Il “Ragazzo” di Salvatores ora si mette in azione

In Cinema

A tre anni dal primo episodio, il regista napoletan-milanese riprende le avventure psico-fantasy di Michele, il suo giovane supereroe (Ludovico Girardello, cresciuto insieme al personaggio), diventato un adolescente ribelle. E anche il film cambia un po’ stile, privilegiando, grazie agli impeccabili effetti speciali di Victor Perez, l’esagerazione degli eventi: che hanno il sopravvento sulla narrazione dei fatti

Una delle caratteristiche peculiari del cinema di Gabriele Salvatores è sempre stata quella di intraprendere strade nuove, spaziare da un genere all’altro, di non ripetersi: giusto per ricordare alcuni suoi film, l’on the road Marrakech Express, il pacifista oscarizzato Mediterraneo, il politico Sud, il fantasy precursore Nirvana, il cupo Denti, il gioiello inquietante Io non ho paura, la commedia Happy Family, l’escursione tatuata Educazione siberiana, il documentario Italy in a Day).

Per questo, quando ha annunciato di dirigere Il ragazzo invisibile – Seconda generazione ha suscitato stupore. Perché di un sequel si tratta. Non che di per sé sia un fatto riprovevole, lo hanno praticato in molti, compresi grandi maestri di cinema, ma il fatto che l’esploratore di narrazioni cinematografiche si apprestasse a percorrere un sentiero già battuto, da lui è suonato strano. Ma è stato lo stesso Salvatores a spiegare che quel che lo incuriosiva, e assumeva per lui carattere di novità, era il fatto che Michele Silenzi, il ragazzo invisibile, era nel frattempo cresciuto, come Ludovico Girardello, il suo interprete. Dai tredici anni del primo episodio ai sedici di questa nuova avventura. Tre anni che, a quell’età, sono un abisso e Gabriele, non avendo figli, ha voluto sperimentare in un film il passaggio dall’essere un ragazzino a quello dell’adolescenza piena, del diventare adulto.

L’attenzione è quindi tutta rivolta a questi aspetti, che hanno sfaccettature più complicate. Troviamo infatti Michele che litiga come tutti i suoi coetanei con la madre petulante (Valeria Golino). Solo che sua madre, come sappiamo dal primo film, l’aveva adottato, e qui muore subito per un incidente d’auto. Il padre (Ivan Franek) che l’aveva aiutato a scoprire chi fosse e i suoi poteri da “speciale” è sparito. E Stella (Noa Zatta), la sua ragazzina, quella che lui ha salvato in una rocambolesca avventura nel sottomarino, lo ha mollato per un altro giovane che millanta eroismi mai compiuti. Insomma è adolescente e solo, maledettamente solo, nonostante il suo superpotere.

Per questo si accascia sulla tomba della mamma, cincischia con lo psicanalista e diventa vulnerabile quando all’orizzonte si profilano una sorella, Natasha (Galatea Bellugi), pure lei dotata di superpoteri come la madre naturale Yelena (Ksenia Rappoport). E da lì parte un film più cupo, con l’irruzione di un piccolo esercito di “speciali”, intenzionati a vendicarsi delle angherie patite in generale e in particolare nella madrepatria Russia. Ottima occasione per valorizzare gli effetti visivi, curati da Victor Perez, un maestro nel creare immagini interamente digitali, che ha già prestato la sua opera al cavaliere oscuro, ai pirati caraibici, ai maghetti potteriani e alle guerre stellari.

Ma l’escalation d’azione sembra costringere i giovani supereroi a un improbo lavoro interpretativo, che non sempre funziona. Tutta l’attenzione del racconto e della sceneggiatura si orienta verso l’esasperazione cui il regista deve in qualche modo adattarsi, anche quando non tutto scorre in modo lineare. Resta il tentativo apprezzabile di aprire uno spiraglio al cinema per ragazzi made in Italy, visto che il primo episodio aveva fatto registrare più di cinque milioni di euro di incasso e aveva ottenuto l’Efa Young Award, assegnato all’unanimità da una giuria di ragazzi di 25 diversi paesi europei.

Il ragazzo invisibile – Seconda generazione, di Gabriele Salvatores, con Ludovico Girardello, Ksenia Rappoport, Galatéa Bellugi, Ivan Franek, Dario Cantarelli, Valeria Golino