Queen Celebration: “Bohemian Rhapsody” e le altre

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“Queen. Rock Montreal” sarà nei cinema da domani. La pellicola restaurata in 4K riporta sul grande schermo la tournée del 1981 della celebre band. Freddie Mercury, John Deacon, Roger Taylor, Brian May sul palco a interpretare una delle “songs list” più amate di sempre

Avviso ai naviganti: se siete dei fans dei Queen sicuramente avete visto Queen. Rock Montreal in dvd e avete sentito il cd audio o in streaming. Ma anche se siete fans, non sognatevi di non rivedere al cinema questa meraviglia rivitalizzata tecnicamente con suoni trattati con Dolby Atmos e pellicola restaurata in 4K. Se invece non siete dei fanatici, ma vi piacciono i Queen e avete “qualche” idea di chi era Freddie Mercury non perdetevi Queen. Rock Montreal da giovedì 25 a mercoledì 1 ottobre nei cinema Nexo in tutta Italia.

Esagerato? Mica tanto. Chi scrive ha amato i Queen soprattutto grazie all’album The Game, uscito nel 1980, e  il film riprende una data di quella tournée. Ma aldilà del repertorio, il concerto è bello perché fotografa un momento particolare della band: un paio d’anni prima il punk aveva definito “musica vecchia” tutta quella nata prima del 1978, e i Queen erano ovviamente dentro il calderone da buttare. Aggiungiamo che la critica inglese non li amava molto, e quindi le recensioni dei loro dischi erano sempre ricche di critiche piene di pregiudizio per la band. Ecco allora che i Queen fanno un album furbo, bello, dove al tempo stesso smentiscono la fama di essere un gruppo con canzoni troppo complicate e fuori dal tempo perché non usano i sintetizzatori.  The game è un disco semplice, diretto,  due hit planetarie diversissime fra loro: Crazy little thing called love è un rock n roll degno di Elvis, mentre Another one bites the dust è un omaggio (quasi plagio) alla disco music degli Chic, all’epoca dominante. E in più nel disco c’è il pieno di sintetizzatori. 

La storia racconta che quel disco rilanciò nel mondo la band, che fresca del successo dell’album costruì un live potentissimo e… privo di sintetizzatori. Freddie e soci sembrava volessero dire al mondo “siamo qui, siamo al massimo della forma e sappiamo fare ogni tipo di musica dal vivo. Voi siete capaci?”

Il concerto è fatto solo di musica: all’epoca gli effetti video non c’erano e si poteva solo giocare con le luci. John Deacon al basso e Roger Taylor alla batteria garantiscono una sezione ritmica sempre presente e costante, con Taylor che mentre suona la sua enorme varietà di piatti e tamburi fa anche i contro cori a Freddie Mercury. 

Brian May poi, si conferma un uomo orchestra: la sua chitarra è sempre presente e fa cambiare atmosfera ad ogni canzone. Si passa dal rock blues atomico di Dragon Attack alla chitarrina funky di Another one bites the dust, per poi diventare il poeta che accompagna con la sua 12 corde la voce di Mercury in Love of my life. Un prodigio, che rivela come May e il suo stile siano la vera chiave di volta del suono dei Queen, oltre ovviamente alla voce di Freddie Mercury.

Già, Freddie. Meraviglioso per come canta, ma anche per come si muove, per la sua fisicità prorompente nonostante non avesse muscoli da bodybuilder (in canottiera bianca o solo in calzoncini è sempre uno spettacolo) e per la sua energia quasi selvaggia. Non si ferma e non si risparmia mai, e in definitiva la sua voce fa sempre la differenza. Uno dei momenti più incredibili è quando canta da solo Under Pressure, il pezzo scritto e interpretato dalla band con David Bowie che in quel momento è in testa alla classifiche di tutto il mondo. Mercury la canta da solo, e le parti di Bowie sono quasi meglio di quelle su disco registrate dal duca bianco. Da notare inoltre che quella del concerto di Montreal (in realtà più concerti poi montati insieme) era la prima esecuzione live di Under pressure, una specie di avvenimento.

E poi ovviamente c’è il meglio del repertorio della band all’epoca, comprese naturalmente We will rock you, l’eterna e retorica We are the championsSomebody to love e Bohemian Rhapsody, unico brano dove c’è una piccola parte registrata (i cori polifonici, non riproducibili dal vivo in quella situazione). 

Una gioia per le orecchie e un piacere per gli occhi: all’epoca io consideravo i Queen eccessivi e spesso sopra le righe. A distanza di quarantaquattro anni, rivederli oggi li fa sembrare dei gentleman pieni di stile ed eleganza. Non so dirvi se davvero la musica di allora era meglio di quella di oggi. Ma so che vedere i Queen dal vivo è ancora oggi qualcosa di travolgente. Don’t miss it!

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