Il prossimo autunno, dal 20 novembre 2025 al 6 aprile 2026, il Museo Civico Archeologico del Settore Musei Civici Bologna ospiterà “Graphic Japan. Da Hokusai al Manga”, una grande mostra che racconta visivamente le tappe fondamentali della grafica giapponese in un viaggio che dal periodo Edo (1603-1868) conduce fino ai nostri giorni.
Il 12 giugno all’interno degli spazi del Museo Civico Archeologico di Bologna si è tenuta la conferenza stampa di presentazione della futura mostra “Graphic Japan: da Hokusai al Manga”, che aprirà al pubblico giovedì 20 novembre 2025 e durerà fino al 6 aprile 2026. A presentare il progetto l’Assessore alla Cultura di Bologna Daniele Del Pozzo, il Console Generale del Giappone a Milano Kobayashi Toshiaki, l’amministratore delegato di MondoMostre Simone Todorow di San Giorgio e Rossella Menegazzo, una delle curatrici della mostra assieme a Eleonora Lanza nonché responsabile del settore culturale del Padiglione Italia all’EXPO 2025 Osaka.

Grande importanza è stata data al valore della mostra in rapporto alle relazioni culturali tra Italia e Giappone che, inaugurando meno di un mese dopo la fine dell’EXPO di Osaka, ne raccoglie l’ideale testimone. Una mostra “non sul Giappone, ma con il Giappone”, riportando le parole di Kobayashi, un ponte (questa l’immagine più usata in questa presentazione) tra due paesi con una sensibilità affine per l’arte e le arti applicate, e che arriva nel 2026 a celebrarne simbolicamente i 160 anni di rapporti diplomatici. Bologna non a caso viene scelta come città di grande apertura e valorizzazione verso le eccellenze internazionali.

International Council for Bird Preservation
Il rapporto tra MondoMostre, il Museo Civico Archeologico e il Giappone non è nuovo. Già nel 2018 entrambe le istituzioni hanno collaborato per promuovere la mostra di grande successo “Hokusai Hiroshige. Oltre l’onda”, di cui “Graphic Japan” è visto come proseguimento e approfondimento, ma che segue anche altre due mostre in città, più recentemente concluse: “Yokai. Le antiche stampe dei mostri giapponesi” del 2023 a Palazzo Pallavicini, e “Fasto e fantasia. I kimono nelle stampe giapponesi ukiyo-e” del 2024 al Museo di Palazzo Poggi, entrambe focalizzate sulla produzione degli ukiyo-e a tema folkloristico. Le opere in prestito provengono da importanti istituzioni italiane e giapponesi pubbliche e private, tra cui il Museo d’Arte Orientale “Edoardo Chiossone” di Genova, il Museo d’Arte Orientale di Venezia, Biblioteche civiche e nazionali e da collezioni giapponesi tra cui la Dai Nippon Foundation for Cultural Promotion e la Adachi Foundation.

La mostra vuole fare il punto sull’evoluzione della grafica giapponese attraverso quattro secoli di storia, dal periodo Edo iniziato nel 1603 fino ai giorni nostri. Sarà articolata in quattro sezioni tematiche – Natura, Figure, Segno e Giapponismo contemporaneo – e vedrà esposti circa 200 opere tra stampe xilografiche, libri, album, manifesti e mascherine (katagami) per tessuti oltre a oggetti d’alto artigianato.
Di particolare interesse sarà l’influenza del segno giapponese nelle arti applicate, dalla calligrafia alla tipografia, dal disegno al design fino alla moda, al cinema, al teatro e al fumetto. Si è parlato dei grandi maestri del passato come Kitagawa Utamaro, Utagawa Hiroshige e Utagawa Kunisada, ma anche dei più moderni Tanaka Ikkō, Kojima Ryōhei, Norito Shinmura, Yamashiro Ryūichi e Okumura Yukimasa, tutti disegnatori di stampe. L’ukiyo-e sembra infatti essere ancora una volta il focus principale della mostra, e non sappiamo in che percentuale saranno presenti gli altri linguaggi, debitori del segno e dell’immaginario delle “stampe del mondo fluttuante”, ma che sono riusciti ad emanciparsi e a conquistare un successo mondiale nella cultura pop.

Tokyo (Dai ni kai Tōkyō kokusai hanga biennare ten), 1960, carta, stampa ink-jet.
National Museum of Modern Art, Tokyo (Kokuritsu kindai bijutsukan, Tōkyō)
Parallelamente verrà offerto per un ampio pubblico un ricco programma culturale e didattico diffuso in tutta la città, curato da “Senza titolo” e promosso da Bologna Welcome. Mancano ancora i dettagli dei singoli programmi, ma sappiamo che verranno coinvolti l’Università di Bologna, la Fondazione Cineteca di Bologna e il Centro Studi d’Arte Estremo-Orientale.
In copertina: Utagawa Hiroshige, Pesci ayu, periodo Edo. silografia policroma. © Courtesy Museo d’Arte Orientale E. Chiossone di Genova, Comune di Genova