La storia inglese formato soap, anche se illuminata da due regine

In Cinema

Saoirse Ronan e Margot Robbie sono le ottime protagoniste di “Maria regina di Scozia”, ricostruzione storica alquanto bidimensionale del conflitto che oppose la cattolica Stuart a Elizabeth I d’Inghilterra. Nonostante la regia di un veterano del teatro (Josie Rourke) garantisca la tenuta drammatica, e la brillante fotografia di John Mathieson offra scenari affascinanti, il film resta piatto

La storia di Maria regina di Scozia è passata più volte sul grande schermo, la più famosa è quella del 1936 con Katharine Hepburn che interpreta Mary di Scozia per il regista John Ford, con Florence Eldridge come Queen Elizabeth. Ma le interpretazioni di Saoirse Ronan e Margot Robbie brillano in questo racconto eccentrico, personificando la tragica storia di queste due donne intelligenti, entrambe con pretese plausibili, anche se problematiche, sul trono britannico.

Diretto dal veterano del teatro Josie Rourke, e sceneggiato da Beau Willimon, uno degli scrittori del remake americano di House of Cards, il film è ambientato alla fine del 1500, quando l’Inghilterra è già governata da Elizabeth I (Margot Robbie). Sua cugina Mary Stuart vive in Francia, ma torna in patria all’età di 18 anni per reclamare il trono scozzese. Il guaio è che Mary è cattolica, e quindi la protestante Elizabeth è preoccupata che possa voler reclamare anche quello inglese. Come una didascalia di apertura annuncia: “La sua stessa esistenza minaccia il potere di Elisabeth”. E ciò crea una serie di conflitti tra loro: anche perché ogni regina è, in una certa misura, una pedina manipolata da cortigiani e politici opportunisti, che proclamano lealtà verso gli stessi sovrani che cercano di insidiare.

La pellicola non si chiede se Mary voglia davvero essere la regina d’Inghilterra, o se la sua ascesa possa essere una cosa buona o cattiva. Presumibilmente il popolo britannico deve avere un’opinione in merito, ma la maggior parte del film è ambientata tra le mura dei cupi palazzi di Mary ed Elizabeth, quindi non vediamo quasi mai qualcuno che non sia un aristocratico. Forse Rourke voleva dimostrare quanto i governanti fossero stati lontani dai loro sudditi, o forse i produttori non avevano abbastanza budget per le scene di folle perché avevano speso troppo in lacca per capelli.

Un altro problema è che le due regine si incontrano solo una volta, e per il resto del tempo si trovano a centinaia di chilometri di distanza, perciò il loro conflitto consiste nel mandare inviati avanti e indietro dal confine. Il montaggio cerca di velocizzare un po’ la narrazione, ma con il solo effetto di renderlo disordinato. Se Maria regina di Scozia non è una completa perdita di tempo lo dobbiamo alla sua storia di eroina cupamente affascinante. Il film riconosce a malapena i suoi anni di arresti domiciliari o il coinvolgimento nel complotto di Babington per assassinare Elizabeth, ma in compenso ha tradimenti, matrimoni e omicidi quanto una stagione di Game of Thrones.

La storia ha generalmente trattato Mary come la cattiva, mentre Maria regina di Scozia cerca di rivedere questo giudizio, basandosi sulla supposizione che le due regine sarebbero potute essere alleate naturali, non fosse stato per tutti quegli uomini che avevano intorno, così indomabili nei loro doppigiochi, nelle loro barbarie. Ma al tempo stesso, per riabilitare Mary i registi sono spinti a umiliare Elizabeth, rappresentandola come una donna nevrotica, introversa e banalmente gelosa della bellezza di qualcun’altra, e questo depotenzia il tema teoricamente femminista di una cooperazione sabotata dall’aggressività maschile.

Nel complesso i notevoli talenti recitativi di Saoirse e Margot non riescono comunque a salvare questo film dal diventare una soap opera che ha la pretesa di essere un thriller politico intelligente, riducendo due delle donne più importanti nella storia britannica solamente alla loro inimicizia. Attraverso la fotografia di John Mathieson la messinscena di Rourke è spesso stupenda da vedere, ma questo film è poco più di una versione bidimensionale di un intricato pezzo di storia. Una storia raccontata meglio prima, altre volte: gli aggiornamenti moderni di Willimon si rivelano infatti meno illuminanti di quanto sembrino inizialmente.

Maria regina di Scozia di Josie Rourke, con Saoirse Ronan, Margot Robbie, Jack Lowden, Joe Alwyn, David Tennant, Guy Pearce, Gemma Chan, Martin Compston, Brendan Coyle, Ismael Cruz Cordova

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