Nel baule magico dei Colla

In Teatro

I Colla ritornano al Piccolo con uno spettacolo per grandi e piccini (eh sì…) ispirato a una leggenda natalizia, un racconto immaginifico e coinvolgente…

Less is more, va di moda affermare. E quando alla semplicità della maniera, dei buoni sentimenti (quelli autentici, mai stucchevoli) si unisce la forza delle tradizioni, si scatena una fusione calda, sinestetica, che rimanda a scenari magici in grado di riportare tutti a uno stupito candore infantile.

Il Natale rientra tra le declinazioni di questo corollario, in fondo: sì, per alcuni è un vezzo capitalistico, un retaggio insopportabile che ci trasciniamo dietro ogni anno e che, come la tassa sulla spazzatura, sei costretto a “celebrare”, con gioia o quanto meno passivamente. C’è, e fine della storia. Fingere che non esista, per un qualsiasi occidentale, è utopia allo stato puro.

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Eppure la fusione di cui sopra, in certi casi, rimanda a universi paralleli – legati alla tradizione più opprimente che festeggiamo – di piacevole consistenza. In grado di stuzzicare la fantasia, animare il ricordo e azzerare, anche se per un’ora soltanto, ogni nevrosi contemporanea. I nani burloni appartiene a questo para-mondo: l’azione fantastica di Carlo II Colla, ispirata a una leggenda nord-europea che per trent’anni (dal 1921 ai Fifties) la compagnia marionettistica ha proposto al pubblico del Teatro Gerolamo di Piazza Beccaria, è un’opera che rielabora l’immaginario occidentale (la parte positiva, non quella ingloriosa e capitalistica…) quale componente importante di una festa come il Natale.

Ne I nani burloni c’è tutto quello che ci si aspetta, non tanto dal teatro di marionette, ma da un titolo che mette in pace –  temporaneamente – il cuore con i sensi. È uno spettacolo inventivo, che odora d’antico ed è allo stesso tempo capace di catturare un pubblico alle prese con la rapacità social che ormai ci contraddistingue.

Nell’amor puro di Giannino, che corre alla ricerca dell’amata Ninetta rapita dal trucido gigante Sbranatutto e in predicato di esser rosolata al forno, c’è tutta la linearità d’un sentimento d’altri tempi che non è mai smielato, ma che – anche nella prosa – è diretto, lineare, ma anche sognante.

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Un teatro, quello dei Colla, che nella marionetta ha trovato forma di sublimazione; che sia il Macbeth o una fiaba come questa, cambia poco. Nell’espressività, nei movimenti di queste creature in cartapesta così vivide, così palpabili si nasconde (e nemmeno troppo) la magia del loro teatro.

Uno spettacolo, I nani burloni, che più che ai simpatici protagonisti che danno il titolo all’opera, insoliti risolutori della vicenda, si rifa’ a una concezione dello spettacolo quale baule magico dal quale si dischiude un universo di storie, di balocchi, di ricordi. Come quelli della leggenda ghiacciata dei nani che hanno aiutato il prode Giannino a riconquistare la sua ragazzetta avvenente e timorata di Dio. Sullo sfondo, la creatività e l’estro con la quale il mondo delle marionette riproduce quello degli umani; v’è troppa differenza? No, soprattutto quando si assiste al balletto del finale, o alla magnifica apparizione del coro all’inizio. Non è tanto perché le opere dei Colla siano una gioia per gli occhi; ma sarebbe bello, in fondo, che il mondo umano somigliasse un po’ di più a quello delle loro creazioni.

(foto di Gruppo Riani) 

I nani burloni, al Piccolo Teatro Studio Melato fino al 03 gennaio 

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