristiche non sono riconducibili alle fazioni di cui sopra.

La ragazza esperisce in maniera estremamente amplificata il passaggio tra adolescenza e età adulta, quella complessa fase di rottura, a volte forzata e a volte assolutamente naturale, che è parte della vita di ognuno. Cambia modo di vestire, taglio di capelli, sfoggia addirittura un tatuaggio sulla clavicola poiché questo è considerato un vero e proprio rituale nella cultura degli intrepidi, gruppo in cui la piccola Prior finisce in maniera più o meno casuale.

Beatrice è pura come il nome che porta ma, a differenza della Beatrice dantesca, è costretta a vivere all’inferno; all’improvviso si scopre fulcro di una battaglia che non aveva idea stesse combattendo. O meglio, la ragazza non era consapevole che la battaglia che stava combattendo coincideva esattamente con la guerra di tutti.

Crede di poter migliorare la realtà che la circonda e cerca di sempre di farlo senza compromettersi e senza compromettere chi le sta intorno. Tris infatti non è un’isola, ha accanto a sé un uomo che la ama, e che troppo spesso ha mani più forti delle sue, ha un fratello traditore e pentito e ha un’amica che, nonostante la serie di sfortunati eventi, continua ad imbracciare le armi per lei.

Nonostante la giovanissima età, ha imparato a sue spese tutte le accezioni della parola “sacrificio”.

 

“Non posso pensare di baciarti quando ho una ribellione da incitare” (La ragazza di fuoco)

Suzanne Collins è un’autrice classe 1962 mentre Katniss Everdeen raggiungerà il BelPaese nell’agosto del 2009. La fanciulla vive a Panem, stato fittizio formatosi dopo l’apocalisse. La Collins si lascia ispirare dai gladiatori, da Teseo e dal minotauro e crea un universo in cui l’unica filosofia  esistente è quella del “restare vivi”: (ma forse a ben vedere se ne possono trovare anche altre) ogni anno 12 coppie di ragazzi sono invitati ad imbracciare le armi in una lotta all’ultima sangue che termina con un solo superstite. Katniss è brava a sopravvivere soprattuto perché ha un motivo per farlo. Vertice di un triangolo amoroso, farebbe di tutto pur di salvare sua sorella Prim. Partecipa agli Hunger Games per ben due volte sempre accompagnata da Peeta, panettiere follemente innamorato di lei, diventa il volto della rivolta e fa discorsi alla nazione: niente potrebbe arginare le fiamme emanate dalla ragazza di fuoco.

Il lieto fine non è mai lieto. Per ritrovarsi è necessario perdere qualcuno, perdersi.

“Ancora un capitolo, poi giuro che dormo”

Non ricordo di preciso quante volte ho pronunciato la frase di cui sopra. L’ho detta parlando di Kerouac, Fitzgerald, mai per Nabokov perché Lolita è stato per me particolarmente impegnativo, e almeno una decina di volte se si tratta di Tris e Katniss.

A differenza loro non portiamo sulle spalle il peso del mondo anche se, a volte, ci sentiamo sopraffare dagli eventi che sembrano passarci accanto come Maserati in autostrada.

Un lavoro nuovo. Una storia. La laurea. Il trasloco.

Tutto schizza via e tu ci provi a tenere il passo e ne hai bisogno perché se resti fermo mangi smog e polvere e i nostri stomaci sono programmati per altri tipi di leccornie però… Però non riesci.
Non riesci ma, senza sapere il motivo, continui a correre.

Questi sono i modelli che ci servono, questa è l’unica eroina di cui abbiamo bisogno.
Abbiamo bisogno di qualcuno che non si ferma, meglio se donna perché, non si sa come mai, la nostra strada ha sempre un semaforo in più di quella dei colleghi uomini.
Abbiamo bisogno di qualcuno che sia forte anche quando essere forti è l’ultima opzione possibile, quella che scarteremmo subito in un compito a risposta multipla.
Abbiamo bisogno di qualcuno e questo, paradossalmente, è sempre una debolezza che non siamo pronte ad ammettere.

 

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