“Volvereis” di Jonas Trueba, figlio di Fernando (Oscar 93 con “Belle Epoque,”, tra i protagonisti di questo film), è una commedia incantevole, forse poco romantica ma non cinica. La regista Ale (Itsaso Arana) e l’attore Alex (Vito Sanz) da 14 anni vivono insieme e si vogliono bene, ma la routine quotidiana ha reso il loro amore tiepido. Per evitare futuri drammi e dolori, meglio separarsi subito, senza aspettare che il disamore e la stanchezza facciano il loro corso. Un film dal ritmo ipnotico, capace di divertire e conquistare. che riflette con garbo e intelligenza sul rapporto tra vita e cinema
La regista Ale (Itsaso Arana) e l’attore Alex (Vito Sanz), protagonisti di Volveréis di Jonás Trueba, da 14 anni vivono insieme e si vogliono un gran bene, ma la routine quotidiana ha reso il loro amore tiepido e (forse) non più degno d’esser vissuto. Per evitare futuri drammi e dolori meglio separarsi subito, adesso, senza aspettare che il disamore, la stanchezza o (non sia mai) il disgusto facciano il loro corso, e trasformino una relazione affettuosa e basata sul rispetto in qualcosa che nessuno mai vorrebbe vivere. Anche se nella realtà è proprio ciò che capita fin troppo spesso nella vita della gente che si ama, e a un certo punto smette di amarsi.
Ma se “Stiamo bene”, dicono e ripetono a ogni piè sospinto i protagonisti, se ci stiamo separando così bene, in un idilliaco clima di reciproco affetto e infinita stima, perché non festeggiare invitando amici e parenti? Perché festeggiare solo i matrimoni? È cosa buona e giusta proporre grandi feste anche in caso di separazioni. L’idea nasce da una battuta del padre di Ale (interpretato da Fernando Trueba, nella realtà padre del regista e a sua volta autore di Belle Epoque, Oscar come miglior film straniero nel 1993), uomo anticonformista e gentile, ma anche un po’ smemorato. Tant’è che non ricorda di aver mai fatto una simile proposta! E infatti reagisce come tutti coloro che vengono invitati a questa insolita festa: ma se state così bene, perché diavolo vi volete separare? State scherzando, vero?
Ecco, l’intero film ci dà spesso l’impressione di uno scherzo, a partire dai titoli di testa che non sono veri titoli di testa per finire con l’incursione della protagonista sul set della celebratissima serie Dieci capodanni di Rodrigo Sorogoyen (se la volete vedere – e merita! – la trovate su RaiPlay). E in mezzo ci sono Ale e Alex, che cercando una o forse due case nuove dove trasferirsi, e un posto dove fare la festa, continuano a cercare di convincersi e convincerci che va tutto bene, anzi benissimo! E intanto girano un film sulla loro storia – un film che un po’ fa ridere e un po’ commuove, come spesso succede nella vita.
Volvereis è una commedia davvero insolita, ben poco romantica ma non per questo cinica, un gioco metalinguistico incantevole, che riflette con garbo e intelligenza sul rapporto tra vita e cinema, citando Stanley Cavell, autore di un celebre saggio sulla commedia americana dal titolo che è tutto un programma: Alla ricerca della felicità. Ma aggiungendo in dosi tutt’altro che omeopatiche anche il filosofo danese Søren Kierkegaard, non esattamente un campione di ottimismo, che scriveva, in un saggio intitolato La ripetizione, in gran parte dedicato al resoconto di un amore infelice: «L’unico amore felice è quello del ricordo […] la ripetizione di una compagna amata di cui non ci si stanca mai, siccome è solo il nuovo ad annoiare».
A tratti Jonás Trueba si prende forse un pizzico sul serio e forse avrebbe dovuto avere il coraggio di sfrondare qualche passaggio un po’ verboso, ma il gioco metanarrativo trae il suo fascino anche dalla ripetizione, che da un certo punto in poi conferisce a Volveréis un ritmo ipnotico, capace di divertire e conquistare.
Volvereis di Jonás Trueba, con Itsaso Arana, Vito Sanz, Fernando Trueba, Andrés Gertrúdix, Francesco Carril, Ana Risueno, Naiara Carmona, Pedro Lozano