Insieme a un ricco calendario di eventi off, dal 2 al 12 ottobre in tutta Milano arrivano più di sessanta spettacoli per scoprire – anche in Italia – la varietà e la ricchezza della scena indipendente, di quel margine che – mentre si mostra davanti al pubblico, – interroga chi il teatro lo vede e chi lo fa.
Tempo di Fringe Milano Off – International Festival. Dal 2 al 12 ottobre quell’impresa che nacque dalla determinazione della sua direttrice artistica Francesca Vitale ritorna a Milano con i suoi luoghi da ri-scoprire. Giunto alla settima edizione, questo vecchio giovane Festival è sinonimo di un’esperienza aggregativa, sociale e culturale che quest’anno mette in relazione 12 regioni italiane, 10 stati del mondo, 31 partner nazionali, 23 partner internazionali, 150 persone tra artisti e operatori, tantissimi collaboratori e volontari.
La sfida per Francesca Vitale, affiancata nell’ideazione e direzione del Festival da Renato Lombardo, è quella di portare a teatro il pubblico che in genere non va a teatro. Come? Creando occasioni di spettacolo anche laddove il teatro non arriva.
La definisce una <<rivoluzione pacifica>> che ricorda forse un po’ quella scommessa che fece decenni fa Paolo Grassi. Portare il teatro davvero tra le persone. E non è un caso, se quest’anno, il Festival per la sezione Free Fringe, che è partita il 15 settembre, con BiblioFringe è arrivato anche nelle biblioteche.
I ragazzi e gli studenti sono stati coinvolti con FRINGE’3S, un altro progetto del Free Fringe, articolato in 2 sezioni che unisce scuola, sport e spettacolo, tre ambiti fondamentali per la crescita culturale, educativa e sociale dei giovani e che gode del contributo di Fondazione di Comunità Milano e per la sezione relativa allo sport, di Fondazione AEM, nonché del patrocinio della Fondazione internazionale Panathlon e della Fondazione Sportcity.
Per la sezione dedicata alla Scuola continua il progetto Lo Studente in Giuria, giunto alla sua terza edizione che coinvolge attivamente oltre 300 studenti, provenienti da Istituti di ogni ordine e grado che ricevono una formazione specifica per valutare gli spettacoli e assegnare un premio a quello ritenuto più meritevole mentre la sezione Fringe e Sport, è stata pensata per avvicinarsi ai Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali di Milano Cortina 2026 ed è inserita nell’ambito del Cultural Olympiad di Milano Cortina 2026.
Il valore internazionale è la caratteristica del Fringe. Ospitalità e scambio culturale, i cittadini che possono contribuire anche a ospitare nelle loro case artisti, significa costruire ponti perchè il teatro possa davvero essere inteso come partecipazione che può generare un cambiamento. Vite che si attraversano, quelle che si ascoltano, quelle che si incontrano. E significa anche riflettere intorno a una parola come amicizia. Quella che ha permesso e permette di dare vita a un’esperienza che continua a vivere da decenni con il sostegno di sponsor e partnership sempre più numerose. Dal 2 al 12 ottobre, tra conferme e nuovi spazi, saranno 19 le location pronte ad ospitare i titoli selezionati: sono in gran parte spazi non teatrali, spesso in periferia: perché il teatro sia davvero un momento di riflessione e di incontro aperto a tutti, plurale nelle forme, nei linguaggi, e adatto a stimolare tutte le intelligenze. Indagando, come solo il teatro può fare, sia l’umano, le sue fragilità e i suoi interrogativi, sia la società che formiamo stando insieme. Tra gli oltre 60 spettacoli portati in scena – che spaziano dal teatro fisico alla stand up comedy, con la volontà di sperimentare nuovi linguaggi teatrali, celebrando l’Arte nella sua accezione più ampia, dalla clownerie al fumetto di Andrea Pazienza, ma riservando innanzitutto attenzione alla drammaturgia contemporanea e alle urgenze che vi si rispecchiano. Impossibile, dunque, anche in questi giorni, non parlare di guerre passate e presenti – e di come l’arte le può raccontare – e della fragilità della democrazia, ma anche di come salvare un pianeta se più ferito dal cambiamento climatico; una realtà fatta di persone che cercano un luogo cui appartenere, viaggiando e costruendosi una nuova identità, per trasformarla, come da sempre, col talento e il coraggio, come una schiava ai tempi della Guerra Civile Americana, diventata stilista della First Lady Mary Lincoln. Storie che arrivano da lontano nel tempo e nello spazio: protagonisti, grazie alle partnership del festival, i lavori in arrivo a Milano da molte parti del mondo, da Taiwan alla Francia, dall’India alla Grecia. Sono moltissime anche quest’anno le voci di donne che abitano il fringe: le regine del teatro che credevamo di conoscere lette con occhi nuovi, da Lady Macbeth a Filumena Marturano, e le figure simbolo che in ambiti diversi si sono fatte esempio di un tempo o di una postura, Trudy Ederle, al centro di un’impresa sportiva, prima donna ad attraversare La Manica, da Franca Viola a Nadia Comaneci. Ma soprattutto le molte comuni che si confidano o si riuniscono, dentro cui riconoscersi, sorridere o pensare. Storie di donne che hanno ribaltato canoni e storie di vita al femminile che affrontano un viaggio dentro se stesse dopo diagnosi che tra scienza, arte e medicina indagano l’importanza della prevenzione. Voci personali che prendono spazio, come quelle dei ragazzi, o della generazione dei trentenni, che si sente sempre più senza orizzonti.
Un calendario da scoprire anche per l’indagine sui trentenni che su sentono senza orizzonti. Percorsi artistici da sostenere anche grazie soprattutto al pubblico. Che cosa significa mandare talenti giovani a Hollywood? Il Festival allora ha il suo senso nel provare a dare quegli orizzonti.
A margine dei giorni di concorso, dal giovedì alla domenica in differenti fasce orarie, per poterne scoprire il più possibile, mon mancheranno occasioni per continuare a riflettere sul futuro di festival all’interno di pitch e appuntamenti per incontrare i partner del World Fringe Festival utili a capire come proporre un progetto e che cosa proporre e per fare il punto sui progetti in scena.
Spazio anche alla stand up e a occhi di donne che indagano attraverso sorrisi il maschile. Non mancherà la comicità e proprio l’ideatore di Zelig, Giancarlo Bozzo, dedicherà all’interno della Fringe Academy un workshop dal titolo “La comicità è una cosa seria”. E proprio Area Zelig sarà tra le realtà che selezioneranno uno spettacolo da inserire nella sua programmazione. E questa è allora una delle prime ricadute del senso del Festival. Dare possibilità ad artisti non noti, fuori dai circuiti ed establishment, di avere uno spazio dentro alla programmazione del Festival Immersioni del Piccolo Teatro di Milano, Motus Danza o Stivalaccio Teatro, per citarne alcune.
Circuiti nazionali e internazionali, scambi e sostegni concreti per artisti giovani e meno giovani che possano coinvolgere il pubblico è il senso del Festival. Dare una possibilità per scoprire che forse poi nemo profeta in patria. O forse sì.
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