La musica che gira intorno/ 66

In Musica

Che cosa passa questa settimana al convento delle sette note? Alla Scala torna Zeffirelli. O, meglio, la sua intramontabile Aida. Al Teatro Strehler la classe irripetibile dei PaGAGnini, mentre al Blue Note sarà bossa nova con i Morelenbaum. Due giorni di musica e relax all’Idroscalo con il classico festival MiAmi e al Fabrique la voce inconfondibile di Thom Yorke

Ritorna l’Aida di Zeffirelli
Franco Zeffirelli compie 95 anni e la Scala lo festeggia fino al 3 giugno, rimettendo in scena lo storico allestimento dell’Aida di Verdi che fu in cartellone nel 1963. Rivive un Egitto filtrato da una sensibilità pittorica da Secondo Impero nelle scene e nei costumi di Lila De Nobili. Sul podio l’energico sessantaduenne Daniel Oren, avvezzo al repertorio verdiano e verista, fra gli interpreti Fabio Sartori-Radames, Krassimira Stoyanova-Aida e Violeta Urmana che fu Aida in un altro allestimento scaligero di Zeffirelli, quello del 2006 (qui sotto), e oggi è Amneris.

 

PaGAGnini al Teatro Strehler
Mercoledì 23 maggio, e anche qui fino al 3 giugno, il Teatro Strehler ospita PaGAGnini, musica classica in stile Harlem Globetrotters, con virtuosismo e gag, il canone di Paganini che diventa tango e flamenco, i musicisti (tre violinisti e un violoncellista) che danzano e saltano, escono di scena e ricompaiono, si fanno i dispetti e improvvisano sconfinando nel pop e nel rock (ascoltateli qui sotto in With or without you degli U2). Lo spettacolo è prodotto dalla compagnia teatrale Yllama, attiva dal 1991, ed è in scena dal 2008. I quattro spagnoli sono bravi, non dico di no, ma nel genere continuo a preferire lo strepitoso quartetto femminile Salut Salon, tedesche di Amburgo, superiori per virtuosismo e verve scenica. Le potete ascoltare qui sotto.

 

La bossa nova di Jobim con i Morelenbaum
Jacques Morelenbaum è un grande. Nato a Rio de Janeiro nel 1954 in una famiglia di musicisti, violoncellista di suadente bravura, è stato a lungo compagno di viaggio del grande Antonio Carlos Jobim, l’inventore della bossa nova. Sterminato l’elenco delle sue collaborazioni: in patria (Caetano Veloso, Chico Buarque, Gilberto Gil, Gal Costa, Maria Bethania, Ivan Lins, Marisa Monte e Carlinhos Brown) e all’estero (Sting, David Byrne, Ryuichi Sakamoto, Mariza, Madredeus, Dulce Pontes, Cesaria Evora). Con la moglie Paula, cantante fascinosa, e con il Cello Samba Trio, Morelenbaum rende omaggio alla musica di Jobim giovedì 24 maggio al Blue Note, ore 21 e 23.

 

MiAmi, la musica indie all’Idroscalo
Si chiama MiAmi, festival della musica bella e dei baci, lo organizza venerdì 25 e sabato 26 all’Idroscalo (apertura dei cancelli alle 16) il Circolo Magnolia. Sui tre palchi, in più di cinquanta set, il meglio della musica indipendente italiana. Fra gli altri, sono di scena Francesca Michielin, Ex Otago, Cosmo, Willie Peyote, Tre Allegri Ragazzi Morti, Prozac +, Giorgieness e Colapesce.

 

Thom Yorke solista al Fabrique
Storico frontman dei Radiohead, Thom Yorke assieme al fido Nigel Godrich, alla console come produttore negli album della band inglese e compagno di avventure nel supergruppo Atoms For Peace, si presenta con un concerto solista tra divagazioni elettroniche e introspezioni, martedì 29 maggio al Fabrique. Apre le danze il talentuoso Oliver Coates, violoncellista compositore e produttore londinese.

 

Le canzoni del signor Dario Fo
Il signor Dario Fo, dentro e fuori dal teatro, dentro e fuori dai suoi lavori, di canzoni ne ha scritte tante. A spanne, circa 250. “Canzoni della mala” negli anni ’50, spesso meravigliose (Hanno ammazzato il Mario, Sentii come la vosa la sirena, T’ho compraa i calsett de seda, El me ligera), composte con Fiorenzo Carpi che, lo ricordiamo, era l’autore delle musiche di scena del Piccolo Teatro, e regalate a Ornella Vanoni e Milly. Canzoni più svagate e televisive, canzoni barricadere scritte con Paolo Ciarchi (Fo curò la regia di uno degli spettacoli chiave del folk revival italiano, Ci ragiono e canto), capolavori stralunati e acri creati a quattro mani con Enzo Jannacci. Da Vengo anch’io no tu no a Ho visto un re, da La luna è una lampadina a Prete Liprando e il giudizio di Dio, dall’Armando a Veronica, un canzoniere esilarante e puntuto, con nessuna caduta e frequentissimi colpi di genio. Rende omaggio al Dario Fo autore di canzoni Giangilberto Monti, classe 1952, che con Fo e Franca Rame ha recitato e che negli ultimi quarant’anni è stato cantautore e chansonnier (il bellissimo Guardie e ladri del 1982 è stato rieditato di recente) e in dischi, spettacoli e libri ci ha fatto da guida nella canzone d’autore, nel repertorio comico del’900, nella grande canzone francese (Boris Vian, Léo Ferré, Serge Gainsbourg, Renaud). L’omaggio al Dario Fo canzonettista è duplice: un libro (E sempre allegri bisogna stare-Le canzoni del signor Dario Fo, pubblicato da Giunti) e un disco molto bello (Le canzoni del signor Dario Fo, Fort Apache/ Warner). Accompagna Monti, con un sontuoso jazz da tempi andati, la band del clarinettista Paolo Tomelleri. Tra le sorprese del repertorio, anche La mia morosa la va alla fonte. Scritta da Fo e Jannacci, interpretata da Jannacci. Se ne appropriò Fabrizio De André, facendola diventare Via del Campo. Ne seguì una lunga controversia che si concluse con una doppia firma (De André-Jannacci) riportata oggi nei dischi del genovese.

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