Il ddl Pillon, la 194 e gli abiti succinti: accade in Italia

In Weekend

Oggi in piazza in sessanta città contro il ddl Pillon sull’affido condiviso. Ieri a Novara un regolamento di polizia municipale che si appella al decoro e al comune senso del pudore. L’altro ieri a Verona una mozione contro la legge 194. Cosa succede in Italia, dal punto di vista della libertà delle donne (e non solo) attraverso qualche interessante spunto di lettura

Cosa c’entra un regolamento di polizia municipale, un disegno di legge che si occupa di separazioni e gestione dei figli, ha  il nome di un senatore leghista e  contro il quale  si scende oggi in molte piazze e la legge 194, quella che regolamenta l’interruzione di gravidanza in Italia, preda costante, privilegiata e ricorrente di attacchi di cui si è perso il conto, ma non la memoria?

Del regolamento diremo che è quello di Novara comune leghista, e che, in nome di concetti come decoro e comune senso del pudore, spazia tra il divieto di legare le biciclette ai pali, di bersi una birra per strada e, soprattutto, di girare in abiti ‘non conformi’. Grande scalpore,  Massimo Gramellini ne ha scritto sul Corriere della sera facendone una questione generazionale (invecchiamo, non vogliamo casino, e siamo più perbenisti), mentre l’affare, tornato adesso in ambito locale, vedrà gli oppositori in piazza a Novara domani per un flash mob.

Qui sembra interessante il nesso che il concetto di decoro ha con la libertà, soprattutto delle donne e con il  tentativo di ritorno, in molte maniere, ad un’idea di Italia anni Cinquanta in cui ognuno stava al suo posto, e le donne a casa. A far figli, voluti o no, a tenersi i mariti, voluti o no.

Ne ha scritto sul suo blog in un pezzo da leggere Costanza Jesurum ed evidentemente è questo uno dei nodi che sta dietro il disegno di legge Pillon, insieme ad una pesantissima intromissione, attraverso mediazioni obbligatoria e prescrizioni rigidissime sui figli, nelle relazioni tra gli individui in quel momento delicato che è la separazione. Ancora: cosa altro nasconde se non l’attacco all’autodeterminazione delle donne e quell’idea di società patriarcale la mozione che ha fatto della Verona a guida leghista una ‘città per la vita‘ finanziando, anche con il voto favorevole della capogruppo Pd, associazione e centri che si oppongono all’interruzione di gravidanza? Mozione, va detto, che in altre città le destre stanno tentando di esportare?

Se questo è il clima, interessa qui segnalare qualche contributo che, soprattutto per quanto riguarda il ddl Pillon, ha incrociato punti di vista e opinioni, anche maschili, utili alla discussione: su cosa significa essere genitori, madri e padri, cosa allevare dei figli, cosa da adulti ragionanti chiudere un matrimonio. Su che idea di società e di ruolo delle donne sottintende quel disegno di legge, tema che riguarda tutte e tutti, non solo le madri.

Su Questione Giustizia l’avvocata Assunta Confente spiega con chiarezza  tutti i punti controversi di un disegno di legge in nessun modo emendabile (proprio ieri il vicepremier Di Maio ha detto che così non va e verrà modicato), su Valigia blu una panoramica dello stato delle cose e delle principali critiche,  mentre qualche è tempo fa sul Sole 24 ore è uscito un interessante articolo dal punto di vista paterno a firma di Mauro Mercatanti. Infine sul nodo spinoso tra separazione e violenza contro le donne nella coppia l’opinione dell’avvocata Teresa Manente è netta: ‘Nessuna denuncerà più ha detto a Luisa Betti Dakli.

 

 

  • In piazza oggi a Milano alle 15 in piazza della Scala, qui tutti gli appuntamenti indetti  in 60 città da una serie di sigle   (Comitati NOPillon, Rete antiviolenza Dire a Non una di meno, passando per Cgil, associazioni e singoli).

 

Immagine di copertina:  una scena del film ”Cronaca di un amore”, regia di Michelangelo Antonioni, 1950