Classici a teatro, un ritmo sempre nuovo

In Teatro

Anche per quest’anno, le stagioni dei teatri milanesi pullulano di nomi che contano: da Shakespeare (in occasione dei 400 anni dalla scomparsa) a Schnitzler, da Goldoni a Pirandello…

Classico, si sa, non stanca (quasi) mai. Per questa ragione, nel fiorire delle programmazioni teatrali, spuntano testi di maestri gloriosi del canone, senza dar cenno di voler abbandonare quella tradizione che, in fondo, fortifica anche lo slancio alla contemporaneità.

E in fondo le opere più celebri, rilette in forma estrosa, conservatrice, sciovinista, radicale… sono quelle che ci conosciamo o reinterpretiamo secondo nuove, inaspettate letture.

E c’è da ammettere che, anche per quest’anno, i teatri a Milano si stanno impegnando affinché la spolveratura di grandi nomi possa garantire risultati altrettanto memorabili. L’Elfo, da sempre in mirabile equilibrio tra gusto per la tradizione e ricerca quotidiana (in fondo i due elementi sono intrecciati, anche il classico è stato a suo tempo contemporaneo…), trova nell’Otello diretto da De Capitani e Lisa Ferlazzo Natoli il suo spettacolo di punta della stagione. Una riflessione scarnificata da ogni manierismo, che indaga sulla manipolazione e sulla simulazione a partire dal germe della paranoia che investe il moro (interpretato dallo stesso De Capitani). E se l’Elfo continua il suo viaggio di antichi amori – anche se il cielo sa quanto possa essere attuale un classico… – tra il cult svisceratissimo ma sempre latore di novità che è Sogno di una notte di mezza estate (ancora De Capitani show, foto in evidenza) ma anche Schnitzler (con Scandalo, regia di Franco Però con RoccaCastellano) e Pirandello, presente da un lato con i Giganti della montagna nella visione di Roberto Latini, dall’altro col Giuoco delle parti diretto da Roberto Valerio con Umberto Orsini mattatore.

Shakespeare, a 400 anni dalla sua dipartita, è un po’ il focus su cui tutti vogliono concentrarsi: ne è esempio il Macbeth con Branciaroli (foto in basso) in scena al Piccolo, o il Sogno diretto da Giuseppe Scutellà e, sempre al Piccolo, interpretato dai giovani detenuti del carcere minorile Beccaria, o ancora il Giulio Cesare diretto da Antonio Oliva alle Manifatture Teatrali Milanesi. Senza trascurare il ritorno di Romeo e Giulietta diretti da Corrado D’Elia al Leonardo.

BRANCIAROLI-MACBETH

E se Otello torna anche in “versione spritz” anche nella rilettura di SartiStorti ai Filodrammatici, ancora Schnitzler (sempre ai Filò) è protagonista di un Girotondo.com fotografato alla luce delle disonorevoli contraddizioni di oggi.

Carlo Goldoni, invece, “rivive” al Teatro della Cooperativa nella Bottega del Caffè della Confraternita del Chianti e in quella diretta al Leonardo da Valeria Cavalli, nel ritorno delle Donne Gelose di Sangallo, in sottrazione e crepuscolari al Piccolo, nella Locandiera al Carcano con Caterina CarpioTindaro Granata e nel Bugiardo con BargilliGleijeses. E, manco a dirlo, con la nuova ripresa milanese degli Innamorati di Andrée Ruth Shammah al Parenti (che ripropone anche l’intensa Casa di bambola ibseniana con l’attrice feticcio Marina Rocco).

L’aura positiva, energica di Luca De Filippo, scomparso nemmeno un anno fa, torna a farsi sentire al Piccolo grazie alla sua regia di un capolavoro assoluto del teatro di suo padre Eduardo, quel Non ti pago che torna sulle scene con Gianfelice Imparato, Carolina Rosi e Nicola Di Pinto.

Perdonerete le omissioni, ma la posta in gioco è davvero alta. Classico, ormai, è consuetudine e aspettativa, esperimento e sicurezza. Gli spettacoli sono molti: e chissà come andrà a finire…

 

(Immagine di copertina di proprietà di Luca Piva) 

 

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