Così lo sconosciuto Rostand inventò “Cyrano”. E fu subito trionfo

In Cinema

“Cyrano mon amour” di Alexis Michalik, anche protagonista con Thomas Solivéres, narra con brio, sentimento e qualche licenza poetica com’è nata l’opera teatrale francese più recitata nella storia, omaggiata poi dal cinema e dalla letteratura. Grazie all’aiuto di Sarah Bernhardt, attrice-icona della Belle Epoque, il suo autore, prima deriso dai colleghi e ignorato dal pubblico, trovò un protagonista adeguato. Mentre l’ispirazione nacque da un amore sbocciato all’interno della sua compagnia

Nella Parigi del 1897 Edmond Rostand (Thomas Solivéres), protagonista di Cyrano mon amour di Alexis Michalik, si muove come un paria dall’incerto futuro. Non ha un soldo, le sue opere in versi vengono irrise dai critici e ignorate dagli spettatori, mentre un certo Georges Feydeau (interpretato dallo stesso regista Michalik), all’apice del successo, lo maltratta in pubblico senza alcuna pietà. A sostenere il povero Edmond ci sono soltanto Rosemonde (Alice de Lencquesaing), moglie devota e madre dei suoi due figli, e Sarah Bernhardt (Clémentine Célarié), attrice celeberrima, vera e propria icona della Belle Époque. Proprio grazie alla divina Sarah, Edmond entra in contatto con Constant Coquelin (Olivier Gourmet), attore di lungo corso dalla carriera momentaneamente appannata, a caccia di una commedia in grado di riportarlo al centro della ribalta.

Edmond avrà a disposizione solo tre settimane per scrivere un testo di cui inizialmente ignora tutto, trama e personaggi, senso, contesto e conclusione. L’unica cosa che sa è che dovrà parlare di amore e di poesia. L’ispirazione ben presto si risveglia, e trova il volto di Jeanne (Lucie Boujenah), una giovane costumista amata da Léo (Tom Leeb), attore bello e vanesio, tanto innamorato quanto incapace di esprimere in parole i propri sentimenti. Le parole le troverà Edmond, che inizierà a nome dell’amico Léo una fitta corrispondenza con la donna. Lettera dopo lettera, l’amore sboccerà, ma soprattutto nascerà una pièce teatrale destinata a fare epoca: Cyrano de Bergerac. Andrà in scena per la prima volta al Théâtre de la Porte Saint-Martin il 28 dicembre 1897 e il successo sarà immediato e strabiliante. E l’opera di Rostand diventerà poi il testo più recitato in tutta la storia del teatro francese, ma anche uno dei più citati e omaggiati da cinema e letteratura.

Non stupisce quindi che il francese Alexis Michalik, giovane drammaturgo di successo, abbia avuto nel 2016 l’idea di dedicare una sceneggiatura al “making of” del Cyrano. Un progetto molto interessante, ma che nessun produttore cinematografico voleva finanziare. Michalik l’ha così trasformato in una pièce teatrale, scelta destinata a rivelarsi vincente. Al Théâtre du Palais-Royal, Cyrano Mon Amour ha tenuto la scena per anni collezionando 700mila spettatori e cinque premi Molière. E a quel punto ha trovato finalmente la via del cinema, con lo stesso Michalik nei panni del regista, oltre che dello sceneggiatore.

Un percorso forse un po’ accidentato per un risultato finale godibilissimo. Teatro e cinema vengono infatti fusi insieme all’insegna della bella scrittura e dell’ironia, combinando vero e falso con mano felice e confezionando un magnifico omaggio a quello che è un vero e proprio monumento della scena francese. È un’opera talmente celebre che si ha l’impressione di conoscerla a menadito, ma un piccolo ripasso sarà sempre utile e piacevole. Cyrano è infatti un personaggio davvero straordinario, nel suo incredibile mix di romanticismo e follia, insolenza e poesia, furia guascona e purezza d’animo. E Michalik lo riporta in vita davanti ai nostri occhi con brio e sentimento, tanta intelligenza e una grande conoscenza dei meccanismi del processo creativo, sempre in bilico fra entusiasmo e paura, egocentrismo sfrenato e subdola timidezza.

Rostand non ha scritto il Cyrano in tre settimane, ma non importa: questa e altre libertà rispetto alla realtà storica (il Bolero di Maurice Ravel, per esempio, che verrà composto soltanto nel 1928) non inficiano minimamente il gioioso piacere che regala questo film girato come uno spettacolo di vaudeville, fra porte che si chiudono e botole che si aprono, personaggi strepitosi ed equivoci da pochade. Il tutto condito da un ritmo serrato ma mai frenetico, e da un cast semplicemente perfetto.

Cyrano mon amour di Alexis Michalik, con Thomas Solivéres, Alexis Michalik, Olivier Gourmet, Clémentine Célarié, Mathilde Seigner, Tom Leeb, Lucie Boujenah, Alice de Lencquesaing

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