Moni Ovadia predica l’utopia dello humour

In Teatro

Moni Ovadia: con “Il registro dei peccati” al Piccolo, ancora una volta un reading sinestetico che viaggia nelle culture khassidiche ed ebraiche

Un viaggio di parole quello che compie chi in questi giorni si siede sulle rosse poltrone del Piccolo di via Rovello. Tante storie e racconti quanti ce ne possono stare in due ore di spettacolo, Moni Ovadia, solo, in piedi, con un leggio davanti e una sedia dietro, ci guida attraverso la cultura khassidica, cultura ebraica che coniuga il pensiero spirituale con la pietas verso la bellezza della fragilità umana, passando per le altre religioni, forte “solo” della sua presenza scenica.

Compie questa impresa, attraverso tre dimensioni diverse che investono tutte le loro energie nel portare lo spettatore al complesso gesto di pensare. Partito da brevi racconti, letti e recitati, dove il racconto è inteso come mezzo didattico per costruire l’identità spirituale, continua col canto , unica prova provata dell’universalità dell’uomo e finisce con l’umorismo, che è la chiave di lettura di tutto lo spettacolo. Lui stesso definisce il riso l’accesso all’utopia possibile per il suo potere anti idolatrico.

“Gli ebrei prendono sempre in giro loro stessi- ricorda l’artista – è un modo per togliere pesantezza all’interno di una riflessione che resta comunque seria”.

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Molte sono le citazioni e i rimandi filosofici e culturali, e da intellettuale e uomo di cultura impegnato qual è, il nostro Cicerone non si mostra parsimonioso di condividerli col pubblico, diverse sono le lingue che usa nello spettacolo ma per renderlo fruibile a tutti non manca di tradurre tutto subito in italiano e, a volte, perfino in milanese.

“ Noi esseri umani non siamo degli esseri materiali che fanno un’esperienza spirituale. Noi siamo degli esseri spirituali che fanno un’esperienza materiale”, questa la frase che sembra averlo condotto sui sentieri scoscesi di questo spettacolo, si dichiara agnostico ma  risulta in realtà lui stesso un predicatore in teatro, il pubblico si entusiasma per le battute umoristiche e si allea con tutto il suo essere con il brillante oratore.

Il registro dei peccati, con Moni Ovadia, al Piccolo Teatro fino al 27 settembre