Storia di Piera

In Teatro

Piera in ogni forma e passione, immaginata e “allestita” da Pino Strabioli: non c’è ritratto migliore dell’autoritratto…

Ogni tributo ragionevolmente riuscito dovrebbe: 1) entusiasmare i fan di lunga data dell’artista omaggiato/a; 2) stuzzicare l’interesse dei neofiti che erano assenti – giustificati o ingiustificati – nel momento del massimo fulgore della persona in questione. WikipierA riesce a fare entrambe le cose; in più – a differenza di molti tributi anche non necessariamente postumi – riesce a rassicurare il pubblico sul fatto che la sua protagonista/festeggiata, vale a dire Piera Degli Esposti, abbia ancora parecchie provviste di energia, creatività e vivacità intellettuale.

WikipierA è uno spettacolo/intervista che consente alla Degli Esposti di fare avanti e indietro nella propria storia privata e artistica. È Pino Strabioli a fungere da intervistatore, saltando di palo in frasca per fornire all’attrice bolognese gli agganci necessari per comporre un’autobiografia impressionista.

Considerando l’accurata pianificazione dell’interrogatorio, la Degli Esposti è bravissima a inventarsi esitazioni sempre nuove e sempre diverse ogni volta che le viene porta una domanda; è addirittura irresistibile quando “si arrende” – con ostentata generosità da vera diva – alla richiesta di interpretare un pezzo teatrale, sottolineando ammiccante che è tutto programmato, ma che è più divertente far finta che non lo sia.

Strabioli invece – restando giustamente in disparte – proietta lo spettacolo in una dimensione quasi televisiva, il che rende accettabile il fatto che buona parte dei suoi interventi abbia il sapore della sviolinata, quasi come se di tanto in tanto sentisse il bisogno di incitare il pubblico ad amare Piera quanto la ama lui. Altrove reagisce alle risposte della Degli Esposti in maniera piuttosto pigra, tanto che i suoi «Oh, ma non ci credo! La cosa ha dell’incredibile!» fanno pensare a un nipote distratto che ascolti per l’ennesima volta la storia che sua nonna continua a ripetergli da quando era nella culla.

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Ciò non toglie che gli aneddoti raccontati siano di prima scelta e lascino affascinati gli appassionati di teatro, cinema e letteratura; la Degli Esposti – tra studiati soprassalti di modestia e gustose autoironie – rivive il senso di incredulità di chi, senza premeditazione, si trova a interagire con delle leggende viventi, da Eduardo De Filippo a Robert Mitchum. A quest’ultimo in particolare viene consacrata una delle parentesi di recitazione vera e propria: Piera legge una focosa lettera d’amore in cui inneggia alla “adiposa” sensualità del divo americano, replicando lo stesso disagio con cui un giorno era stata “costretta” a declamare la lettera a Mitchum in carne ed ossa, su istigazione di Lina Wertmüller.

Tutte le volte che l’intervista offre un aggancio per inserire un monologo, ecco che ci si presenta una nuova Piera, con una modalità recitativa del tutto diversa dalle precedenti. Ci vengono offerti uno spaccato di teatro d’avanguardia con la ripresa – dopo trentasette anni – di Molly cara, riduzione dell’ultimo capitolo dell’Ulisse di Joyce, e uno sketch surreale tratto da Achille Campanile sul breve ma intenso incontro tra le seppie e i piselli (materia che, nelle mani di Campanile-Degli Esposti, diventa fonte di straniata fascinazione). Infine un’angosciante lettura/interpretazione del Dondolo di Beckett, proposta come un work in progress, un “campione omaggio” regalato ai fan devoti… visto che ormai anche i neofiti, entro la fine dello spettacolo, lo saranno pur diventati!

Insomma, WikipierA è un tributo funzionante che a tratti pecca di finta spontaneità, ma che tutto sommato si fa perdonare perché spesso non c’è miglior ritratto di un autoritratto.

 

WikipierA, con Piera Degli Esposti e Pino Strabioli, fino all’11 dicembre al Teatro Franco Parenti