Alita, un bell’ammasso di ingranaggi capace perfino d’innamorarsi

In Cinema

James Cameron (produttore/sceneggiatore) e Robert Rodriguez (regista) hanno tratto dal manga di Yukito Kishiro un film cyberpunk e in 3D, semi umano: dove campeggiano i volti di Rosa Salazar e Christoph Waltz, Jennifer Connelly e Mahershala Ali, protagonisti delle movimentate, futuristiche vicende dell’inarrivabile, felice città sospesa e della megalopoli di ferro, dove la vita è dura e violenta

James Cameron ha attraversato infinite avventure cinematografiche. Ha esordito confrontandosi coi pesci assassini piranhas, seppure come sequel, poi ha firmato Terminator e ancora un sequel, Aliens; è andato sott’acqua con Abyss ed è risalito per ritrovare Terminator (2), e ha scoperto Philip Dick (True Lies) prima di trionfare con TitanicAvatar. Proprio Avatar, meglio i due sequel che sta preparando in contemporanea, gli hanno impedito però di dirigere questa nuova avventura tratta dal manga di Yukito Kishiro Alita, angelo della battaglia. Così, dopo aver coccolato il progetto per quasi un ventennio s’è dovuto accontentare di scrivere la sceneggiatura e produrre il film: com’era avvenuto all’epoca di Strange Days, quando si era affidato al talento registico di Kathryn Bigelow.

Questa volta ha delegato la regia a Robert Rodriguez capace di passare dall’horror (Dal tramonto all’alba) al fantasy (The Faculty), dal fumetto (Sin City) al racconto brillante anche per i bimbi (la serie Spy Kids): un talento di origine tarantiniana in grado di gestire una vicenda cyberpunk che miscela violenza e melodramma. Il primo problema che hanno dovuto affrontare è stato quello della protagonista Alita, meglio ancora di un malridotto ammasso di ingranaggi con un volto, letteralmente espulso dalla ricca città sospesa di Salem, che il dottor Ito trova in una discarica. Perché Alita, così chiamata da Ito in omaggio alla figlia scomparsa, altro non è che un cyborg, che lui aiuta a tornare in vita o a funzionare (dipende dai punti di vista). Quindi, un groviglio di tecnologia e protesi danno corpo ad Alita, il cui volto è quello dell’attrice Rosa Salazar. Ma non naturalistico, bensì trattato al computer per renderlo “cartone animato”, e con due occhioni che sembrano uscire direttamente da un dipinto di Margaret Keane.

Ora, per inquadrare il contesto, bisogna dire che siamo piuttosto in là con gli anni, qualche secolo rispetto al nostro, e nel frattempo è successa la grande caduta, una guerra che ha devastato tutto, e cyborg e umani sono mescolati: quindi abbiamo un’inarrivabile città sospesa dove si vive bene, mentre sotto, nella megalopoli, la città di ferro, la vita è grama. Ci si diverte con il motorball, giochino violento molto amato, ma si è costretti a subire angherie e vita miserabile. Qui Ito gestisce la sua clinica dove risistema cyborg. Alita, che non ha memoria, ha però qualcosa in più, una forza sovrumana (la panzer kunst) e sentimenti umani, al punto da innamorarsi del buon Hugo, teenager intraprendente che con altri coetanei saccheggia pezzi di ricambio da corpi ormai inutilizzabili.

Chi non dovesse amare il manga giapponese, il cyberpunk e il 3D dovrebbe astenersi dalla visione di Alita perché rischierebbe di sprofondare nell’abisso della noia, con l’unico appiglio del giochino delle citazioni che spaziano dai film di Cameron a quelli di Rodriguez (il bar con i cacciatori di taglie sembra un aggiornamento di quello tetro di Dal tramonto all’alba), passando per Blade Runner, Wall E, Robocop, Rollerball, più qualche spruzzatina shakespeariana come Giulietta e Romeo.

Niente di nuovo, quindi. Ma chi, invece, amasse il genere, troverà (giustamente) fantastico il lavoro al computer, potrà provare entusiasmo per la messinscena, giudicherà appassionante il racconto e farà festeggiare il botteghino e la produzione che ha chiuso il film già annunciando un sequel. Coinvolti nel progetto, oltre alla suddetta cyborg Salazar, Christoph Waltz che è un medico-ingegnere, Jennifer Connelly come sua ex moglie, Mahershala Ali perfido organizzatore di motorball, Keean Johnson giuggiolone innamorato di un corpo di ferraglia e affettuosamente ricambiato (chissà se le farfalle nello stomaco di Alita sono elettriche, per dirla con Philip Dick) e tanti altri interpreti umani e cyborg.

Alita, di Robert Rodriguez, con Rosa Salazar, Christoph Waltz, Jennifer Connelly, Ed Skrein, Mahershala Ali, Jackie Earle Haley, Eiza González, Michelle Rodriguez, Lana Condor, Casper Van Dien, Jeff Fahey, Marko Zaror

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